UCTAT Newsletter n.81 – settembre 2025
di Angelo Rabuffetti
A Londra è presente la Circle Line dal lontano 1905 lunga 27 km e 36 fermate. A Parigi la Circle Line è rappresentata da due semicerchi e sono la linea sei e la linea due. In altre metropoli europee esiste da molti anni. A Mosca ce ne sono addirittura tre e la più esterna è lunga 70 km, inaugurata nel 2021 battendo per lunghezza quella di Pechino che si ferma a 57 km. Tutte le Cicle Line, è dimostrato statisticamente, hanno fatto diminuire il traffico automobilistico privato all’interno delle città.
A Milano è stato pensato un tracciato per la Circle Line sfruttando il sedime ferroviario oggi poco usato e su alcuni tratti addirittura in stato di abbandono. Si è progettato di utilizzare le stazioni esistenti riqualificandole sia architettonicamente che funzionalmente a partire da San Cristoforo, Porta Romana e altre ancora di nuova progettazione.
Partiamo proprio da San Cristoforo con interscambio con la recente M4, poi, in senso antiorario, ci sarà Canottieri, Romolo con interscambio M2, Tibaldi dove 2 anni fa è stata inaugurata la nuova stazione, poi Toscana, Porta Romana dove sono in corso i lavori di riqualificazione. Quindi Puglie, Zama, Forlanini FS con interscambio con M4 e Passante, Ortica, Lambrate con interscambio M2 il passante ferroviario e molti treni nazionali. Poi Padova, Istria con interscambio M5, Dergano con interscambio M3, Bovisasca, Certosa con interscambio Passante, Stephenson, Mind Cascina Merlata e Rho Fiera con interscambio M1 per un totale di 19 stazioni.
Di attuazione della Circle Line ne parla ampiamente il PGT 2020/2030 al capitolo 3.8 Trasporti e Mobilità e, prima di esso il PUMS (Piano Urbano Mobilità Sostenibile) approvato dal Comune di Milano nel novembre del 2018 con descrizione delle fermate sopra citate.

A chiusura dell’anello, (vedi foto sopra) proposto già nel lontano 2004, manca la parte ovest di Milano e la previsione è quella di aggiungere altre 11 fermate che collegherebbero San Cristoforo con Certosa. Esse sono (in senso orario): Lorenteggio, Fontanili, Bisceglie, Forze Armate, San Carlo, Novara, San Siro, Ippodromo, Lampugnano, Monte Stella e infine Ai Laghi con i relativi interscambi con le metropolitane. Sono ipotesi che gli uffici tecnici e gli addetti ai lavori hanno formulato per completare l’opera.
Per essere sinceri devo dire che prima dell’inizio del ‘900 (precisamente l’inaugurazione avvenne nel 1891) esisteva un tratto ferroviario che collegava lo scalo Farini con la stazione di Porta Genova passando per Via Giuseppe Mussi, Via Reggimento Savoia Cavalleria e Via Cimarosa e dove all’altezza di Via Pallavicino esisteva lo scalo ferroviario Sempione e la stazione Sempione. (vedi foto sotto)

