La gestione delle residenze universitarie: lo stato di avanzamento del Programma 481/2024

UCTAT Newsletter n.83 – NOVEMBRE 2025

di Adolfo F.L. Baratta, Laura Calcagnini, Giovanni Castaldo, Claudio Piferi

Nel contesto dell’emergenza abitativa, così lucidamente evidenziato da Fabrizio Schiaffonati, spicca l’esigenza di interventi per l’ospitalità universitaria a tutela degli studenti e del diritto allo studio.

A rappresentare tale esigenza sono i dati relativi alla esigua disponibilità di strutture residenziali a fronte del rilevante numero di studenti fuori sede: poco più del 10% di tali studenti trova alloggio in collegi e residenze universitarie (USTAT, 2022) (fig.1) mentre il resto è costretto a pendolare o a rivolgersi agli affitti privati con costi insostenibili, come ha evidenziato il “Movimento delle tende” che partendo da Milano si è esteso in tutta Italia (Costarelli e Mugnano, 2024).

In questo senso, il PNRR nella Missione 4 “Istruzione e Ricerca”, attraverso la Componente 1 “Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione dagli asili nido alle università” e la Riforma 1.7 “Alloggi per gli studenti e riforma della legislazione sugli alloggi per gli studenti”, prevede una linea di investimenti con l’obiettivo di ridurre le carenze sistemiche che caratterizzano tutti i gradi di istruzione, con lo specifico obiettivo di incentivare i soggetti pubblici e, soprattutto, privati alla creazione di alloggi per studenti (Baratta e Calcagnini, 2025).

Gli investimenti previsti per la residenzialità studentesca nel PNRR sono stati disposti inizialmente in due fasi di cui la prima per la realizzazione di interventi edilizi finanziati con 300 milioni di euro e la seconda, con uno stanziamento di 660 milioni di euro, destinata per favorire l’ingresso degli operatori privati nel mercato dell’housing universitario.

Per raggiungere l’ambizioso target di 60.000 posti letto entro il 2026, il secondo investimento, articolato a sua volta in due fasi attraverso diversi disposti normativi, ha implementato le risorse destinate alla gestione delle strutture per i primi 3 anni di funzionamento garantendo un finanziamento pari a circa 20.000 euro a posto letto.

L’opportunità di finanziare la gestione delle strutture residenziali trova applicazione nel D.M. n. 481/2024: a luglio 2025, le richieste pervenute in risposta al decreto sommavano complessivamente oltre 70.000 posti letto per un importo di finanziamento complessivo di poco superiore a 1,2 miliardi di euro.

Dati più specifici consentono di evidenziare che delle 635 domande pervenute, circa la metà sono state ammesse, circa 100 sono state escluse o hanno rinunciato al finanziamento mentre il resto è in corso di istruttoria da parte della Commissione. Tra le richieste pervenute, circa l’85% è equamente suddiviso tra Regione del Nord e Regioni del Sud, mentre solo il 15% provengono da Regioni del Centro (fig.2) nonostante la presenza di poli universitari quali Roma, Bologna, Firenze e Pisa. In termini assoluti, rispetto ai potenziali 77.000 posti letto candidati al finanziamento, i posti letto ammessi sono oltre 31.000 (fig.3).

In fase istruttoria delle richieste di finanziamento, le principali cause di esclusione sono riconducibili alle carenze nella documentazione tecnico-economica di progetto, in parte dovute al fatto che molti dei soggetti richiedenti privati non hanno alcuna esperienza nell’ambito delle procedure pubbliche.

Rimarcando che la procedura necessaria alla richiesta di finanziamento è tutt’altro che snella, in quanto obbliga ad una significativa richiesta documentale gravosa sia in fase di richiesta sia di istruttoria (Baratta e Calcagnini, 2025), l’applicazione del D.M. n. 481/2024 presenta già alcune criticità.

Il Programma ha escluso l’obbligatorietà delle aree funzionali di servizio e ridotto sensibilmente gli standard minimi quali-quantitativi dell’area residenziale previsti dalla Legge n. 338/2000, tanto da aver sostituito la dicitura “posti alloggio” con la formula “posti letto”, denunciando una strategia che si limita all’ottenimento di un numero prestabilito e non di una qualità degli interventi finanziati. La rinuncia agli spazi comuni utili per la crescita personale dei giovani rischia, infatti, di determinare anche un deperimento della qualità sociale e spaziale dell’intervento e delle possibili ricadute in termini di sostenibilità sociale (Bologna e Piferi, 2024).

Diversi interventi sono privi delle autorizzazioni al momento della richiesta di finanziamento, pertanto, difficilmente rispetteranno i termini previsti dal bando e dal PNRR per la messa in esercizio. Inoltre, il vincolo di destinazione d’uso (di soli 12 anni) rischia di vedere una drastica riduzione dell’offerta di residenzialità per effetto della conversione in strutture turistico-ricettive o alloggi da immettere sul mercato privato. L’erogazione anticipata del finanziamento pari a tre anni di gestione, inoltre, pone forti interrogativi sull’effettivo utilizzo delle strutture a fini residenziali studenteschi, per i nove anni successivi, non essendo previste, ad oggi, forme di controllo che evitino la chiusura degli studentati.

Infine, anche a seguito delle Ordinanze della Commissaria Straordinaria, sono state istruite proposte di immobili con caratteristiche tipologiche e formali parzialmente adeguate, quali gli stabilimenti industriali riconvertiti, in alcuni casi frammentate in piccoli nuclei abitativi e in altri casi localizzati a distanze eccessive dalle sedi universitarie, tutti fattori che definiscono una configurazione che si discosta molto da quel valore sociale che, soprattutto a partire dal 2000 con l’emanazione della Legge 338, viene riconosciuto alla residenza studentesca contemporanea (Baratta e Calcagnini, 2025).

È ancora presto per trarre delle conclusioni di un Programma così ambizioso e complesso ma certo gli spunti di riflessione per i futuri programmi non saranno pochi, dato che gli investimenti sulle residenze universitarie non potranno scemare.

Bibliografia

Baratta, A.F.L.; Calcagnini, L. (2025).  Le residenze universitarie. Dalle strategie progettuali agli esiti applicativi. Conegliano (TV): Anteferma Edizioni.

Bologna R.; Piferi C. (2024). La residenza per studenti universitari tra norma, progetto e realizzazione. I programmi pluriennali di attuazione della legge 338/2000, Firenze: Firenze University Press.

Mugnano, S.; Costarelli, I. (2024). Introduzione. L’abitare studentesco: un’emergenza nazionale, Sociologia urbana e rurale, XLVI, n. 134, pp. 7-12.

USTAT (2022). “I numeri della formazione”. Disponibile da: https://ustat.mur.gov.it/dati/didattica (consultato il 19 novembre 2025).

Figura 1. Dati studenti fuori sede (USTAT, 2022).
Figura 2. Posti letto per area geografica (richieste e ammessi).
Figura 3. Posti letto finanziati, non ammessi, rinunciatari e da istruire.
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