Il Verde di Milano

UCTAT Newsletter n.59 – SETTEMBRE 2023

di Massimo Mulinacci

I nostri alberi e di conseguenza i nostri parchi e giardini muoiono e continuano a morire a dispetto della miriade di buone intenzioni che ci piovono addosso ogni giorno. Non c’è nemmeno molto denaro messo a disposizione e gli alberi sono solo una parte di ciò che è chiamato “Verde”, che è composto anche da attrezzature e arredi. Così ricevono ancor meno attenzioni e cure, data l’esigua quantità di denaro residua di un budget già poco in carne. La Politica può e deve sancire, una volta per tutte, che l’ambiente è salute, mitigatore sociale, l’alveo dove tutto si rigenera. Deve modificare la dotazione economica dei centri di costo e togliere dal bilancio del Verde tutto ciò che non appartiene al mondo vegetale e biologico.

Deve, è mandatorio. La politica ha già perso molti treni. Questo potrebbe essere quello di troppo.

Sappiamo che un albero ha bisogno di cura, di acqua, di un terreno accettabile e la difesa dello spazio delle radici. Al momento i problemi si risolvono essenzialmente con la motosega, strumento adatto per quasi ogni evenienza.

Si considerano gli alberi quasi allo stesso modo di cento anni fa. Ma allora l’acqua c’era, lo spazio era tanto e il suolo era molto spesso di buona qualità. Gli alberi erano sostanzialmente arredo per i viali e corredo di parchi e giardini. Ora le condizioni sono molto diverse e la nostra conoscenza del comportamento degli alberi ha bisogno di crescere e complessivamente, se considerati come insieme nel paesaggio urbano, le variabili diventano tante, forse troppo.

Milano è una città sofferente. Il suo territorio e le creature vegetali sono in balia del caso. Lo abbiamo visto con la tempesta di luglio: una strage e una situazione complicata: sono rimasti in piedi alberi malati, quelli con poche radici e sono caduti alberi sani e viceversa. E torniamo alle variabili: troppe e difficili da misurare. Molte, se non tutte le domande che possiamo porci, ricevono una sola risposta: non ci sono dati sufficienti.

In agricoltura si utilizzano sistemi basati su Droni o su immagini satellitari, che nel nostro caso ci potrebbero aiutarci a determinare lo di salute di alberi e suolo. Le VTA potrebbero trarre un grande beneficio dalle analisi e dati forniti dagli strumenti a bordo del drone.  Potrebbe essere di aiuto per intervenire in tempo e con azioni mirate per siccità, malattie, parassiti e per lasciare la motosega a fare un riposino sul divano.

Non possiamo più fare a meno di strumenti di indagine che producano dati sufficienti a creare dei modelli attendibili.

Un’indagine puntuale e sincronizzata su migliaia di individui può essere possibile con strumenti IOT a basso costo, con a bordo una quantità di sensori sufficiente a rilevare tutte le grandezze necessarie per avere una visione completa dell’albero al quale sono attaccati.

Qui entra in campo la Partecipazione, con la Citizen Science della quale faccio parte, con un gruppo di volontari no profit. Lavorare insieme, per la conoscenza diffusa.

I dispositivi IOT misurano simultaneamente le grandezze e le inviano ad un server. Si possono connettere almeno un migliaio di alberi e raccogliere una grande mole di dati che possono essere elaborati in qualunque modo. Potrà essere stupefacente ciò che scopriremo da questo piccolo “big data”.

Dobbiamo far nascere “il mondo albero” una rete di conoscenze della vita degli alberi e del loro comportamento in tempo reale a tutti gli stimoli del mondo circostante.

Con una mappa del verde veramente real time, avremmo potuto mitigare gli effetti della tempesta?

Non so rispondere. Sono però ragionevolmente sicuro che saremmo in grado di affrontare la prossima. 

Milano, luglio 2023.
Torna all’Indice della Newsletter