Cintura e ponti FF.SS in città

UCTAT Newsletter n.68 – GIUGNO 2024

di Carlo Lolla

Sappiamo che il Comune di Milano, la Regione Lombardia e le Ferrovie dello Stato anni addietro avevano concluso un accordo di programma (AdP) nel quale si desumeva che una parte cospicua delle aree ferroviarie in questione sarebbe stata utilizzata per il tramite della società privata Savills Investment Management SGR coinvolta nell’accordo, con risultati economici consistenti per le Ferrovie.

Con quell’accordo il Comune di Milano ha calato le braghe, e la Regione Lombardia le è andata dietro.

Ma non entrando nel merito nella scelta dei “partner” che devono partecipare alla realizzazione di progetti urbanistici o di carattere immobiliare, il dato è che nell’accordo di programma si è pensato solo alle aree dismesse. Orbene, a seguito della loro dismissione, queste aree, non essendo più, dal punto di vista operativo, funzionali all’attività ferroviaria, sono divenute un bene potenziale, di rilevante valore economico in quanto situate all’interno della città di Milano.

Tra i sette Scali, oggetto della firma per l’AdP, rientra. come già accennato, la società finanziaria, la Savills Investment Management SGR, operante per conto del Fondo Olimpia, la quale essendo proprietaria di un lembo di area allo scalo Farini, gioco forza è rientrata nell’accordo.

Così il Capitalismo si è impadronito della città con il beneplacito del sindaco Sala il quale, una volta fatta questa operazione, non potrà più intervenire se non decantando la buona operazione, fatta con i soldi dei cittadini che contribuiscono ogni anno con circa 12.5 miliardi FS S.U. (società di servizi), come un “catopleba”.

Questo AdP comporta un risultato urbanistico di innovazione evidente e tangibile per la città; però a nessuno è venuto in mente di includere nell’accordo, già che c’erano, anche la cintura ferroviaria affinché, nella decantata rigenerazione urbana, si pensasse ad una ricucitura dei vari quartieri con connessioni di ossatura urbanistica, e garantire nell’intorno degli scali il produttivo esistente, sollecitare una cultura nel rispetto del verde per il bene della collettività.

I tracciati delle FF.S. all’interno delle città italiane non solo incidono in maniera negativa sulla predisposizione dei Piani di Governo del Territorio, ma influenzano negativamente anche la mobilità pubblica e privata, che trova ostacoli nella movimentazione tra le varie zone della città separate dalla rete ferroviaria. Queste infrastrutture, realizzate quasi tutte nella prima metà del secolo XIX, fanno emergere l’indifferenza delle FF.S.U. verso la corretta pianificazione della città, facendo correre i binari su semplici terrapieni continui con pochissimi passaggi o addirittura, si pensi alle città più piccole, a quota zero con la deprecabile presenza dei passaggi a livello nelle zone urbanizzate.

Nelle nazioni europee più avanzate sul piano della cultura della città, nello stesso periodo o anche prima che da noi, le linee ferroviarie venivano posate su veri e propri viadotti in ferro o muratura che garantivano una forte permeabilità tra le zone attraversate. I terrapieni ferroviari nostrani, con i loro risicati passaggi, hanno contribuito a creare, anche in zone centrali della città, aree intercluse o di difficile accesso che sono spesso oggetto di degrado o di utilizzazioni con funzione di bassa efficienza, stante la difficoltà dei collegamenti con il resto della città.

Il dialogo tra le Amministrazioni locali e le FF.S. è sempre stato difficile e ha visto sempre perdente l’Ente locale. Solo in questi ultimi anni, dato il nuovo assetto societario delle FF.S., si è notata una certa attenzione alle zone interessate dal passaggio della ferrovia, ahimè però, solo al fine di sfruttare al meglio le nuove stazioni dal punto di vista commerciale. L’allungamento dei percorsi e le lunghe soste in colonna, provocate dal superamento delle aree intercluse nell’ambito delle zone urbanizzate, raggiungono livelli che fanno considerare tangibile l’aumento dell’inquinamento atmosferico da loro provocato.

