L’albero della tecnologia

UCTAT Newsletter n.72 – novembre 2024

di Giovanni Castaldo

Il 15 novembre scorso, nella storica sede della Università Sapienza di Roma di piazza Borghese 9, si è tenuta la Giornata di studio “L’albero della Tecnologia. Dagli elementi costruttivi alla progettazione tecnologica ambientale”. Un seminario promosso dal gruppo di docenti e ricercatori della disciplina della Tecnologia dell’architettura (oggi denominata Progettazione tecnologica e ambientale dell’architettura) della Sapienza per riflettere su didattica e ricerca a 100 anni dalla fondazione della Scuola di Roma. L’occasione è data dalla presentazione del libro curato da Luciano Cupelloni “L’albero della tecnologia” (Gangemi Editore, 2023), con scritti di Maria Beatrice Andreucci, Eugenio Arbizzani, Serena Baiani, Alessandra Battisti, Eliana Cangelli, Carola Clemente, Luciano Cupelloni, Domenico D’Olimpio, Tiziana Ferrante, Francesca Giofrè, Anna Maria Giovenale, Spartaco Paris, Fabrizio Tucci, Teresa Villani.

La giornata ha visto contributi di un ampio panel di professori, anche di altri Atenei italiani, che hanno messo al centro alcuni tematismi fondativi della disciplina: progettazione tecnologica, innovazioni di processo e di progetto, riqualificazione urbana, progettazione ambientale. Molto interessante osservare l’evoluzione dei temi di ricerca e del ruolo ricoperto dal mondo universitario nell’interpretare e tradurre istanze socio-economiche e normative dei decenni scorsi. Non si è riflettuto solo del passato, ma sono stati posti tanti interrogativi anche sul presente e sul futuro della didattica e della ricerca: Qual è il ruolo oggi della tecnologia dell’architettura nella formazione dell’architetto? quali traiettorie di ricerca è necessario perseguire? Quale è il ruolo delle tecnologie abilitanti?

Il susseguirsi degli interventi dei relatori ha fatto ben emergere un dibattito scientifico, ancora in corso all’interno alla disciplina della Progettazione tecnologica e ambientale dell’architettura, che contrappone l’attenzione agli aspetti processuali e lo studio degli strumenti (ad esempio quelli digitali) alla centralità della concretezza della materia costruita. O, in altri termini, la tecnologia “invisibile” da un lato e la dimensione costruttiva dell’architettura dell’altra.

Una riflessione evidenziata nelle conclusioni alla giornata anche da Fabrizio Schiaffonati, che ha intrecciato l’esperienza dei grandi maestri della Scuola di Roma – tra cui Roberto Palumbo e Salvatore Dierna – con i contributi dell’attuale generazione di docenti e ricercatori, facendo emergere un approccio culturale comune al progetto, basato sulla dimensione esigenzial-prestazionale, sulla fattibilità tecnica e sulla costruibilità delle opere.

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