Il progetto ambientale delle soluzioni basate sulla natura

UCTAT Newsletter n.23 – maggio 2020

di Andrea Tartaglia e Elena Mussinelli

Un recente articolo del Corriere della Sera (Giardini verticali e facciate verdi. È la Treetopia, l’utopia delle città costruite intorno alle piante, 24 maggio 2020) sottolinea come il verde sia diventato il nuovo elemento caratterizzante il progetto architettonico e urbano, come testimoniano i numerosi esempi di boschi verticali, palazzi e città foresta citati dall’articolo.
Una rediviva “utopia degli alberi”, considerati i soli elementi in grado di ristabilire un più equilibrato rapporto tra costruzioni e natura, tra sviluppo urbano e biodiversità.

Il tema è da tempo parte integrante delle agende politiche locali e sovranazionali: il rapporto della Commissione Europea “Towards an EU Research and Innovation policy agenda for Nature-Based Solutions and Re-Naturing Cities” (2015), ad esempio, ha chiaramente focalizzato le valenze applicative delle soluzioni basate sulla natura, quali appunto il tree-planting, quali strumenti efficaci per l’attuazione di strategie comunitarie che individuano nel capitale naturale e nei servizi ecosistemici gli elementi essenziali per promuovere e attuare forme di sviluppo urbano più sostenibili e resilienti. Si tratta infatti di soluzioni che possono contribuire all’incremento della resilienza dei sistemi urbani e alla mitigazione del climate change, al recupero ecosistemico di ambiti degradati e a una più efficace gestione dei rischi ambientali.
La progettazione, realizzazione e gestione degli interventi di trasformazione dell’ambiente costruito sono sempre più chiamate all’impiego di sistemi e componenti naturali che supportino i processi di rigenerazione urbana, anche a sostegno della green economy, con applicazioni in contesti di riqualificazione dello spazio pubblico, di recupero di brownfield, aree urbane residuali e manufatti incompiuti o dismessi, e più in generale in tutti gli ambiti interessati da processi di riattivazione urbana in chiave ambientale e sociale.

Tuttavia, come ha messo in evidenza l’arguto e provocatorio approccio artistico di Ugo La Pietra in una serie di lavori raccolti sotto il titolo di “Il verde risolve” (2013-2015), non poche sono le contraddizioni riscontrabili nella visione mainstream di una rinnovata e pervasiva presenza della natura in città. Prima tra tutte quella che riduce la complessità del progetto ambientale a interventi di mero greenwashing e green marketing; un fenomeno così diffuso da essere ormai oggetto di studio e dibattito anche in ambito scientifico. In contesti connotati da elevata densità edilizia e bassa qualità ambientale e paesaggistica, nelle periferie deprivate dei luoghi dell’aggregazione e della socialità, nel crescente degrado e impoverimento degli spazi pubblici urbani, il verde che “risolve” tutti i mali delle città non può che attrarre facili consensi. Con poca attenzione però al fatto che alcune scelte non pensate e verificate alle diverse scale possono però comportare ricadute quali un nuovo consumo di suolo, a fronte di un immenso patrimonio costruito che continua a permanere in stato di abbandono e degrado, uso di risorse e emissioni non compensate dal nuovo verde, o semplicemente problemi manutentivi e gestionali.

È in questo contesto culturale che, lasciando alle archistar il compito di immaginare per il futuro scenari verdi più o meno accattivanti ma non sempre concretamente sostenibili, abbiamo attivato presso il Politecnico di Milano il Corso di Perfezionamento in “NBS-Nature Based Solution: progetto, valutazione e gestione. Metodi, strumenti e tecniche per l’impiego delle NBS nei contesti urbani in regime di climate change, un corso ricco di contributi multidisciplinari che ha l’ambizioso obiettivo di innalzare il livello delle conoscenze scientifiche e delle competenze tecniche dei giovani e anche meno giovani architetti e delle diverse figure che operano a vario titolo nel campo della trasformazione dell’ambiente costruito. Per contribuire alla formazione di professionisti culturalmente consapevoli della complessità dei temi ambientali e dotati dei saperi tecnici, anche specialistici e interdisciplinari, necessari per individuare le soluzioni morfologiche e tecno-tipologiche più appropriate e fattibili per la rigenerazione ambientale dello spazio urbano. Anche con la capacità di valutare gli effettivi benefici delle soluzioni adottate, e quindi la loro appropriatezza sotto il profilo di un reale incremento della qualità dell’ambiente urbano e della sua fruibilità e salubrità.

Tratto caratterizzante del corso è il trasferimento di metodi e strumenti per il progetto di soluzioni basate sulla natura – quali piantumazioni, superfici verdi (anche su tetti e facciate) o permeabili, biobacini, ecc. – a partire da un approccio analitico e valutativo site specific, mirato ai caratteri urbani e alle criticità ambientali che connotano ogni singolo contesto di intervento. Spogliando quindi tali soluzioni dalle seducenti vesti del fashion, per ricondurle convintamente all’interno delle categorie di un progetto “necessario”, dove le alternative di intervento vengono valutate secondo modelli basati su evidenze scientifiche e verificati attraverso attente azioni di monitoraggio ex ante ed ex post.

Il Corso di svolgerà tra settembre e gennaio 2021.

NBS-nature-based solution progetto, valutazione e gestione – metodi, strumenti e tecniche per l’impiego delle NBS nei contesti urbani in regime di climate change

http://www.poliedra.polimi.it/corso_nbs/