UCTAT Newsletter n.66 – aprile 2024
di Angelo Rabuffetti
Nella newsletter n° 34 del maggio 2021 ho scritto un articolo, in collaborazione con Massimo Pezzali, riguardante la complicata e assurda situazione che si è venuta a creare attorno al Nodo 3Ponti all’inizio del Viale Forlanini nella zona est di Milano.
Riprendo il tema perché, a mio parere, la confusione è peggiorata e quello che più preoccupa è l’inerzia e la noncuranza che l’Amministrazione Comunale dedica a questa parte vitale e centrica della città di Milano. Centrica perché rappresenta la porta d’ingresso alla città per chi proviene dall’aeroporto di Linate, quindi riguarda turisti, uomini d’affari e milanesi orgogliosi della propria città.
Nel precedente articolo descrivevamo un intreccio, commistione e pluralità di utenti che, in modo disordinato e a volte aggressivo, usufruivano del Nodo 3Ponti e di come l’utente automobilista avesse la meglio su tutti gli altri e guai a togliere anche un minimo spazio e privilegio a favore di altri utenti quali per esempio i pedoni e i ciclisti o ancora degli stessi mezzi pubblici.
Ebbene a due anni di distanza dichiaro con estrema chiarezza (e delusione!) che la situazione è inevitabilmente peggiorata.
Analizziamo lo scenario dal punto di vista dei mezzi pubblici: è arrivata (finalmente) la M4 con fermata Repetti che si trova in Viale Forlanini a circa 100 metri dai 3Ponti ferroviari. E’ confermata la fermata della tramvia 27 in Via Repetti (questa volta si trova veramente in Via Repetti!) ed è situata a circa 150 metri dalla fermata della M4. E’ stata eliminata (con tanto scalpore e protesta!) la linea autobus 73 e trasformata in 973 che transita in Via Repetti con fermata distante circa 50 metri dalla tramvia 27 con obbligo, da parte degli utenti di mezzi pubblici, di attraversamento stradale pericoloso e senza adeguata segnaletica orizzontale (strisce pedonali). Infine la linea bus 45 che ferma proprio in corrispondenza della stazione M4 ma solo in direzione Lambrate. Nella direzione opposta la fermata è a circa 200 metri.
E’ chiaro, palese, elementare pensare che manca un polo univoco di interscambio che favorisca agevolmente e in sicurezza lo spostamento dei pedoni e utenti di mezzi pubblici dall’una all’altra linea pubblica! Aspettiamo, forse, che ci sia il “morto” per dire “è giunto il momento di fare qualcosa” oppure vogliamo sederci attorno a un tavolo e “progettare” un nuovo, moderno, adeguato e credibile Nodo 3Ponti? Ma il “morto” c’è già stato nella scorsa estate e si tratta di un pedone che attraversava la strada sulle strisce pedonali ed è stato investito da un autobus dell’ATM! Neanche questa tragedia è servita per “scuotere” le coscienze dell’Amministrazione!
Infine: la nuova metro tramvia 13 che nelle intenzioni deve collegare la stazione M4 Repetti e passante ferroviario di Forlanini FS con Rogoredo: si farà o non si farà? E quando si farà (se si farà)? Le Olimpiadi 2026 sono ormai vicinissime e non vedo salire la tensione dialettica e decisionale per dare una accelerata alla soluzione e all’inizio del cantiere!
Ora analizziamo lo scenario dal punto vista dei pedoni e dei ciclisti: La gimkana che i pedoni devono fare per attraversare il tratto tra Viale Forlanini e Viale Corsica (che si trova oltre la barriera rappresentata dalla massicciata ferroviaria e del Nodo 3Ponti) è impressionante. I semafori sono sempre a favore degli automobilisti che, trovando il verde, sfrecciano incuranti dei limiti di velocità e dei potenziali pericoli derivanti dai mezzi pubblici che devono svoltare verso destra e dai pedoni che attendono pazienti il loro turno breve e intenso. Intenso nel senso che devono correre e affrettarsi altrimenti il rosso arriva inesorabile.
Già abbiamo sottolineato che nelle giornate di pioggia l’ombrello serve non solo per riparare dall’acqua che cade dall’alto ma qui, inoltre, deve riparare anche dalle enormi pozzanghere che vengono attraversate dagli automobilisti e spruzzano gli ingenui pedoni lasciandoli bagnati, sporchi e contrariati (contrariati è un puro eufemismo!).
Un miglioramento l’Amministrazione Comunale l’ha fatto: ha allargato il marciapiede ma solo sul lato nord migliorando di molto l’attraversamento. E il lato sud? Quello più trafficato perché più vicino al Quartiere Forlanini e in prossimità di scuole pubbliche? Neanche una traccia. Pare che il problema non sussista e sia tutta una invenzione dei pedoni!
Anche per quanto riguarda i ciclisti devo constatare che non ci sono miglioramenti. Non esistono piste ciclabili e nemmeno sono previste in un immediato futuro. I ciclisti usano i marciapiedi o le corsie degli automobilisti a seconda dei casi perché impossibilitati a fare altrimenti e sono costantemente sottoposti a rischi e pericoli: il fantomatico angolo cieco, la velocità delle automobili, il tempo meteorologico inclemente e altro ancora. Abbiamo auspicato (due anni fa!) un tunnel ciclopedonale sotto la massicciata tra Via Repetti e Via Decemviri in modo da riconnettere le piste ciclabili già esistenti su Via Azzurri d’Italia e Via Mazzola fino alla circonvallazione delle regioni ma non abbiamo ottenuto alcuna risposta: neanche un no secco! Neanche un “è irrealizzabile”, oppure “è troppo costoso”. Niente assoluto. Sconfortante e deludente!