Più tardi venne costruito un raccordo ferroviario verso Vigevano e Mortara dalla stazione di Porta Genova. La tratta da Scalo Farini a Porta Genova è stata smantellata nel 1931 perché ritenuta troppo vicino al centro di Milano in una Milano nel periodo più pieno della sua espansione urbanistica e al suo posto è stato creato il Parco Pallavicino, il Parco Luigi Vergani e il giardino Valentino Bompiani. Unico esempio di creazione di parchi verdi pubblici a seguito di smantellamento del sedime ferroviario, se si eccettua quella modesta parte di Scalo Vittoria dove è stato creato recentemente il Parco 8 Marzo di circa 35000 mq. mentre il resto del sedime è stato destinato alla costruzione della BEIC (Biblioteca Europea di Informazione e Cultura). Il parco 8 marzo è a continuazione del Parco Vittorio Nomentano dove sorge la famosa Palazzina Liberty. Niente a che fare con i più famosi Bois de Boulogne o Hyde park o il Prater o ancora a Central Park ma, comunque, un piccolo polmone verde apprezzabile.
Oggi non è più così! Vedi lo scalo Romana, lo scalo Farini, lo scalo Greco Pirelli, Porta Genova, Bicocca, Milano Segrate Idroscalo, Toffetti e tanti altri minori che sono oggetto di riqualificazione (non) ambientale bensì edilizia con ritagli di verde e pochi alberi aggiunti. Un vero schiaffo alla lotta contro l’inquinamento e al benessere dei milanesi e all’aumento del verde cittadino dove Milano si colloca agli ultimi posti tra le città europee e mondiali in relazione agli ettari di territorio dedicati ai parchi pubblici.
È bellissimo e commovente ricordare e riportare una parte dell’articolo che scrisse Cesare Albertini ingegnere comunale e autore del PRG del 1937 redatto per l’avvenuta annessione al Comune di Milano di 11 Comuni limitrofi:
…… In questo quartiere al di là di Lampugnano e dell’Ippodromo si svilupperà la nuova linea ferroviaria che collegherà le stazioni di Milano Certosa e di Milano San Cristoforo. È inevitabile che Milano, maggior centro industriale del Regno e nodo ferroviario della maggiore importanza sia contornato da una corona di stazioni secondarie e da una linea ferroviaria che le colleghi. È tuttavia necessario che la linea ferroviaria ostacoli il meno possibile il naturale sviluppo della città…….
Articolo tratto da: Rivista mensile del Comune. Marzo 1933
Come preannunciato da Cesare Albertini, con lo smantellamento della tratta Farini – Porta Genova è stata ipotizzata la chiusura dell’anello ferroviario più a ovest rispetto alla tratta smantellata ma questa non è mai stata approfondita né realizzata in quanto ritenuta di secondaria importanza e non si vedevano, a corto e medio periodo, dei benefici tangibili dato che avrebbe solo attraversato campi agricoli o incolti. In realtà, con il senno di poi, sarebbe stato un progetto che avrebbe anticipato la risoluzione della mobilità e Milano sarebbe stata circondata da un anello ferroviario che oggi, si sta cercando faticosamente di ricostruire con il progetto della Circle Line.
Ma dal momento e subito dopo l’approvazione dei due documenti cardine (PGT e PUMS) di Circle Line non se ne parla più. Anzi, viene accantonata in un cassetto e nel dimenticatoio. È scomparsa dai circuiti di comunicazione; è svanita, abbandonata. Eppure è stata costruita ex-novo la stazione di Tibaldi! Perché?
Invece spunta dal niente, come dal cilindro di un prestigiatore illusionista, e si parla all’improvviso di M6 (Metropolitana linea 6). Si convocano tavole rotonde, dibattiti, articoli; si coinvolgono Regione Lombardia e il Ministero delle Infrastrutture al fine di ottenere finanziamenti, ma, a tutt’oggi, non c’è un tracciato sicuro e fattibile con la definizione certa di fermate e capolinea. Di sicuro di M6 sia nel PGT che nel PUMS non se ne accenna neanche come proiezione e pianificazione futura. Perché approvare documenti importanti e poi non attuarli e spostare l’attenzione altrove? La M6 dovrebbe (dico dovrebbe) seguire un tracciato simile in parte alla Circle Line e in doppione nei tratti a sud di Milano.
Ora, paragoniamo la M6 con la Circle Line in fatto di costi. Le ultime stime (per difetto) sono di molto superiori al miliardo di euro per la M6 ma molto più economiche sono le stime per la Circle Line in quanto più semplice dal punto di vista fattibilità e più corta in lunghezza. Inoltre grande incertezza per la M6 per i costi indotti quali costi per modifiche durante i numerosi cantieri alla mobilità auto veicolare, pubblico trasporto, mancato commercio e molti altri fattori tutti a sfavore della M6. Per finire il pregio della Circle Line sarà quello di rigenerare e riqualificare sedime ferroviario già esistente senza lo sfruttamento di altra superficie preziosa.
Ora, tenuto conto dello sconquasso urbanistico avvenuto in questi mesi, non sono ottimista sulla reale attuazione sia della Circle Line che della M6 perché non vorrei perdermi nei meandri della burocrazia e nelle stanze polverose, incerte e fumose della politica per cercare motivazioni o giustificazioni. Auspico, invece, un ascolto e un dialogo per avere risposte semplici e chiare e soluzioni altrettanto adatte. Non è una rivoluzione, un salto da tradizionale a quantico, bensì è, colmo del paradosso, una strada sicura e condivisa.
Viviamo in un tempo apocalittico, da anno mille nella imminente e annunciata fine dell’urbanistica a Milano e, di conseguenza, non si possono fare proposte concrete né tantomeno ipotesi future. Che triste fine!

Milano, Civica Raccolta Stampe Bertarelli.
