UCTAT Newsletter n.54 – marzo 2023
di Chiara Agosti

“Oggi è impellente la necessità di utilizzare la Formula della Creazione per dare vita a un nuovo modello di società planetaria, a un nuovo equilibrio pacifico e armonico fra due mondi in conflitto, mondo naturale e mondo artificiale. Per dare vita al Terzo Paradiso”.
Con questa assunzione Michelangelo Pistoletto[1] ha aperto, lo scorso 22 febbraio[2], il primo di una lunga serie di seminari che quest’anno, per festeggiare il suo novantesimo compleanno, lo vedranno impegnato in un incedibile tour per presentare il suo ultimo libro “La formula della creazione”[3]. Un serrato calendario di incontri, seminari, interviste con l’obiettivo di veicolare, con modalità alla portata di tutti, il suo messaggio concreto di cambiamento verso una nuova società planetaria.
La sua ricerca per un mondo nuovo ha origine agli albori della sua carriera artistica, quando comincia attraverso l’autoritratto a chiedersi “chi sono io?” Negli anni Sessanta realizza i primi Quadri specchianti e in essi vede la verità sulle cose: Il quadro infatti riflette tutto ciò che ha di fronte, l’esistente entra direttamente in esso ma anche il passato alle spalle di chi osserva l’opera e il futuro a cui si guarda. Lo specchio dice la verità perché non può mentire. Da qui i passi successivi del suo fare arte hanno condotto alla definizione di una formula nella quale arte e scienza convergono: la Formula della Creazione.
La Formula consiste nel disegno di una linea che incrociandosi due volte formula tre cerchi. I due cerchi esterni rappresentano tutti gli elementi diversi e opposti che, unendosi nel cerchio centrale, danno vita all’universo e al suo continuo espandersi.
Con questo segno Pistoletto connette la creazione naturale con la creazione artificiale, una formula che diventa un credo per il proseguo della vita umana sul pianeta. L’uomo ha creato un pianeta sempre più artificiale, disconnesso dalla natura e con essa in collisione, è dunque tempo di essere autori di una nuova era nella quale l’unione, grazie ad arte e scienza insieme, tra il mondo naturale e il mondo artificiale porta a una terza fase dell’umanità, che l’artista ha chiamato Terzo Paradiso.
Applicare con questo obiettivo la Formula della Creazione significa credere nella responsabilità per ognuno di noi di concepire e realizzare la grande opera comune che è un’umanità nuova e quindi una nuova società.
L’opera artistica di Pistoletto non è solo arte, è fare. L’arte è intesa come capacità dell’uomo di fare artifici, di compiere un gesto che si inserisce nel sistema creativo della natura e che quindi va a modificarla. La responsabilità sta nel decidere come compiere il gesto.
Emblematico di questo processo di transizione verso una nuova società è il caso dell’ex Lanificio Trombetta di Biella, fabbrica in abbandono in cui Pistoletto ha dato vita a uno dei primi esempi italiani di recupero industriale. La Formula della creazione è una formula di rinascita tra passato, presente e futuro ed è in questo luogo che trova una sua multi-sfaccettata concretizzazione.
L’ex Lanificio, oggi Cittadellarte, è il luogo fisico e la comunità in cui ciò che si è immaginato come ideale di cambiamento per il pianeta diventa atto pratico della creazione di un cambiamento sociale. È un luogo in cui la rigenerazione ha rappresentato un’opera di rinascita, un modo per inserire delle funzioni che prima non c’erano, in cui l’arte è il grande soggetto della trasformazione.
La visione è largamente multidisciplinare poiché non si limita al sistema arte ma si immette in tutti gli ambiti, in tutte le discipline del tessuto sociale: politica economia, religione, scuola, educazione, architettura ecc. sono animati e rigenerati dal fenomeno attivo della creazione. Fenomeno che diventa uno strumento diffuso che tutti possono usare, non individualmente ma attraverso le organizzazioni, i mestieri, le discipline, i vari ambiti in cui si opera. L’impegno in ogni ambito fa sì che i vari settori si combinino fra di loro per dar luogo a un nuovo modo di esistere, nato dalla molteplicità e quindi multidisciplinare e multiculturale.
Multidisciplinarietà e multiculturalità sono concetti che devono stare alla base dell’essere un professionista consapevole. Non è possibile pensare ad una specializzazione settoriale se non si è in grado di fare delle relazioni.
L’opera “Porte” è una chiara rappresentazione di questo concetto: molteplici stanze affiancate sono connesse da porte su cui campeggia la scritta di un settore (politica, economia, filosofia ecc.), un piccolo governo come lo definisce Pistoletto. Su un lato della porta c’è la scritta di un piccolo governo sull’altro lato di un altro; attraverso le porte le stanze si combinano e si connettono con altre stanze. Porte è la rappresentazione dell’architettura sociale che mette in connessione tutti i settori, unico presupposto per creare un mondo nuovo.