Infine è già presente un sottopasso pedonale nella massicciata ferroviaria in Via Gatto usato in precedenza dalle maestranze dell’Impresa WEBUILT che ha costruito il tunnel della M4 che collega Viale Forlanini con la Stazione M4 e il Passante ferroviario di Forlanini FS. Ora questo passaggio giace abbandonato senza idee, senza un perché, senza un futuro. Bisogna utilizzarlo al meglio e renderlo fruibile da parte di tutti.
Ora analizziamo lo scenario dal punto di vista del traffico automobilistico: uno dei proclami durante l’apertura della M4 è stato: “con questa nuova metropolitana ridurremo il traffico automobilistico che congestiona la città!” Non è vero! A più di un anno dall’inaugurazione la M4 non ha contribuito a diminuire il traffico automobilistico.
Le ore di punta, e non solo, sono una sofferenza per tutti, automobilisti compresi che si trovano intrappolati in congestioni di traffico a volte irrisolvibili e sono soggetti a sensibili perdite di tempo oltre che inquinamento esagerato e non ci sono provvedimenti in vista per rimediare a questo disagio.
Nell’articolo di due anni fa, inoltre, auspicavamo una reale ricucitura della città mediante l’alleggerimento della massicciata ferroviaria con nuovi sottopassi realizzando, quindi, la continuità della città senza più parlare di periferia e centro cittadino, ma, al contrario, parlare di un tutt’uno. “Tu stai di là e io sto di qua” è una frase che deve essere cancellata!
La periferia delle grandi città è un tema sollevato da tempo che ha generato dibattiti seri e prolungati, specie in corrispondenza di elezioni per il rinnovo di cariche istituzionali, ma nel concreto non si riesce a progettare e mettere a terra soluzioni efficaci e “sentire” le due parti della città più vicine, unite e come una città sola.
Ritorniamo al tema Nodo 3Ponti: partendo dal concetto che non sono il solo a sollevare questa delicata questione mi chiedo perché non sia possibile interloquire fattivamente. Una risposta che l’Amministrazione potrebbe dare è: “Non ci sono le risorse economiche necessarie”. Ma non mi basterebbe perché io ribatterei: “E perché per Baiamonti, San Babila Corso Europa, l’asse Argonne Tricolore e molti altri ancora le risorse economiche sono state trovate?”.
Un passo avanti notevole da parte dell’Amministrazione pubblica sarebbe quello della reale ammissione del disagio e della inadeguatezza dello status quo del Nodo 3Ponti. Dopodiché i passi successivi porterebbero a un confronto con la cittadinanza e a una progettazione delle opere necessarie e al reperimento dei fondi e degli Sponsor.
Ma io da solo soluzioni progettuali efficaci a questo annoso problema non ne ho! Lo affermo in maniera sconfortante e sincera perché mancano risposte a domande basilari. Per esempio: la metro tramvia 13 si farà? C’è la volontà politica di diminuire il traffico automobilistico? Come deve interloquire Rete Ferroviaria Italiana per “alleggerire” la massicciata ferroviaria? Si farà il sottopasso ferroviario relativo al prolungamento della Nuova Paullese verso Piazzale Bologna che contribuirà a ridurre il volume di traffico automobilistico? E come sarà il nuovo svincolo in fondo a Via Mecenate in corrispondenza della Tangenziale Est? Tutti fattori, che inevitabilmente influiscono e ricadono sulla scelta progettuale del Nodo 3Ponti e ne impediscono la progettazione efficace e attenta.
Senza questi basilari elementi qualsiasi soluzione urbanistica risulterebbe velleitaria, aleatoria, inadeguata e aperta a critiche concrete. Infine: se non si realizzerà la metro tramvia 13 il traffico automobilistico su Via Mecenate, Marco Bruto e Repetti e Nodo 3Ponti aumenterà esponenzialmente in particolare in occasione di eventi alla futura nuova Arena perché l’unico sbocco verso la città sono le vie sopramenzionate.
Ho avuto modo di leggere alcune anticipazioni riguardanti la revisione del PGT 2020/2030. Oltre a proclami che sicuramente rimarranno lettera morta quali: contemperare meglio i bisogni…, una città più attenta e vicina ai cittadini…, ancora più accogliente e attrattiva…, equa bella prossima e sostenibile… mi sono soffermato sul capitolo dedicato alla creazione di nuove porte di ingresso alla città che sono i nodi di interscambio: Molino Dorino, Bonola, Cascina Gobba, Rogoredo e altre ancora e hanno lo specifico ruolo di facilitare e fluidificare gli ingressi alla città.
E il Nodo3Ponti? Neanche menzionato!
E mi stupisco che il Municipio 4 non abbia rimarcato questa mancanza. Dovrebbe, al contrario, farsi carico di proposte, battere i pugni sul tavolo, alzare la voce e portarle avanti con foga ed entusiasmo fino alla loro realizzazione.
Facciamoci coraggio!. Non perdiamo la speranza! “Non può piovere per sempre!!” (tratto dal film “IL CORVO” di Alex Proyas).

