UCTAT Newsletter n.59 – SETTEMBRE 2023
di Valeria D’Ambrosio e Maria Fabrizia Clemente
L’immagine delle principali città europee ed italiane, come Parigi, Vienna, Roma e Milano, è stata caratterizzata, sin dalla fine del XIX secolo, dalla presenza di servizi e attrezzature per il commercio e le attività di ristorazione all’aperto su suolo pubblico favorendo l’interazione sociale e la convivialità dei cittadini. Negli ultimi decenni, soprattutto nei contesti storici, si registra, peraltro, un rapido e incontrollato aumento delle attività a carattere ristorativo con annessi dehor, ossia insieme degli elementi e delle attrezzature a supporto delle attività di ristorazione su suolo pubblico.
I dehor sono diventati oggi parte integrante del tessuto e dell’immagine urbana, condizione che ha determinato la riorganizzazione dello spazio pubblico in una convivenza necessaria tra città-consumo-commercio alterando, tuttavia, in alcuni casi anche i modi di vivere e fruire la città storica. Il progetto dei dehor richiede di essere collocato in tal senso entro il più ampio sistema delle attrezzature pubbliche per la fruibilità e la qualità urbana, tenendo in considerazione anche gli aspetti funzionali-spaziali ed esigenziali-prestazionali in relazione ai requisiti di sicurezza, accessibilità, comfort e benessere dei cittadini.
Nello scenario delineato, il progetto dello spazio pubblico nelle città italiane caratterizzate da centri storici di significativo valore, costituisce uno dei temi di maggior interesse di dibattito scientifico-culturale, operativo e socioeconomico: da un lato vi è la necessità di tutelare le esigenze della città e dei residenti, dall’altro quello di promuovere e sostenere le attività commerciali. Negli ultimi anni, infatti, nei processi di attualizzazione e rinnovamento dei Regolamenti, alcune Amministrazioni Comunali hanno previsto l’istituzione di tavoli tecnici con rappresentanti di diversi stakeholder, come Comuni e Soprintendenze, uniti ad audit con le associazioni di categoria, tale approccio è risultato particolarmente efficace negli aspetti di tutela e valorizzazione dei contesti e rispetto delle esigenze di tutti gli stakeholder coinvolti.
A scala nazionale l’avvento della pandemia da Covid-19 ha determinato l’incremento di norme e concessioni per l’occupazione di suolo pubblico a carattere transitorio per far fronte alla crisi economica post-lockdown ma anche per rispettare la normativa igienico-sanitaria in merito al distanziamento sociale. In risposta alla deregolamentazione post-Covid in molteplici centri storici si è verificato un incremento spaziale incontrollato dei dehor a discapito della sicurezza pubblica e del decoro urbano, della qualità ambientale e della convivenza tra residenti e commercianti. Il progressivo aumento dei flussi turistici negli ultimi ha aggravato la situazione, evidenziando la necessità di trovare un nuovo equilibrio tra la promozione delle attività di ristorazione e la tutela dell’identità e del valore storico-documentario dei contesti storici. In risposta a tali sfide, città come Firenze e Napoli hanno iniziato a dotarsi di strumenti di regolamentazione più rigidi con l’obiettivo di diminuire la pressione delle attività di somministrazione nei centri storici per salvaguardarne il carattere storico-documentario.
In alternativa a tante e diffuse condizioni di deregulation, il progetto dei dehor dovrebbe dunque essere inteso come uno strumento per la riqualificazione in chiave urbana ed ambientale dei centri storici valutando gli aspetti di compatibilità con il contesto, gli allineamenti e i posizionamenti, in adiacenza o in prospicienza agli edifici, la modularità e l’omogeneità delle strutture, favorendo inoltre la fruibilità percettiva delle emergenze architettoniche e delle prospettive urbane accanto al valore storico-documentario dei contesti.
All’interno di tali processi rigenerativi, una modalità efficace risiede nella proposta di Progetti Integrati d’Ambito ovvero azioni progettuali unitarie capaci di determinare un approccio alla riqualificazione di intere aree di particolare pregio, piuttosto che singole richieste che potrebbero determinare una semplice sommatoria di interventi mediante proposte di tecnici incaricati da gruppi di esercenti che prevedano, oltre al progetto dei dehor, anche miglioramenti dell’attrezzatura urbana – punti di sosta, pavimentazioni, stalli per i mezzi di mobilità ecologica, ecc. – nonché dell’immagine e dell’identità urbana.
