UCTAT Newsletter n.84 – dicembre 2025
di Marino Ferrari

Potremmo avere una conferma se ce ne fosse bisogno, presa qua e là dentro gli accadimenti o come vien detto “eventi”, della mutazione antropologica e, aggiungo esagerando, genetica. Quella della realtà urbana ovvero, dei luoghi dove l’umanità si mescola alle sue contraddizioni materiali, appare oramai talmente evidente che ci rimane solo la contemplazione anche unita alla meraviglia: per coloro che ancora si meravigliano. Ci pervade l’illusione che la Natura non finirà: certamente non per tutti. Perché, in definitiva, la meraviglia unita alla illusione, si sostanzia in un prodotto sociale, commerciale, economico al quale siamo assuefatti. Se poi, nell’ambito della realtà oggettiva che l’uomo riesce a descrivere e a nominare a piacimento vi sono forme del linguaggio e di appartenenza a determinate categorie sociali che concorrono a sviluppare la meraviglia, orbene, il quadro si conclude. La città, alla quale facciamo riferimento per natura o devozione, subisce la conseguente meta-morfosi, incontrollabile ma pienamente descrivibile. La città quindi manifesta la sua essenza, sociale, spaziale, culturale ed ecologica, per dirlo con un linguaggio forgiato nella cultura metropolitana: il linguaggio proprio della comunicazione si trasforma, e trasforma la realtà in una semplice percezione. E noi, forse inconsapevolmente, stiamo al gioco.
