UCTAT Newsletter n.57 – GIUGNO 2023
di Filippo Rodolico
Il fenomeno del persistente aumento degli edifici dismessi, sta ormai assumendo proporzioni allarmanti in tutta Italia e in particolare nel nord e nelle grandi città come Milano.
Se esaminiamo la situazione di Milano, in cui si trovano più di duecento edifici dismessi e abbandonati al degrado, si capisce come questa problematica stia provocando, soprattutto nelle periferie della città, una diminuzione della vivibilità e della sicurezza percepita dai cittadini che la abitano.
Prendiamo in esame due casi emblematici di edifici dismessi presenti in periferia, che sono particolarmente critici per la loro posizione e per il degrado che stanno causando.
Il primo è l’edificio o meglio il complesso di edifici situato in via Quintiliano 40. Era la sede storica della “Morning Studio” conosciuta come la “Cittadella della Musica”. In quegli studi hanno registrato i loro dischi cantanti famosi come Eros Ramazzotti, Laura Pausini, Pooh, Ivano Fossati, Vasco Rossi, Depeche Mode, Robert Palmer.
Nel 1998 lo sfratto, una vera follia aver mandato all’aria quello che era uno dei simboli dell’arte musicale per creare un ambiente degradato, malsano, pericoloso per gli abitanti abusivi, che lo hanno frequentato e frequentano tuttora da più venti anni ma anche per tutti i residenti della zona.
Il complesso dismesso si trova proprio di fronte all’insediamento noto come Quid Quintiliano,
Quid Quintiliano è un esempio positivo di edilizia convenzionata, che offre 89 appartamenti in affitto a canone calmierato a cittadini e famiglie che non hanno un reddito così basso che permetta loro di accedere alle case popolari ma non sufficientemente elevato per poter accedere al mercato libero degli affitti.
E’ un bellissimo esempio di Co-housing, che incentiva la socializzazione tra i residenti, mettendo a disposizione spazi comuni da utilizzare per eventi e occasioni speciali e anche la disponibilità di aree condominiali destinate alla realizzazione di piccoli orti da coltivare insieme.
Ebbene questo complesso si trova a convivere con l’area e gli edifici degradati su cui si affaccia. L’area e gli edifici di via Quintiliano 40 non sono solo interessati da occupazioni abusive ormai da anni, ma anche da incendi causati probabilmente dall’accensione di fuochi di fortuna per scaldarsi o per cuocere cibi, che hanno comportato più volte l’intervento dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine, con gravi disagi e pericoli per i residenti e per le attività commerciali della zona.
Solo per citare gli ultimi eventi, nell’agosto del 2022 si è sviluppato un vasto incendio (lo stabile come sempre era occupato da persone senza fissa dimora) che ha reso necessario l’intervento di numerose squadre di vigili dl fuoco dalle 23 della sera del 30 agosto fino alle 4 del giorno dopo. L’incendio è stato probabilmente di origine dolosa, visto che le fiamme si sono sviluppate da almeno tre focolai e sono stati messi in salvo tre occupanti che sembra non si fossero resi conto di quanto accadeva. La nube di fumo scaturita dall’incendio era visibile a chilometri di distanza e molti cittadini da varie parti della città hanno segnalato quanto accadeva. Si tenga presente che il complesso degli edifici abbandonato è attorniato da vegetazione incolta e non manutenuta che ha agevolato il diffondersi delle fiamme.
L’ultimo incendio si è verificato il primo marzo scorso, anche stavolta la colonna di fumo era visibile da tutta la città. L’incendio ha interessato il quarto e il quinto piano dello stabile ormai pericolante e sempre più fatiscente. Sono intervenuti anche in questo caso mezzi dei vigili del
fuoco che non hanno individuato persone all’interno e il rogo in questo caso sembra essere stato di origine accidentale, causato dall’incendio di materassi e rifiuti vari sicuramente appartenenti agli occupanti che utilizzavano l’edificio come dormitorio occasionale.
A fronte di tutto questo mi chiedo cosa faccia la Proprietà. Assolutamente niente fino a qualche mese fa, ma le proteste dei cittadini e dei Comitati di quartiere della zona, hanno alla fine indotto la Proprietà ad intervenire con una sommaria manutenzione del verde e l’installazione di una palizzata di legno per impedire l’ingresso abusivo. Tutti interventi oltre che tardivi insufficienti, continuano infatti le occupazioni abusive (scavalcare la palizzata non è difficile) e la vegetazione progressivamente è tornata a svilupparsi in maniera incontrollata. Inoltre ultimamente c’è il sospetto che all’interno degli edifici abbandonati possano svolgersi attività illecite.
Mi chiedo se è possibile per i cittadini e soprattutto per i residenti della zona, tollerare un tale degrado. Possibile che le Istituzioni non riescano a porre rimedio a tale situazione ormai fuori controllo? Possibile che non si riesca a trovare un utilizzo dell’area abbandonata per fare un parco, un centro di aggregazione giovanile, una qualsiasi attività al servizio della comunità? Il Comune ha il dovere di informare i cittadini sul destino di questa area, cosa che ad oggi non si è verificata.
Il secondo edificio che voglio esaminare è situato ad angolo tra via Mecenate e Via Fantoli, sede in passato della Telecom e adesso abbandonato e divenuto rifugio per sbandati e tossici, devastato nel 2015 da un incendio che ha interessato locali del 2° e 3° piano. Chi transita in via Mecenate, che nel 2026 sarà una delle vie utilizzate da chi vorrà raggiungere la futura Arena che sorgerà non distante , si troverà all’altezza di via Mecenate 95 di fronte a un edifico che potrebbe essere più vicino a realtà come Beirut che a realtà di una città come Milano. L’area è recintata con barriere fatiscenti , danneggiate e precarie che comunicano un senso di degrado e abbandono veramente forte nonostante a pochi passi si trovi l’enorme l’insediamento di Gucci.
Faccio rilevare che gli edifici dismessi di via Quintiliano e di via Mecenate distano non più di un centinaio di metri dal Commissariato di Polizia Mecenate, una evidente contraddizione tra una sensazione di sicurezza data dalla vicinanza del Commissariato, con la percezione di insicurezza data ai cittadini dai suddetti edifici abbandonati.
Anche in questo caso non si hanno notizie precise da parte delle Istituzioni, si sa solo che è in corso una procedura fallimentare e questo non da molte speranze sulla possibilità di giungere in tempi accettabili a una decisione e a un intervento di rigenerazione dell’edificio e dell’area. Quelli da me presi in esame sono solo due esempi di aree ed edifici abbandonati che necessitano di un intervento di riqualificazione e rigenerazione, ma danno una chiara indicazione delle conseguenze devastanti provocate dall’abbandono e dal degrado di questi siti. Le istituzioni hanno il dovere di trovare soluzioni che diano ai cittadini la possibilità di recuperare la vivibilità dei quartieri in cui è presente questo fenomeno. Il degrado è come una malattia infettiva che si sta manifestando soprattutto in periferia, ma che gradatamente, se non si interviene, inevitabilmente si propagherà in tutta la città.