Ma, se tutto questo non bastasse, emerge da tale situazione un aspetto particolarmente fastidioso. Infatti i pochi passaggi nelle barriere ferroviarie diventano, per la loro frequentazione e la lentezza di attraversamento, i siti più ricercati dalle Società del ramo Pubblicitario, che si sforzano di fornire ai loro clienti posizioni altamente redditizie. Ebbene, di fronte alla possibilità di introiti non indifferenti, le FF.S. ricoprono di cartelloni pubblicitari non solo le ripe, ma addirittura le strutture architettoniche, spesso pregevoli, dei pochi sottopassi o ponti. Di fatto a queste strutture non è dato riconoscimento di architettura, ma solo di supporti della pubblicità, nascondendo così alla città strutture in ferro reticolare o in cemento e mattoni, spesso di buon disegno e, comunque, testimoni di un’epoca.

Oltretutto le strutture architettoniche dei ponti e dei sottopassi sono da considerarsi emergenti nell’ambito della diffusione di altre tipologie, spesso ripetitive e banali, come le cortine edilizie, costituendo varianti ambientali che possono caratterizzare i siti dove sono collocati. E così vediamo splendidi ponti reticolari ricoperti da cartelloni pubblicitari sorpassare corsi d’acqua sui quali si sprecano, invece, i vincoli ambientali per tutte le costruzioni adiacenti.

Perché queste strutture architettoniche non vengono protette come gli edifici religiosi, i monumenti o le vecchie costruzioni, tanto più che, per la loro tipologia, porterebbero variabili in un paesaggio urbano spesso monotipo? Probabilmente esistono anche situazioni di diritto che permettono questo scempio, ma è innegabile una buona dose d’indifferenza ai problemi del disegno urbano. Mi domando se sia possibile che tra i tanti Parlamentari e Ministri che provengono dalle città più colpite, a nessuno sia mai venuto in mente di intervenire presso le FF.S.

Proposte di miglioramento

  1. Interramento delle Linee Ferroviarie: Anche se economicamente e logisticamente impegnativo, l’interramento delle linee ferroviarie rappresenta una soluzione definitiva per eliminare le barriere fisiche e recuperare spazio urbano. Questa soluzione, pur complessa, è stata adottata con successo in altre città europee come Zurigo e Stoccolma.
  2. Realizzazione di Viadotti Moderni: Dove l’interramento non è possibile, si potrebbero costruire viadotti moderni, che non solo migliorerebbero la permeabilità urbana, ma potrebbero anche diventare elementi architettonici distintivi. Viadotti verdi, con giardini pensili, potrebbero inoltre contribuire a migliorare la qualità dell’aria e l’estetica urbana.
  3. Riqualificazione dei Terrapieni Esistenti: I terrapieni esistenti potrebbero essere trasformati in spazi utili e attraenti attraverso progetti di riqualificazione urbana. Murales artistici, pareti verdi, e illuminazione innovativa potrebbero ridurre l’impatto visivo negativo e valorizzare le strutture esistenti.
  4. Miglioramento della Mobilità attraverso Sottopassi e Sovrappassi: La costruzione di nuovi sottopassi e sovrappassi pedonali e ciclabili migliorerebbe la mobilità urbana, riducendo i tempi di percorrenza e aumentando la sicurezza. Progetti di design innovativi possono rendere questi passaggi dei veri e propri landmark urbani.
  5. Valorizzazione e Protezione delle Strutture Architettoniche Storiche: Le strutture storiche, come i ponti reticolari in ferro e i viadotti in cemento e mattoni, dovrebbero essere valorizzate e protette come parte del patrimonio architettonico della città. Questi elementi possono diventare attrazioni culturali e turistiche, contribuendo a diversificare il paesaggio urbano.

Esempi da Altre Città

  • New York City, USA: La High Line, un parco lineare realizzato su una sezione dismessa di una ferrovia sopraelevata, è diventata una delle attrazioni più popolari della città, dimostrando come le infrastrutture ferroviarie possono essere trasformate in spazi verdi urbani.
  • Parigi, Francia: La Petite Ceinture, una vecchia linea ferroviaria, è stata in parte trasformata in parchi e percorsi pedonali, offrendo nuovi spazi di svago e collegamento tra i quartieri.
  • Seoul, Corea del Sud: Il progetto Cheonggyecheon ha visto la rimozione di una sopraelevata autostradale per ripristinare un corso d’acqua e creare un parco urbano, migliorando la qualità della vita e l’attrattiva della città.

Questo mi è venuto da pensare, ed è necessario un approccio integrato e creativo per affrontare i problemi causati dalle infrastrutture ferroviarie nelle città italiane. La combinazione di soluzioni tecniche e interventi urbanistici può trasformare questi elementi da ostacoli a risorse, migliorando la qualità della vita urbana e valorizzando il patrimonio architettonico esistente.

Torna all’Indice della Newsletter