UCTAT Newsletter n.73 – dicembre 2024
di Elena Mussinelli
Quando venni ad abitare al quartiere Feltre, circa vent’anni fa, i miei coinquilini erano in prevalenza gli originari assegnatari/proprietari degli alloggi. Per lo più anziani, molti già da tempo pensionati, sia coppie che persone sole.
In questi anni il lavoro mi ha portata a frequentare poco la casa e il quartiere – via la mattina presto, tornando spesso a tarda sera -, e non ho quindi avuto occasione di socializzare con nessuno, tanto da non conoscere i nomi, giusto buongiorno e buonasera in casuali incontri in ascensore o nell’androne. E prudentemente evitando le riunioni di condominio…
Veniva spesso a trascorrere da me i weekend e le feste mia nipote Fabiana, allora bambina, e poiché la sua vivacità aveva più volte causato le indispettite rimostranze della vecchia signora del piano di sotto, ero solita intrattenerla con qualche gioco tranquillo: le piaceva soprattutto disegnare con le tempere su grandi cartoni, o lavorare con cartapesta e materiali di riciclo, con i quali abbiamo costruito un teatrino con tanti diversi scenari intercambiabili, per mettere in scena favole classiche e storie mitologiche dell’antica Grecia, a anche una enorme casa delle bambole, pluripiano…, che abbiamo poi donato ai bambini di una casa famiglia.
Un anno ci siamo cimentate anche nella realizzazione di un presepe, con il cielo stellato, le montagne, la stalla col bue e il vitello, qualche casetta e tutti i personaggi, Re Magi inclusi.
Da diversi anni ormai quel presepe è finito in cantina, imballato in qualche modo nel cellofane, non avendo più avuto occasione di fare il Natale con Fabiana nella mia casa: nel frattempo, infatti, sono arrivati altri nipoti e trascorriamo la Vigilia da loro. E la pigrizia mi ha portata prima a ridurre, poi a eliminare del tutto dalla mia casa gli addobbi natalizi.
L’anno scorso però, venendo a cena degli amici, ho pensato di riesumarlo, giusto per ricreare un minimo di atmosfera: rientrando dalla cantina con l’ingombrante pacco in braccio, mi sono imbattuta nell’anziano signore del 9 piano (talvolta lo incontro in ascensore con la sua gentile signora), che stava addobbando un alberello di Natale nell’ingresso.
Vedendo il presepe mi ha detto: “Che bello! Se lo porta su a casa? Perché non lo mette qui, sotto l’albero? Almeno per qualche giorno!”.
Devo dire che non ho avuto cuore a dirgli di no, anche se un po’ mi vergognavo, perché il presepe era davvero messo maluccio, mezzo rotto, sporco e impolverato… Ma tant’è, così ho fatto.
E bene ho fatto, perché ha avuto grande successo tra i numerosi bambini che oggi abitano nel condominio. Sì, perché col passare degli anni si è compiuto il ricambio generazionale e ora, in questa bella casa disegnata da Ingrazio Gardella negli anni 50, vivono diverse giovani coppie con figli, chi uno, chi due, alcune addirittura tre! e non mancano nemmeno diversi nipotini in visita…
Evidentemente il Feltre, con i suoi appartamenti razionali e luminosi, con l’asilo, la scuola, la piazza coi negozi, i viali e vasti giardini alberati, e le aree gioco sotto casa, continua a essere attrattivo per molte famiglie!
Quest’anno ho provveduto a un accurato “restauro”, purtroppo senza l’aiuto della nipote, che è impegnata a prepararsi per discutere la tesi di Laurea Magistrale proprio qualche giorno prima di Natale. Ho riverniciato le case, le montagne e i prati, rifatto il cielo blu stellato e aggiunto anche altri alberelli e qualche nuova figurina. Ho ripristinato anche le lucine colorate, messo del muschio fresco e profumato, e spruzzato tutto con un nuovo manto di candida neve (per chi fosse interessato, si fa mescolando bicarbonato, sapone liquido, un po’ di tempera da muro bianca e un po’ di colla vinilica, con dosi “a occhio”…).
Domani mattina presto vado a metterlo sotto l’albero… e magari mi decido a rimettere anche qualche decorazione natalizia sulla porta di casa e sul balcone…
Buon Natale dal Feltre!

