La meraviglia dell’universo: un viaggio tra stelle, tempo e vita

UCTAT Newsletter n.84 – dicembre 2025

di Carlo Lolla

Alzare lo sguardo verso il cielo in una notte limpida è un’esperienza che non smette mai di sorprendere. Lontano dalle luci della città, le stelle si accendono come fuochi lontani, punte di luce che raccontano storie antichissime. La costellazione di Orione, con la sua cintura perfetta e le stelle Rigel, Betelgeuse, Bellatrix e Saph che brillano come fari, diventa un simbolo della nostra curiosità: l’uomo, da sempre, si è interrogato su cosa ci sia oltre il proprio piccolo mondo e quale sia il senso di tutto ciò che esiste.

Eppure, quando pensiamo all’universo, la mente spesso si smarrisce: miliardi di galassie, ciascuna contenente centinaia di miliardi di stelle, e attorno a molte di queste stelle, pianeti in numero probabilmente inimmaginabile. Gli scienziati stimano che nell’universo osservabile vi siano almeno duemila miliardi di galassie e trilioni di pianeti, e che ogni stella sia stata, o sarà, la culla di elementi che possono dare vita. In questo contesto, il nostro piccolo pianeta diventa allo stesso tempo insignificante e straordinariamente prezioso: unico, finora, a ospitare una forma di vita consapevole capace di interrogarsi sulla propria origine e sul destino del cosmo.

Tutto ebbe inizio circa 13,8 miliardi di anni fa. Non parliamo di anni luce, ma di anni normali, il tempo che scorre e che misura la durata di eventi e cambiamenti. Prima del Big Bang non c’era tempo, non c’era spazio, non c’era alcun luogo da cui partire. Lo spazio stesso e il tempo nacquero insieme all’universo: fu uno stato di energia concentrata, infinitamente densa e calda, che esplose in un’espansione incredibilmente rapida e che continua ancora oggi. Non fu un’esplosione nello spazio, ma lo spazio stesso che iniziò a crescere, portando con sé materia, luce e leggi fisiche.

Nei primi istanti, l’universo era una miscela incandescente di particelle elementari. Solo dopo alcuni minuti si formarono i primi nuclei di idrogeno ed elio, gli elementi più semplici, mentre la luce rimaneva intrappolata in un mare denso e caldo. Bisognerà attendere circa 380.000 anni prima che l’universo si raffreddasse abbastanza da permettere agli elettroni di legarsi ai nuclei e liberare la luce. Questa luce antica, oggi visibile come radiazione cosmica di fondo, rappresenta una vera e propria fotografia del cosmo nei suoi primi istanti di vita.

Milioni di anni dopo, la materia cominciò a radunarsi, formando i primi ammassi e poi le prime stelle. Queste stelle, gigantesche fucine cosmiche, trasformarono l’idrogeno e l’elio in elementi più pesanti come carbonio, ossigeno, ferro, calcio e altri ancora: elementi che un giorno sarebbero diventati parte dei pianeti e, milioni di anni più tardi, della vita stessa. Quando stelle molto massicce giungono alla fine del loro ciclo vitale, esplodono in supernovae che diffondono questi elementi nello spazio, seminando la materia necessaria a nuove stelle, nuovi pianeti e, infine, a nuovi esseri viventi. In altre parole, ogni atomo del nostro corpo ha viaggiato attraverso il cuore di antiche stelle: siamo davvero polvere di stelle che ha imparato a pensare, amare e meravigliarsi.

Le stelle si raggruppano in galassie, grandi città cosmiche che ne contengono milioni e miliardi. La nostra galassia, la Via Lattea, ospita centinaia di miliardi di stelle e, attorno al Sole, un sistema di pianeti in cui la Terra è l’unico luogo noto ad aver sviluppato la vita. Eppure, considerando l’enormità dell’universo, è molto probabile che la vita non sia unica, che altrove pianeti simili al nostro possano ospitare forme di coscienza che si interrogano sulle stesse domande, guardando un cielo diverso e forse altrettanto pieno di meraviglia.

Guardare il cielo significa, dunque, confrontarsi con la propria piccolezza e al tempo stesso con la propria grandezza. Siamo frammenti di un tempo antichissimo, esseri capaci di domandarsi “perché” e di stupirsi. È in questa capacità di meraviglia che l’universo trova la sua più alta espressione: attraverso la nostra coscienza.

E allora si aprono riflessioni ancora più profonde. Forse, quando la nostra vita su questo pianeta finirà, il viaggio non sarà una conclusione definitiva. Forse esiste un percorso più lungo, un passaggio tra stelle e mondi lontani. La reincarnazione, intesa in senso cosmico, potrebbe significare la possibilità di vivere altrove, su un altro pianeta, in un altro tempo, e ritrovare le persone che abbiamo amato, non immediatamente riconoscibili, ma lentamente, giorno dopo giorno, lungo il corso della nuova esistenza. Forse, in quella nuova vita, avremo l’opportunità di dare ciò che non siamo riusciti a donare nella precedente.

L’universo, con la sua immensità e le sue leggi misteriose, ci insegna così qualcosa di fondamentale: non siamo soli, non siamo isolati, non siamo insignificanti. Ogni stella, ogni galassia, ogni elemento chimico parla di una storia che ci include, di un processo che ha portato la vita a conoscersi, e di un futuro che potrebbe riservarci incontri inaspettati, scoperte straordinarie e meraviglia continua.

Guardando Orione o una galassia lontana, comprendiamo che la nostra storia è ancora in corso. L’universo si espande, le stelle nascono e muoiono, e noi, polvere di stelle con occhi capaci di meraviglia, siamo testimoni e protagonisti di un racconto che non smetterà mai di sorprendere. E forse, un giorno, quello stesso universo ci restituirà ciò che di più prezioso abbiamo dato: la capacità di ritrovarci e amarci, ancora una volta, sotto un cielo nuovo, su un mondo nuovo.

E in queste notti di festa, con il Natale che si avvicina, possiamo sentire nel cuore la meraviglia e la bellezza del creato, il dono di ogni stella, di ogni pianeta e di ogni vita che illumina l’universo. Possiamo immaginare che tutto ciò sia stato pensato e voluto per il nostro bene, per la nostra gioia, per la nostra serenità. Auguriamoci che la gentilezza e l’amore guidino i nostri giorni, che la povertà trovi sollievo, che la sofferenza si trasformi in conforto, e che i cuori di chi detiene il potere si aprano alla compassione, alla saggezza e alla dolcezza. Che ogni essere umano possa trovare un sorriso, una carezza invisibile dell’universo, e che i piccoli gesti di bene diventino riflesso della sua infinita armonia e bellezza, così che la nostra vita possa davvero brillare come una stella nel firmamento della pace e dell’amore.

Perché, in fondo, l’universo è un miracolo che ci invita a prenderci cura gli uni degli altri, e ogni piccolo gesto di bene può essere un riflesso della sua infinita armonia.

Torna all’Indice della Newsletter