UCTAT Newsletter n.62 – DICEMBRE 2023
di Daniela Zorzi
Ci sono immagini che sono nel nostro DNA fin da quando nasciamo. È lo stesso DNA che porta un bambino di disegnare una casa con il tetto a punta, due finestre e una porta in mezzo alla facciata (cit. P. Aina). E così è per il Natale, quello non religioso, fatto di luci, camini accesi e soffice neve. Tradizioni che risalgono nella notte dei tempi come l’albero addobbato datato al VI secolo, come i canti festivi e propiziatori che risalgono ad accordi medioevali in un insieme di cristianità e paganesimo, o come un santo vescovo dell’Impero bizantino protettore dei bambini degli inizi del 1000 e che poi con il passare del tempo divenne un babbo vestito di rosso, figura che dilagò in tutta l’Europa del nord compresa l’Italia e oltre oceano e che il secolo scorso venne assunta da una nota bevanda gassata che, potenza della comunicazione televisiva, ne fece esplodere la conoscenza e la familiarità. Ho usato questo brevissimo bigino di simboli natalizi per arrivare a dire che mi è sempre piaciuto questo periodo così vicino alla fine di un calendario che chiude ciò che si è fatto e apre a quello che si farà.
E anche la neve, che una volta arrivava abbondante, la considero un accessorio necessario per rendere il paesaggio una perfetta location per raccontare in una manciata di secondi una favola di Natale.
E forse è per questo che quando lavoravo come creativa in un’agenzia di pubblicità al brief di realizzare uno spot per un panettone subito mi ci buttai a capofitto.
Mi viene da precisare che le stagioni dei pubblicitari sono sempre sfasate. Nel senso che in estate si creano gli spot per l’inverno e in inverno quelli per l’estate. E se le storie prevedono degli esterni si parte per altri emisferi alla ricerca della stagione giusta o quasi…
E così mi ritrovai a Los Angeles in un settembre degli anni ‘90 a girare un film per Natale. Ma a settembre a Los Angeles non c’è la neve direte voi. No non c’è ma ci sono gli Studios delle più grandi produzioni cinematografiche che possono cambiare il tempo e far nevicare o far splendere il sole come e quando vogliono.
La storia era semplice: tre bambini alla vigilia del Natale nella sala da pranzo addobbata a festa sono in trepidante attesa. Tutto è pronto ma manca qualcosa. Ed ecco la magia: dal cielo come la neve scendono volteggiando i panettoni (la marca era di un famoso panettone di Milano). Stupore e felicità si mischiano. Parte la musica di “Happy Christmas” di John Lennon. Tutti escono nella piazza del paese a raccogliere la manna dal cielo mentre continua a nevicare. Fine. Claim: Adesso è Natale!
Stare sul set era una macchina del tempo quotidiana. Nello studio inverno, fuori ancora estate; dentro un camino acceso, fuori 28°; dentro i ricordi, fuori il presente.
Il cinema è la finzione di far apparire tutto reale: trovai impeccabile la conoscenza dell’architettura europea da parte degli scenografi americani che sulla base di qualche riferimento riuscirono a ricreare una perfetta atmosfera delle città del nord Italiano. E pensai che meraviglia il cinema, non importa se sei lontano mille miglia da casa l’importante è che tu ti senta a casa.
Girammo per tre giorni e l’ultimo ciak fu di notte dove venne ripresa la scena dall’alto della piazza del paese. Salimmo sul tetto di uno studio dove vennero riprese le persone, piccole come formiche, che con le braccia alzate come degli Zombie si muovevano qua e là rincorrendo panettoni immaginari che sarebbero stati inseriti poi in post produzione insieme al fondale dipinto di una non ben definita cittadina italiana.
Il legame professionale che si era creato sul set si dissolse come neve al sole. Tutti avevano contribuito a creare la storia dei panettoni che scendono dal cielo.
Tornai a Milano che faceva ancora caldo e non mi ricordo se a Natale poi nevicò ma cosa importa, quell’anno a Natale feci nevicare io.
Auguro a tutti Buon Natale con le parole di John Lennon scritte nel 1971 “Happy Christmas”, accompagnamento musicale dello spot, meritano una lettura profonda e speranzosa perché mai come ora sono così attuali e puntuali in un momento storico di riaccese guerre e odio.
“Happy Christmas (War Is Over)”
So this is Christmas
and what have you done
another year over
a new one just begun
and so this Xmas
I hope you have fun
the near and the dear one
the old and the young.
A merry merry Christmas
and happy New Year
let’s hope it’s a good one
without any fear.
And, so this is Christmas (war is over)
for weak and for strong (if you want it)
for rich and the poor ones(War is over now)
the road is so long
and so happy Christmas
for black and for white
for the yellow and red ones
let’s stop all the fight.
A merry merry Christmas
and happy New Year
let’s hope it’s a good one
without any fear.
And, so this is Christmas
and what have we done
another year over
a new one just begun
and, so happy Christmas
we hope we have fun
the near and the dear one
the old and the young.
A merry merry Christmas
and happy New Year
let’s hope it’s a good one
without any fear.
(War is over if you Want it war is over now)

