UCTAT Newsletter n.70 – SETTEMBRE 2024
di Carlo Lolla
L’approcciarsi, e lo studio, nel governare un territorio deve essere considerato nel suo complesso, nella sua generalità globale. Nel percepire e prevedere un cammino d’eccellenza, per quanto possibile, ma in maniera tale che le varie ipotesi solutive permettano una riqualificazione graduale, nel medio-lungo periodo, della città, e non solo.
I temi collettivi sono il punto di partenza nel costruire, o ricostruire, una città. L’accessibilità deve essere un punto nodale sia esso visivo, sia progettuale sia nella continuità materiale della città fisica, sia nella compattezza della città morale (Marco Romano).
E’ essenziale individuare una lettura del patrimonio edilizio sia per la sua coscienza storica sia per i nuovi criteri interpretativi. Il mantenimento della tradizione con l’aggiornamento innovativo. Una città più bella è nella espressione dei suoi vari linguaggi, delle sue strade e piazze, di siti e paesaggi, parchi e giardini, ma per ottenere questo occorre una elevata coscienza culturale, una partecipazione significativa, nel mantenere la tradizione storica ma pronta alla sfida di nuove innovazioni.
Disegnare una città a comparti è disdicevole, pensare ad una città compatta, che non eluda l’intorno, è vitale. Si dovrà, per Milano, individuare le sue potenzialità e le sue debolezze. Alcuni aspetti delle sue potenzialità riguardano la moda, la musica la finanza, l’arte, la ricerca universitaria, l’architettura, il suo polo fieristico. Le sue debolezze riguardano ambiti obsoleti (vecchi quartieri di case popolari), l’emarginazione delle periferie, strade e piazze disgregate con il resto della città.
Affinché la nostra città sia piacevole si deve far leva su “patrimoni” fondamentali, visione di obbiettivi chiari, scelte strategiche, ricerca di soluzioni, ricerca del meglio. Forte qualità del luogo e che nel suo aspetto urbanistico incida la multifunzionalità, la qualità gradevole (manca) e che le periferie abbiano una loro dignità.
Che vi sia armonia col territorio, vera eccezione, ma che non deve essere una norma. Essere creativi ed essere culturalmente, nonché intellettualmente, accettati e propositivi verso la collettività, affinché la stessa ne comprenda le ragioni e il giudizio sia di qualità.
I TEMI
Le periferie: pensare all’abbattimento totale d’interi vecchi quartieri realizzati nel periodo post bellico, case ormai fatiscenti, architettura brutta e mediocre, insicure e con stati di degrado sanitario obsoleto.
Viabilità: la realizzazione di un sistema viabilistico deve prevedere una circolazione fluida, con nuovi percorsi che prendano in considerazione anche una viabilità sotterranea. Non dimenticando di potenziare la maglia provinciale e locale che faciliti la percorribilità della città principe, affinché si possa usufruire della città stessa nella sua totalità d’attrazione. Eliminando le situazioni di criticità si propende, anche, alla salvaguardia dell’ambiente.
Verde: pensare all’ambiente e prediligere il verde come collante della comunità, si ha l’aggregazione e l’integrazione che si relaziona e si confronta nel suo spazio naturale.
I Navigli: queste infrastrutture storiche sono un patrimonio monumentale e culturale straordinario per la nostra città, “l’acqua come presupposto ambientale irrinunciabile per Milano”, il tema dell’acqua è elemento essenziale dell’EXPO e non solo. La navigabilità turistica è di grande interesse, con prospettive di vita e di nuove scoperte della città. Nel dinamismo della trasformazione contemporanea, individuare la lettura del patrimonio per la sua conoscenza storica, implica un punto nodale e visivo e progettuale nella continuità della città corporea e nella compattezza della città morale nei suoi concetti complessivi.
La cintura ferroviaria: recupero originario, eliminando i cartelloni pubblicitari sui ponti, rovinano l’architettura e non permettono una certa permeabilità tra le zone.
Una azione “benefica” deve essere effettuata per stadi/comparti, si dice un po per volta, pensare ad una città che sia legata tra centro storico, centri (ex borghi), periferia che diano dignità ai cittadini, i quali in alcuni casi vivono solo una vita materiale, vita da emarginati, al fine di evitare stati disgreganti.
Rompere questo telaio isolato è necessario, utile. Piazze e strade tematizzate raccordate in un tutt’uno con la città vera.
Non devono esistere quartieri autonomi. Si deve dare la consapevolezza di appartenere non solo alla città ma anche alla “città metropolitana”.
Un disegno complessivo della città è essenziale, anche se il futuro Piano di Governo del Territorio (PGT), nelle intenzioni dell’assessore Giancarlo Tancredi, promette importanti innovazioni. Pensa a introdurre il progetto per una città di prossimità (perché sino ad ora si è pensato ad una città di lontananza?) è un concetto che implica la definizione puntuale degli spazi pubblici in ogni quartiere, con connessioni più solide, reti ciclabili ben strutturate, nuove alberature e piazze rigenerate. Questo PGT, nonostante le promesse di innovazione, rischia però di aggiungere complessità invece di semplificare, poiché si pensa all’introduzione di un “Atlante dei quartieri.” Da tempo si discute del policentrismo, con l’obiettivo di partire dal basso (sono anni che se ne parla) , ma finora si è fatto ben poco.
Il piano prevede anche un aumento delle quote di edilizia sociale, ma non vi è nulla di particolarmente nuovo su questo fronte. Si parla inoltre della creazione di nuovi spazi urbani che includano residenze sociali, ma resta da capire come queste iniziative saranno concretamente attuate. Il vero punto cruciale, tuttavia, è il raccordo tra la città storica e la città metropolitana (alla buonora) , un collegamento necessario da tempo e che ora si intende finalmente realizzare, coinvolgendo anche i comuni limitrofi.
Non vogliamo sembrare saccenti, ma altre città come Amsterdam e Copenaghen hanno già implementato con successo politiche di sostenibilità e prossimità. Per raggiungere questi obiettivi, Milano deve offrire ai cittadini servizi pubblici efficienti e sufficienti. In tema di spazi verdi, Singapore è un esempio eccellente di come parchi e giardini possano essere integrati armoniosamente nel tessuto urbano.
Tutto questo poteva essere previsto e programmato anni fa, ma Milano, purtroppo, ha spesso sofferto di una leadership debole, che ci ha costretto a rincorrere il progresso in ritardo.
Speriamo che questa volta l’assessore Tancredi ci smentisca, avviando i primi strumenti necessari con intelligenza, ambizione, creatività e una visione culturale e intellettuale all’altezza della sfida.
P.S. Urban Curator TAT ha già pubblicato articoli, nelle sue Newsletter, inerenti ai temi di attualità sulla città. (Rif. Newsletter nn. 58, 59 e 65).

