UCTAT Newsletter n.77 – aprile 2025
di Michele Conteduca
«Il progetto, specie quello di architettura, è chiamato a confrontarsi con molteplici istanze che derivano dalla necessità di codificare una società che si prefigura all’insegna della complessità e del predominio dell’informazione, e in cui, al determinismo universalizzante delle modalità di trasferimento delle innovazioni tecniche in architettura del novecento, si deve piuttosto affermare sul piano filosofico la dimensione sistemica dell’ambiente, come luogo delle trasformazioni governate.»
Era il 1994 quando Salvatore Dierna, ma con lui molti altri docenti italiani che avevano contribuito a diffondere e consolidare la cultura tecnologica della progettazione, delineava la visione contemporanea del progetto di architettura e di conseguenza la figura dell’architetto nei decenni a venire.
Una figura, quella dell’architetto che, pur nei diversi profili specialistici offerti oggi, deve essere capace di governare la complessità delle trasformazioni dell’ambiente costruito operando una costante sintesi tra tecnica e umanesimo, nella consapevolezza che non possa più essere un demiurgo, ma piuttosto un regista in grado di coordinare i diversi saperi e competenze oggi presenti nel progetto.
Trattare la questione della formazione dell’architetto significa quindi tentare di restituire questa complessità, che la recente riforma dei saperi ha cominciato ad affrontare. Ma non basta: da docenti siamo chiamati anche a ripensare modalità didattiche innovative, in grado di stimolare negli studenti la curiosità per la ricerca e la capacità di trasferire le conoscenze. In questo, per me, risiede la differenza tra buoni e cattivi maestri, che inevitabilmente ognuno incontra lungo la propria formazione. Non vi è dubbio, infatti, che a prescindere dagli ordinamenti dei corsi di studio o di dottorato, nel bene e nel male il ruolo dei singoli docenti sia determinante nella crescita di uno studente prima, di un ricercatore o di un professionista poi.
Fortunatamente, posso affermare che nel mio caso il numero dei bravi maestri sia stato nettamente superiore: tra tutti Salvatore Dierna da cui ho assimilato la passione per la disciplina, ed Eliana Cangelli con cui ho maturato il rigore metodologico e l’approccio critico alla ricerca e alla didattica.
Stimolare la coscienza critica degli studenti è il principale obiettivo che perseguo in Sapienza nel corso di Progettazione Ambientale nella laurea magistrale in Architettura del Paesaggio, e con Eliana Cangelli nel Laboratorio di Progettazione Tecnologica nel corso di laurea magistrale a ciclo unico in Architettura. Nel laboratorio gli studenti mediante il learning by doing sono chiamati a confrontarsi su applicazioni progettuali concordate con l’amministrazione, nella convinzione che solo attraverso sperimentazioni concrete gli studenti possano comprendere come tradurre realmente le conoscenze in competenze tecniche per affrontare i diversi gradi di complessità del progetto, e dove i momenti di verifica intermedia mediante presentazioni pubbliche servono a sviluppare le capacità comunicative. Il laboratorio si configura quindi come un luogo di confronto costante sia verticale che orizzontale tra docenti e studenti, ma aperto anche a contributi esterni come docenti e studiosi internazionali, progettisti e rappresentanti del mondo della produzione.
Oggi, l’importanza dell’autonomia critica risulta ancora più determinante per formare progettisti consapevoli, soprattutto alla luce di una digitalizzazione sempre più spinta in ragione di intelligenze artificiali sempre più capaci di apprendere, ma che, come ricorda Giorgio Parisi, è fondamentale saper governare, in quanto ormai non si esauriscono ai soli strumenti per la rappresentazione e la ricerca, ma interessano la fase stessa di ideazione del progetto.
Questo stordimento digitale apre alla sfida della didattica dei prossimi anni che richiederà uno sforzo significativo per individuare forme e metodi per formare le nuove generazioni, non solo di architetti in quanto progettisti consapevoli, ma come persone capaci di pensare in modo libero.

