I grandi progetti nel Municipio 4

UCTAT Newsletter n.23 – maggio 2020

di Giovanni Castaldo

L’associazione UCTAT da tempo studia ed elabora proposte per il contesto sud-est della città di Milano, riconoscendolo come uno dei più dinamici per quantità e rilievo delle trasformazioni urbanistiche e architettoniche in attuazione e in programma.

Un’attenzione per questo quadrante urbano che si è tradotta anche in una collaborazione con il Municipio 4, con l’organizzazione di molteplici iniziative di studio e approfondimento, quali convegni, seminari, workshop. Nell’ottica di favorire il dibattito pubblico e la partecipazione della popolazione attorno ai progetti e alle potenzialità della zona. Tra le iniziative più significative si segnalano: il Convegno “Proposte e progetti per il Sud Milano” del 19 luglio 2017 – incentrato sul progetto di valorizzazione dell’ampio sistema di spazi pubblici gravitanti sull’asse di Corso Lodi -, il Convegno “Una strategia per il Sud-Est di Milano: l’Hub di Rogoredo” del 24 ottobre 2018 – focalizzato sulle potenzialità di valorizzazione del nodo di interscambio di Rogoredo – e il Convegno “Rogoredo/Santa Giulia/Taliedo: Le tre sfide” dello scorso 26 novembre 2019 – che ha approfondito le problematiche della riqualificazione del comparto abbandonato di via Medici del Vascello, del completamento sistema del verde di Santa Giulia e della trasformazione di ampie aree nei pressi di via Salomone con anche approfondimenti legati alla realizzazione della stazione Zama della futura Circle Line.

Il contesto sud-est non trova paragoni in altri ambiti di Milano per l’estensione territoriale di ambiti di riqualificazione, la previsione di nuovi servizi e attrezzatture, l’insediamento di migliaia di nuovi abitanti e la riorganizzazione del sistema della mobilità con nuove linee tramviarie, nuove stazioni ferroviarie e l’attivazione della circle line.
Una costellazione di interventi che muove dalla riqualificazione dello scalo di Porta Romana – con l’insediamento di nuove funzioni incluso il Villaggio Olimpico per i Giochi invernali 2026 e con la trasformazione delle aree limitrofe con il progetto Symbiosis di Covivio, lo studentato nell’ex Consorzio agrario di Hines e gli investimenti in zona di Coima e Blackstone -, al nodo di Rogoredo con le tante iniziative che li si stanno consolidando – Santa Giulia Nord con anche l’Arena per le Olimpiadi 2026, Merezzate, Connecto Center, Spark 1 e Spark 2, il complesso alberghiero, l’ex scalo Rogoredo, il nuovo Conservatorio, la trasformazione dell’ex caserma Bonfadini-Taliedo -, alla trasformazione dell’Ortomercato, sia delle parti strumentali che di quelle dismesse, fino, a est della linea ferroviaria, all’insieme diffuso e capillare di interventi di recupero e trasformazione del quartiere Taliedo lungo l’asse di via Mecenate. Senza considerare anche altri grandi interventi previsti a San Donato Milanese, adiacenti al Municipio 4 (SportLifeCity, VI Palazzo Uffici, nuovi sviluppi residenziali, ecc.).
Una trasformazione quindi particolarmente consistente e complessa con orizzontati temporali di attuazione lunghi, qui solo sommariamente delineata, che, come ha più volte sottolineato UCTAT, necessiterebbe di un disegno complessivo strategico, in grado di inquadrare le molteplici e diversificate azioni all’interno di una visione di lungo periodo, per tutelare le caratteristiche ambientali di questo quadrante, valorizzare le tracce e le permanenze di un paesaggio storico sia industriale che rurale e, quindi in prospettiva, garantire adeguati livelli di qualità urbana.

Nelle ultime settimane sono state annunciate alcune importanti novità che riguardano i tre progetti principali di questo contesto: la riqualificazione dell’ex scalo di Porta Romana, il recupero dell’ex Macello e la realizzazione dell’intervento Santa Giulia Nord.

