Il pensiero di Empio Malara

UCTAT Newsletter n.54 – marzo 2023

di Carlo Lolla

“Empio Malara ci ha lasciati il 19 gennaio 2023. Architetto, urbanista, paesaggista, storico della città di Milano e del sistema dei Navigli milanesi e pavesi. Empio è stato autore di libri, saggi e numerosi articoli pubblicati in molteplici sedi, dalle riviste di settore ai giornali di diffusione nazionale.” Così la figlia Lucilla ricorda sua padre presso l’Ordine degli Architetti di Milano.

Mi fu amico e fratello, spesso ci si incontrava ai vari eventi da lui, o da altre Istituzioni promossi, e in quel frangente, conversando, si discuteva a quattr’occhi declinando il futuro per come doveva essere, nella sua mente, la città di Milano.

Ricordo benissimo in un sopralluogo fatto con la Commissione Edilizia ai Navigli, il cui tema riguardava la pubblicità sui ponti, la manutenzione e il loro ruolo. Ad un certo punto ci appartammo in un colloquio, inter nos, disquisendo sul contributo storico, paesaggistico e sociale che i Navigli trasmettevano. E devo dire che è stato, come sempre, illuminante nel suo declinare la cultura da intellettuale; ed alla fine del nostro raffronto ad una mia domanda chiesi “Cos’è che ti appassiona, e ti ha coinvolto talmente tanto la storia dei Navigli e del suo intorno?”.

Ebbene, Empio venne fuori con una frase, emblematica del personaggio, da amante della natura e del bello. In sostanza mi disse: “Vedi Carlo io sono felice quando tutte le mattine, e mi guardo attorno, noto il sole, la purezza dell’aria, l’energia vitale delle piante e, non ultima, l’acqua. Ecco l’acqua, i Navigli, la Darsena, la Conca di Viarenna sono i miei punti fermi, i miei attimi fuggenti”.

Come tutti sanno Empio scrisse molti libri, tra i quali ricordo: “Milano Città Porto”, “Milano & Navigli”, “I paesaggi dei Promessi sposi” e tanti successivi; ma oltre a questo si è sempre impegnato con progetti volti al recupero e alla valorizzazione delle via d’acqua interne, con particolare riferimento al sistema dei Navigli; il recupero delle sponde, la riqualificazione-trasformazione del paesaggio lungo gli stessi.

Due, soprattutto, furono le sue idee progettuali.

Una riguardava Il completamento dell’Idrovia Locarno-Milano-Venezia. Il ripristino della navigazione dal lago Maggiore sino alla laguna di Venezia era il disegno che Empio intendeva realizzare per offrire al turismo internazionale l’accessibilità via acqua ai castelli viscontei e sforzeschi e alle corti del Rinascimento italiano, restituendo così alla darsena di Milano, adeguatamente estesa, come lo è oggi, il suo ruolo storico di porto artificiale della Grande Milano. Alessandro Cannavò sul Corriere della Sera del febbraio 2016 affermava che a crederci con passione sono innanzitutto gli svizzeri. Erano già restaurate quasi tutte le conche da Locarno a Milano. Mancava, ma è essenziale, un porticciolo di collegamento con la Darsena.

E qui passiamo alla sua seconda idea: il progetto del porticciolo alla Conca di Viarenna.

La Conca di Viarenna si trova oggi tra la cerchia dei navigli e quella dei bastioni lungo la via Conca del Naviglio, ex via Vallone, un tempo strada di ripa del tratto di canale che collegava il Naviglio Ducale con il Naviglio Grande in tangenza al muro di fortificazione dell’antica cittadella.

Molteplici sono le ragioni, oltre al valore storico-scientifico di interesse europeo, che fanno attribuire alla Conca di Viarenna (detiene anche un particolare valore culturale ed economico direttamente correlato alla costruzione del Duomo) il titolo di insigne monumento civile della città. La Conca ebbe un ruolo importante nel risolvere il problema del trasporto dei marmi dal laghetto di Sant’Eustorgio a quello di Santo Stefano. Fu, in sostanza, un elemento di congiunzione fra il Naviglio Interno e il laghetto di Sant’Eustorgio, un piccolo porto ove arrivavano le merci del Naviglio Grande e di Bereguardo.

Questo è il patrimonio giunto ai nostri giorni. Ed Empio Malara perseguendo i suoi obiettivi e principi di valorizzazione pensava alla Conca di Viarenna, nel collegarla alla Darsena come base referente per la sosta delle imbarcazioni. Un piccolo porto funzionale al turismo, ma al contempo di valorizzazione per la Conca stessa.

Empio Malara ha pensato oltre. Ha percepito, scorso, intravisto, immaginato e …sognato.

Il sogno di poter viaggiare per le vie d’acqua interne e tramite la Conca di Viarenna, il recupero di un ramo di navigazione di grande valore civile risalente al 1588. Con la straordinaria attrattiva turistica, egli ha pensato di far rivivere i giardini lungo le rive dei navigli, le ville lombarde, le cascine, la trasformazione dei paesaggi nel tempo, come apparivano agli occhi di Gaspare Vanvitelli, di Bernardo Bellotto, di Pietro Brancaleone nei loro dipinti.

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