Il progetto di rigenerazione del quartiere ERP di San Girolamo a Bari

UCTAT Newsletter n.83 – NOVEMBRE 2025

di Adolfo F. L. Baratta, Fabrizio Finucci, Antonella G. Masanotti

Il processo di miglioramento della qualità dell’abitare su larga scala comporta interventi strutturati sul patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP), tema di crescente attenzione. Vetustà, obsolescenza, criticità strutturali, vulnerabilità e marginalità sociale [ORCA, 2021] richiedono un lavoro urgente e integrato sulla rigenerazione del patrimonio pubblico.

In tale ambito si inserisce la ricerca oggetto di una convenzione onerosa fra il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre (Responsabile scientifico prof. Adolfo F.L. Baratta) e l’Agenzia Regionale per la Casa e l’Abitare pugliese (ARCA) (Responsabile scientifico avv. Piero De Nicolo) con l’obiettivo generale di definire un abaco di strategie per la gestione e valorizzazione dell’edilizia abitativa dell’ente. Il patrimonio ERP in Puglia ammonta a quasi 62.000 alloggi [PUSH, 2021], di cui oltre l’80% di proprietà delle cinque ARCA, mentre le restanti appartengono ad altri enti e ai Comuni. La distribuzione territoriale del patrimonio ERP risulta maggiormente concentrata nell’area di ARCA Puglia Centrale, che opera nella Città Metropolitana di Bari e nella provincia di Barletta-Andria-Trani e detiene più del 40% degli alloggi.

Nell’ottica di sperimentare metodologia e strategia di intervento, è stato individuato il quartiere di San Girolamo proponendo uno studio di fattibilità. Situato nella parte nord-ovest della città di Bari, con uno sviluppo costiero di oltre un chilometro, il quartiere si struttura sull’impianto progettato dall’architetto Vito Sangirardi, esponente del secondo Novecento barese che partecipò alla riqualificazione architettonica del quartiere Spine Bianche di Matera con Carlo Aymonino, Mario Fiorentino e Giancarlo De Carlo, che ha previsto la relazione tra gli immobili e la distribuzione in ampi spazi permeabili mai realizzati, determinando così un tessuto edilizio discontinuo. L’assenza di infrastrutture ha prodotto nel tempo un isolamento del luogo tanto da rappresentare oggi una ferita nel tessuto urbano. Le principali strategie urbane proposte per contrastare il degrado socio-abitativo sono incentrate su un approccio di rigenerazione integrale che combina interventi fisici, sociali ed economici.

Sotto il profilo sociale, la strategia rigenerativa mira all’incremento della mixitè e della coesione sociale, trasformando 80 alloggi della parte nord del quartiere, da ERP a Social Housing, senza fenomeni di gentrificazione. Gli 80 nuclei familiari, più 16 nuclei provenienti da un edificio da demolire, potranno trasferirsi in un edificio abbandonato in costruzione da oltre 10 anni, oggi in corso di completamento. I numerosi tagli dimensionali garantiranno alle famiglie un alloggio migliore con una superficie maggiore a quella ceduta. In una delle palazzine esistenti sarà introdotto l’Housing First con l’obiettivo di contrastare la marginalità sociale delle persone senza fissa dimora. È inoltre proposto un importante intervento rivolto all’accessibilità ambientale con l’inserimento in facciata di avancorpi con struttura indipendente in acciaio. Questi involucri abitabili ospitano gli ascensori a oggi non presenti contrastando la segregazione di persone anziane o con disabilità motorie, aumentano la superficie dell’abitazione fornendo spazi ulteriori di socialità e mediazione con l’esterno, e fungono da schermatura solare.

La proposta di rigenerazione propone poi una significativa ridefinizione della gerarchia e delle qualità dello spazio pubblico: una sequenza ordinata di spazi aperti risponde ai diversi profili esigenziali con aree di sosta e ludiche, parchi gioco e parchi pubblici. Si inseriscono dei poli attrattori con finalità di rigenerazione economica, come un piccolo mercato rionale ex novo, la ricollocazione di micro-servizi esistenti in nuovi edifici di maggiore qualità, rendendo possibili piccole demolizioni che migliorano lo spazio urbano. La configurazione degli spazi consente, inoltre, la creazione di un teatro urbano in una cavea ribassata e l’insediamento di un piccolo edificio polifunzionale destinato a presidio di legalità.

Per riammagliare il quartiere ed eliminare l’isolamento, il progetto prevede la razionalizzazione del sistema carrabile, aumentando gli accessi e ottimizzandone i flussi. Contemporaneamente, è prevista la pedonalizzazione estesa di gran parte dello spazio aperto con la viabilità carrabile residua riconvertita in Zona 30, garantendo sicurezza e accessibilità a livello urbano, grazie a intersezioni e attraversamenti rialzati. Il riordino del sistema mobilità si completa con l’inserimento di un parcheggio su due livelli di 170 posti disposto sul margine sud-ovest e la riorganizzazione strutturata di oltre 200 posti auto, una dotazione decisamente superiore agli attuali 65 parcheggi ufficiali, al fine di assorbire anche i flussi turistici legati alla stagione balneare.

Per gli aspetti ambientali, la proposta si concentra sulla permeabilità del suolo oggi molto ridotta, grazie a un aumento delle superfici con terreno vegetale e pavimentazioni drenanti, mentre, le superfici impermeabili saranno in materiali ad alto albedo per mitigare l’isola di calore. Le aree verdi con finalità ombreggianti sono incrementate da 800 m2 a oltre 3.700 m2, contribuendo a mitigare l’isola di calore. Le specie selezionate sono prevalentemente autoctone o diffuse (Pino d’Aleppo, Lentisco, Mirto, Rosmarino), per garantirne resistenza e facilità di manutenzione. Viene infine implementato un sistema di recupero della risorsa idrica piovana, grazie all’installazione di 22 vasche di accumulo interrate equivalenti a 10 giorni di fabbisogno irriguo. Infine, il playground e il teatro urbano sono pensati per trasformarsi in piazze d’acqua, un’utile strategia di adattamento a eventi atmosferici estremi.

La rigenerazione urbana a San Girolamo agisce in questo modo come strumento di cambiamento sociale e spaziale, utilizzando la riqualificazione edilizia per innescare processi virtuosi di rinnovamento del tessuto socioeconomico e di riconnessione fisica del quartiere con la città, provando a garantire l’accessibilità e la qualità della vita alle diverse scale.

Referenze

ORCA [2021]. “Disagio abitativo”. Disponibile da: www.regione.puglia.it/web/orca/disagioabitativo (Consultato il 20.11.2025).

PUSH [2021]. “Puglia Social Housing”. Disponibile da: https://push.regione.puglia.it/ (Consultato il 20.11.2025).

Figura 1. San Girolamo, planimetria del 1955.
Figura 2. San Girolamo, stato attuale.
Figura 3. San Girolamo, la proposta di trasformazione.
Figura 4. Sistemazione degli alloggi.
Figura 5. Pianta e prospetto degli avancorpi.
Figura 6. Gli avancorpi metallici.
Figura 7. Sistema delle permeabilità. Confronto tra lo stato di fatto e di progetto.
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