I singoli settori funzionano come piccole organizzazioni (piccoli governi, appunto) ovvero hanno di per sé un’autonomia, un’autorità, una centralità e questo grazie al fatto che non sono dei singoli soggetti ma a loro volta sono un insieme di individui differenti che praticano l’arte sapendo di avere una finalità ben definita: non creare l’opera individuale ma l’opera collettiva.
A Cittadellarte questo modo di prendere decisioni ed operare è chiamato “demopraxia” (demos – popolo + praxis – pratica) e ha trovato la sua attuazione nella creazione di un Forum in cui convergono 74 comuni della provincia biellese, con le loro organizzazioni pratiche, organizzati in modo da far nascere un nuovo concetto di città. Questa organizzazione ha portato Biella nel 2019 al riconoscimento Unesco di Città Creativa.
Pistoletto ha definito questo modello “città arcipelago”: tanti organismi unicellulari si mettono insieme per formare organismi complessi. Gli organismi unicellulari sono isole (abitate) immerse nella natura (il verde, i boschi, la campagna ecc.); natura e artificio insieme fanno la città.
Insieme è la parola chiave: con il concetto di demopraxia ogni organizzazione diventa responsabile per trovare soluzioni locali attraverso la partecipazione attiva ai Forum. I Forum sono momenti confronto e azione su temi specifici, ogni gruppo multidisciplinare di organismi risolve un problema, dandosi delle tempistiche per la realizzazione e delle modalità di monitoraggio.
Il concetto di città che Biella sta portando avanti è ben sintetizzato dall’artista nel simbolo trinomico della Formula della Creazione posto sul cerchio, in cui il cerchio è la città con la sua periferia, la circonferenza. Il cerchio, come l’universo, cresce e crescendo deve mettere insieme città e natura: ecco che la periferia diventa centrale, luogo in cui avviene la sintesi fra i due opposti (natura e artificio/città).
L’idea di centralità della periferia si lega poi al concetto di messa in relazione dei sistemi: la periferia diventa un sistema centrale in quel punto (un piccolo governo che gode di una sua autonomia) che però diventa centralità anche per un sistema di relazioni che attorno ad esso sono connesse.

Cittadellarte è anche il luogo della sperimentazione in ambito tecnologico, col progetto “nova civitas. Nuovi organismi di vita abitativa”. Con nova civitas l’artista si impegna a costruire alloggi all’avanguardia e sostenibili, in questo caso residenze in paglia, poiché Biella è luogo di coltivazione del riso e sono presenti ingenti quantità di materiale vegetale che viene smaltito bruciandolo.
Anche in questo caso è evidente l’approccio multidisciplinare che guida l’azione: attraverso la stretta relazione fra architettura e agricoltura in primis, aggiungendo poi competenze in ambito di economia circolare, termodinamica, sostenibilità ambientale, conoscenza delle tecnologie e delle proprietà dei materiali ecc.
È evidente inoltre anche la capacità di ricostituire il rapporto tra la città murata e la campagna, dominata ormai dall’agricoltura intensiva e dal consumismo: la scelta di costruire le case in paglia non è di per sé un’invenzione ma indica la strada verso la capacità di scegliere una soluzione in relazione al luogo specifico, all’esigenza di innescare un circolo economico locale e virtuoso, alla necessità di rispondere al problema ambientale (in questo caso la dispersione di diossina dalla combustione della paglia), al bisogno di avere un edificio ad alte prestazioni termiche.
La volontà di indicare una strada virtuosa anche nell’ambito architettonico ha trovato concretizzazione anche nell’apertura di un emporio di materiali per l’edilizia salubri, economicamente e ambientalmente sostenibili e site specific.
In tutti questi elementi troviamo concretizzato il Terzo paradiso: il luogo in cui si costruisce un nuovo equilibrio che riconnette (in modo altro da ciò che era il passato) i due opposti natura e tecnologia, ricordando sempre che la natura è disinteressata a noi ma noi invece siamo interessati a ricucire gli opposti perché per noi non esiste vita senza la natura.
[1] Michelangelo Pistoletto è un’artista, costantemente attivo anche come educatore e attivatore, fondatore di Cittadellarte di Biella. Con le sue opere ha dato origine a forme d’arte e modelli progettuali che contribuiscono ad una nuova comprensione del mondo, fortemente legata ai temi della sostenibilità. Insignito di numerosi premi internazionali, nel 2014 ha esposto nella sede del Consiglio d’Europa il “Terzo Paradiso”, opera simbolo dei principi dell’Agenda 2030.
[2] Il seminario “La Formula della Creazione” è il primo evento della seconda edizione di YOUR 2030 is OUR 2030 – A shared engagement for a common future, rassegna di eventi multidisciplinari sulla sostenibilità, presso il Polo Territoriale di Mantova del Politecnico di Milano. Il seminario è stato curato dai docenti di Tecnologia dell’Architettura attivi presso il Polo di Mantova, Chiara Agosti e Massimo Facchinetti, con la collaborazione dell’architetto Fortunato D’Amico.
[3] M. Pistoletto, La formula della creazione, Cittadellarte Edizioni, Biella 2022