Per quanto riguarda lo scalo Romana, l’11 maggio è stata avviata la seconda fase della gara per la vendita. A marzo si era conclusa la prima fase che riguardava la preliminare Manifestazione di interesse da parte di operatori immobiliari.  La seconda fase, attualmente in corso, prevede la presentazione da parte dei concorrenti di un’offerta di vendita non vincolante. Seguirà poi un’ulteriore fase con le offerte vincolanti. Al momento le due prime cordate note sono Coima, che si propone a fianco di Covivio e del gruppo Prada, mentre un’altra cordata è costituita da Hines insieme a Varde e Borio Mangiarotti.
L’ex Scalo di Porta Romana fa parte del più ampio progetto per la riqualificazione dei sette ex scali ferroviari dismessi avviato con la sottoscrizione dell’accordo di programma firmato nel 2017 da Comune di Milano, Regione Lombardia e Gruppo FS Italiane. Gli ex scali ferroviari occupano una superficie libera di circa un milione di metri quadrati, il 65% dei quali saranno destinati ad aree verdi. Si tratta del più grande piano di rigenerazione urbana che riguarderà Milano nei prossimi decenni, uno dei più grandi progetti di ricucitura e riqualificazione cittadina in Italia e in Europa.
L’ex scalo Romana ha una estensione considerevole, di circa 20 ettari. La trasformazione dell’area è legata alle Olimpiadi invernali del 2026 dal momento che nello scalo è previsto l’insediamento del Villaggio Olimpico. Terminato l’evento sportivo, le residenze degli atleti saranno riconvertite residenze per studenti universitari e housing sociale. Sulla base di quanto previsto dal Dossier di candidatura olimpica, il Villaggio sarà costituito da cinque edifici di sette piani disposti su 6.500 m2, con 80.000 m2 di superficie disponibile per edifici temporanei e servizi. Più nel dettaglio, il Villaggio ospiterà 70 camere singole e 630 doppie (280 delle quali accessibili ai disabili) per un totale di 1.330 residenti. Ciascuna camera sarà dotata di bagno privato.
La timeline di trasformazione dell’area vede come primi interventi proprio la realizzazione del Villaggio olimpico. Parallelamente è stato avviato anche il progetto di riqualificazione funzionale e architettonica della Stazione FS di Porta Romana, che costituirà un importante punto di collegamento per gli atleti così come per l’insediamento dello scalo Romana nel suo complesso, costituendo un punto di interscambio tra la linea ferroviaria della futura circle line e la limitrofa stazione Lodi TIBB della M3. 

Una seconda novità riguarda per il Municipio 4 riguarda il recupero della grande area dismessa dell’ex Macello, limitrofa all’Ortomercato ancora in funzione e con programmi di ammodernamento e sviluppo.
L’ex Macello, di proprietà comunale, è infatti uno dei siti inseriti dal Comune di Milano all’interno della cornice di concorso internazionale Reinventing Cities-C40. Si tratta di un bando condiviso da un network di 94 città nel Mondo, che ha l’obiettivo di promuovere interventi di riqualificazione di ambiti dismessi o degradati da destinare a progetti di rigenerazione ambientale e urbana, nel rispetto dei principi di sostenibilità e resilienza, con particolare attenzione a 10 sfide di carattere ambientale (Efficienza energetica ed energia a basse emissioni; Valutazione del ciclo di vita e gestione sostenibile dei materiali da costruzione; Mobilità a bassa emissione; Resilienza e adattamento climatico; Servizi ecologici per il territorio e lavori green; Gestione sostenibile delle risorse idriche; Gestione sostenibile dei rifiuti; Biodiversità, riforestazione urbana ed agricoltura; Azioni inclusive, benefici sociali e coinvolgimento della comunità; Architettura e design urbano innovativi).
In questo quadro, nell’edizione del C40 in corso, Milano ha messo a bando per progetti di recupero sostenibili: Piazzale Loreto, il nodo di interscambio Bovisa, lo scalo ferroviario di Lambrate, aree in via Monti Sabini e a Crescenzago, l’area dell’ex Macello e le Palazzine Liberty di viale Molise.

Il concorso, consistente in due fasi, una di Manifestazione di interesse e una di presentazione delle proposte progettuali dettagliate, prevede la partecipazione di team multidisciplinari, con competenze specifiche in materia urbanistica, architettonica, ambientale, ma anche dal punto di vista della gestione economico-finanziaria e legale del progetto, fino agli aspetti di partecipazione e coinvolgimento della cittadinanza alle scelte. È inoltre richiesta, anche se non condizione obbligatoria, la presenza di un promotore/finanziatore per dare un carattere di fattibilità delle proposte. 
L’area dell’ex Macello presenta delle caratteristiche uniche, sia in relazione alla sua estensione e caratteristiche ambientali, ma anche in relazione alla sua localizzazione urbanistica, per la presenza di un contesto che come detto sta affrontando e affronterà processi di modificazione e riuso particolarmente consistenti.
Il sito Ex Macello è un’area dismessa di circa 15 ha, già sede del macello comunale e del mercato avicunicolo, nell’ambito del mercato all’ingrosso di Milano. All’interno del perimetro di progetto si trovano molteplici edifici risalenti ai primi decenni del Novecento attualmente inutilizzati. L’area rappresenta un tassello importante per la rigenerazione del quartiere, a cavallo tra ambiti residenziali – come il complesso di edilizia popolare Molise Calvairate – e una serie di grandi recinti oggetto di riconversione, quali: il comparto degli ex Frigoriferi Milanesi, oggi sede di spazi espositivi, culturali e studi professionali, il quartiere di Porta Vittoria sorto sulle aree dell’ex scalo merci, in fase di completamento, che insedierà funzioni residenziali, commerciali, terziarie e ricettive oltre a un parco lineare e un centro sportivo, il complesso dei Mercati Generali, oggetto di un piano di sviluppo che prevede la ristrutturazione degli immobili esistenti.
Per la riconversione dell’area è necessario attenersi a specifiche prescrizioni. In particolare è previsto che rispetto alla superficie realizzabile pari a 125.000 mq circa, almeno il 50% sia destinato a edilizia residenziale sociale (il cui almeno 80% in affitto), il resto ha destinazione funzionale libera. Particolare interessante è anche che l’area sarà ceduta in concessione di 90 anni in diritto di superficie all’operatore che la trasformerà, a partire da un prezzo minimo fissato da bando. 
Il 5 giugno si completerà la prima fase di presentazione di Manifestazione di interesse, a cui seguirà fino al 2021, dopo la prima selezione di 3/5 finalisti, la seconda fase di elaborazione delle proposte progettuali.

