UCTAT Newsletter n.20 – febbraio 2020
di Arturo Majocchi
Durante il 2019 e fino a oggi sono stati avviati concorsi di progettazione urbanistica che riguardano ambiti strategici della città e con una dimensione territoriale di rilievo. Se ne possono citare alcuni: quelli relativi ai sei scali ferroviari FS (Porta Genova per ora non è stato avviato) e quello definito come “Pirellino”, promosso da COIMA.
Trattasi di concorsi tutti promossi da soggetti privati, che ad esclusione di COIMA, non svolgeranno alcun ruolo nello sviluppo delle aree oggetto dei concorsi stessi. In particolare i sei concorsi sugli scali ferroviari, nonostante siano stati preceduti dal documento di ARUP ITALIA “Benchmarking di rigenerazioni urbane di successo su aree ferroviarie dismesse” del 2016 e da più di tre anni, dal Wookshop “DAGLI SCALI, LA NUOVA CITTÀ”, tenutosi allo scalo Farini nei giorni 15-16-17 dicembre 2016 e ( 2017 ) dalla mostra delle “Vision” al fondo scalo di Porta Genova con il coinvolgimento di noti architetti in campo internazionale ( Benedetta Tagliabue, Francine Houben, Stefano Boeri, Ma Yansong, Cino Zucchi ), vengono banditi senza tener conto dei dibattiti svoltisi in precedenza e delle cosiddette “suggestioni” avanzate dagli architetti, ma soprattutto con procedure fra loro diverse. Una prima osservazione riguarda perciò l’utilità delle manifestazioni citate e di alcune forme di partecipazione allargate messe in atto dai promotori, Comune compreso. Se risultanze positive erano state prodotte, queste avrebbero dovuto essere poste alla base dei successivi concorsi come linee guida fino a rappresentare alcuni vincoli di natura strategica sul futuro di Milano e della sua area metropolitana. Ma tutto ciò non si è verificato. Analizziamo ora le procedure concorsuali.
SCALI FARINI E SAN CRISTOFORO: (superficie totale dell’area circa 55,0 e 16,0 ha), unico concorso bandito dalle proprietà FS Sistemi Urbani e COIMA (che ha acquistato la società SAVILLIS con una porzione minima di terreno all’interno del perimetro dello scalo Farini), con la “collaborazione del Comune di Milano” ??, per la redazione del masterplan delle due aree. E’ risultato vincitore lo studio OMA con Laboratorio Permanente. Oltre ad alcuni dati volumetrici, di rapporto fra aree verdi e costruite, destinazioni d’uso e a una scheda contenuta nel PGT, non erano presenti indicazioni, linee guida, vincoli, ecc. di natura territoriale da parte della amministrazione comunale. Nella commissione giudicatrice costituita da sette membri con Presidente l’architetto Dominique Perrault era presente 1 membro designato dal Comune.
SCALI GRECO-BREDA E LAMBRATE: (superficie rispettivamente delle aree circa 7,3 e 7,0 ha), per lo scalo di Greco si è già giunti alla conclusione del concorso con l’assegnazione dell’area al team guidato da Fondo Immobiliare Lombardia (FIL) e gestito da Investire SGR con Fondazione Housing Sociale ( FHS ) come partner strategico, Barreca & La Varra per il progetto architettonico e paesaggistico e Arup Italia per il progetto urbanistico e ambientale. Per lo scalo di Lambrate verrà adottata la stessa curiosa procedura, ovvero la partecipazione a “Reinventing Cities”, bando internazionale promosso da C40 che comporta la cessione, al prezzo offerto nella proposta vincitrice, da parte di FS Sistemi Urbani della proprietà a un soggetto oltre che acquirente, anche sviluppatore e realizzatore del progetto già definito dagli stessi vincitori. Anche in questo caso qual’ è stato il contributo, in termini di futuro assetto delle aree, da parte dell’amministrazione comunale?
SCALO ROGOREDO: (superficie dell’area circa 2,1 ha), è stata adottata una ulteriore procedura da parte della proprietà realizzando un concorso di idee “AAA architetticercasi”, promosso da CONFCOOPERATIVE HABITAT e FONDOSVILUPPO per progettisti under 33. Il concorso si concluderà con una graduatoria di merito composta da cinque progetti premiati (dal primo al quinto) e un massimo di cinque menzioni d’onore. La proposta architettonica ed urbanistica espressa dal soggetto vincitore non vincolerà FS Sistemi Urbani, nè le altre società del Gruppo FS, nella futura attività di trasformazione urbanistica dell’area, né determinerà a favore del vincitore alcun affidamento delle attività di progettazione inerenti all’area di Rogoredo. Anche in questo caso il ruolo dell’amministrazione comunale sembra essere di attesa, senza comunque dare indicazioni territoriali di strategia sul ruolo del comparto e delle sue interconnessioni con il territorio circostante.
SCALO DI PORTA ROMANA: (superficie dell’area circa 21,6 ha), altra procedura in corso di definizione, sembra si prospetti una gara per la cessione diretta dell’area da parte della proprietà unitamente al masterplan risultato vincitore. Anche in questo caso, ad oggi, non c’è stata alcuna indicazione sull’assetto generale del territorio e del ruolo dell’area nel contesto metropolitano da parte dell’amministrazione comunale. L’ubicazione dello scalo Romana è strategica rispetto al forte sviluppo del sud est di Milano e rappresenta un’occasione unica per determinarne un assetto coerente e soddisfacente ai fabbisogni della collettività. L’unica indicazione data è la realizzazione del villaggio olimpico (peraltro di limitate dimensioni rispetto alla edificabilità consentita), da utilizzarsi poi come studentato.
PIRELLI 39: (superficie dell’area circa 26,4 ha), in questo caso siamo di fronte a un soggetto privato (COIMA SGR) che indice un concorso su una vasta area nodale e strategica, che comprende sì edifici di proprietà, ma soprattutto aree pubbliche di grande importanza per la presenza di una linea metropolitana, di assi stradali di grande scorrimento e aree a verde pubblico, oltre a un tratto di naviglio Martesana interrato). In questo caso sembrerebbe che l’amministrazione abbia totalmente abdicato al proprio ruolo non solo di proprietario delle sue aree, ma anche di cosa farne.
Questa sintetica carrellata sull’adozione di procedure concorsuali che riguardano aree sia di grandi dimensioni che strategiche ai fini del loro ruolo nel quadro delle scelte territoriali anche a più vasta scala, mette in evidenza l’assenza dell’amministrazione comunale nello svolgere un ruolo strategico di fondamentale importanza per lo sviluppo di Milano. Siamo di fronte, nei casi esaminati, a oltre un 1,2 di metri quadrati di territorio in aree altamente urbanizzate e con complesse interazioni con il territorio circostante. A fronte di una logica liberista sull’organizzazione urbanistica di un’area, che comporta gradi di libertà efficaci per gli obiettivi di sviluppo e/o di rigenerazione coerenti con quelli dei soggetti pubblici e privati, è necessaria una visione strategica da parte del soggetto pubblico. Gli interventi che si andranno a realizzare avranno un impatto sul territorio circostante non indifferente, che comporta la necessità di prevedere connessioni o interruzioni delle funzioni e del sistema infrastrutturale per garantire il corretto assetto del territorio all’interno e all’esterno dell’area di intervento. Soprattutto nel caso degli scali si deve tenere presente che comunque il 50-60% delle aree saranno cedute al Comune, che non può esimersi dall’indicare una specifica strategia sull’assetto del verde e dei servizi pubblici.