Infine, sempre a inizio maggio sono stati pubblicati di documenti relativi alla Variante del Piano Integrato di Intervento di Santa Giulia.
Si tratta di un importante passo in avanti rispetto alla vicenda del grande progetto di Rogoredo-Montecity, con riferimento al completamento del cosiddetto comparto Santa Giulia Nord. Questa variante riguarda in particolare: la realizzazione del grande parco che di collocherà a nord della porzione di Santa Giulia già costruita e quella di prossima realizzazione (un grande parco di 36 ettari); la realizzazione della metrotranvia di collegamento tra la Stazione Rogoredo e la fermata M4 Forlanini; la costruzione dell’Arena “Palaitalia” prevista per i Giochi Olimpici invernali 2026 (struttura di 16mila posti che nel 2026 ospiterà le gare di hockey sul ghiaccio); la realizzazione delle volumetrie residenziali, terziarie e commerciali (circa 400.000 mq) secondo un nuovo assetto planivolumetrico.
Il percorso amministrativo vede dopo la pubblicazione della documentazione di variante, una finestra temporale di 60 giorni per la presentazione delle osservazioni, a cui seguirà la fase di approvazione finale.
La vicenda del progetto Santa Giulia e più in generale della riqualificazione del grande comparto un tempo Montedison-Redaelli è particolarmente estesa e articolata. In estrema sintesi, le prime azioni concrete per la trasformazione risalgono al 1989-1990, a valle della dismissione dei due grandi poli produttivi chimici e di acciaio, con l’approvazione di un Piano Particolareggiato, che porterà negli anni Novanta ad alcune limitate realizzazioni. Dopo passaggi di proprietà, nel 2004 viene presentato con enfasi un programma di sviluppo per tutto il comparto, con un masterplan disegnato dall’architetto Norman Foster e la partecipazione di altre grandi firme dell’architettura (progetto presentato anche alla X Biennale di Architettura di Venezia del 2006). Segue l’avvio dei lavori e la realizzazione del comparto sud, limitrofo alla Stazione Rogoredo. Nel 2008-2010 si susseguono una serie di vicende sia di carattere debitorio della società proprietaria, che relative a mancate bonifiche dei terreni che determinano una completa interruzione dei lavori. Solo nell’ultimo triennio, con la partecipazione di un nuovo assetto proprietario guidato dall’australiana Lendlease, è ripartito l’iter amministrativo finalizzato al completamento dell’intervento. La variante pubblicata questo mese si inserisce in questa fase, prevedendo un nuovo masterplan, nuovi servizi e nuove quantità. 

Questi tre grandi progetti nel complesso definiscono uno scenario di grande interesse per il Municipio 4, a cui si devono poi aggiungere molti altri interventi di minore estensione qui solo brevemente elencati.
In questo quadro, UCTAT ha sottolineato in più occasioni il ruolo centrale della Stazione di Rogoredo, che rappresenta una vera e propria cerniera tra più ambiti di trasformazione e una polarità del sistema di accessibilità a tutto il comparto sud-est di Milano. Un nodo infrastrutturale che necessita di importanti interventi di ammodernamento e potenziamento, per far fronte alla crescente domanda di mobilità dovuta anche ai nuovi rilevanti insediamenti nella zona, nonché per corrispondere adeguatamente al rango di “porta sud” di Milano, con l’attestamento dell’Alta Velocità e delle principali linee del trasporto ferroviario nazionale. Una riqualificazione che deve porre al centro la qualità dell’interfaccia tra i manufatti ferroviari e la città, dei fronti della stazione e degli spazi antistanti, per colmare le molteplici lacune ad oggi riscontrabili in termini di decoro, qualità ambientale e fruitiva e sicurezza. UCTAT, in questo senso, è attualmente impegnata nella definizione di una proposta progettuale specificatamente riferita agli spazi pubblici antistanti la Stazione (in particolare fronte ovest lato via Cassinis), con particolare riferimento ai necessari adeguamenti spaziali e funzionali per corrispondere alle nuove prescrizioni di distanziamento fisico, controllo degli accessi e di ottimizzazione dei flussi. L’associazione sta pensando a interventi contenuti per costo e complessità, di quindi facile e repentina realizzabilità.

Ex Macello di Milano
Ex Macello di Milano, Fabbricato 12 – Edificio Mercato Carni