Olimpiadi/Criticità e opportunità per il sud-est milanese

UCTAT Newsletter n.54 – marzo 2023

di Elena Mussinelli

Diversi e importanti interventi previsti a Milano per le Olimpiadi 2026 si collocano nel quadrante urbano sud-est, un sistema insediativo che gravita sull’asse di corso Lodi e della linea 3 della Metropolitana e che, con le sue propaggini periurbane, esprime una chiara dimensione intercomunale.

Per ragioni storiche e connotazioni morfologiche questo sistema presenta caratteri di eccezionalità è tra i più riconoscibili nel contesto milanese. Dal punto di vista ambientale si osserva una limitata presenza di fenomeni di sprawl, con il permanere di ampie porzioni agricole e di vasti spazi aperti, in assenza di quelle dinamiche conurbative verso i Comuni dell’hinterland che si sono verificate in altri quadranti della città. Elevato il potenziale di connessione ecologica, per la presenza di grandi parchi – la Valle del Lambro (900mila mq), il Forlanini (600mila mq), Monluè (100mila mq), l’Idroscalo (750mila mq, oltre al bacino) e il Parco Agricolo Sud Milano, che integra valenze ecosistemiche culturali e paesaggistiche da Porto di Mare a Vaiano Valle, verso il Ticinello, il Parco della Vettabbia e il Cammino dei Monaci che connette il sistema delle cascine e delle abbazie di Chiaravalle, Mirasole e Viboldone.

Importanti sono anche le connessioni funzionali e fruitive con la città, in particolare con i quartieri attestati su piazzale Gabrio Rosa e via Omero (Regina Elena-Mazzini, Barzoni-Montemartini e Omero), quartieri che costituiscono un patrimonio testimoniale unico di un secolo di storia della casa popolare.

Gli interventi per Milano Cortina 2026, con i 19 ha del villaggio olimpico allo Scalo Romana e il Palaitalia da 15.000 posti a Santa Giulia, si aggiungono alle molte e consistenti trasformazioni realizzate negli ultimi anni e agli ulteriori sviluppi immobiliari in corso e in progetto:

  • PII Zona Speciale Scalo Romana, St 211.638 mq, Sl 164.000 mq (34.850 mq sociale di cui 25.570 mq villaggio olimpico/studentato, 17.000 mq convenzionata, 53.575 mq edilizia libera, 58.575 mq edilizia non residenziale, servizi pubblici, nuovo parco centrale e foresta sospesa, nuova stazione RFI;
  • Torre terziaria A2A piazza Trento, St 47.000 mq, Sl 27.500 mq;
  • Symbiosis nord, Covivio Development Italia, St 74.100 mq, Sl 88.900 mq, terziario, commerciale, produttivo e servizi privati convenzionati (ICS School);
  • PII vie Lorenzini-Adamello, St 22.863 mq, Sl 9.108 mq, di cui 3.506 mq residenza libera, 3.506 mq residenza convenzionata, 2.096 mq terziario direzionale;
  • C40 via Serio, St 5.000 mq, Sl 10.000 mq;
  • Piano attuativo Vaiano Valle Nord, St 77.913 mq, Sl 30.000 mq residenza libera/in istruttoria;
  • Porta Vittoria, St 137.601 mq, Sl 72.132 mq, di cui 21.639 mq residenziale, 18.755 mq commerciale, 31.738 mq terziario/ricettivo;
  • Ortomercato, 28 milioni di euro;
  • RC2 Ex Macello, Redo, Sl 140.000 mq (Sede Istituto Europeo del Design 30.000 mq, Museo Pod Science District 6.500 mq, Fab-Lab 1.800 mq, servizi di prossimità circa 2.000 mq, servizi educativi comunali circa 2.000 mq, social housing, circa 60.212 mq, di cui 60% in locazione a canone convenzionato e 40% in vendita agevolata + residenze libere in vendita, minimo 7.000 mq, polo terziario/commercio/ricettivo 30.000 mq + commerciale integrato alle residenze circa 4.000 mq);
  • Scalo Rogoredo, Redo, 71,5 milioni di euro investimento di Cassa Depositi e Prestiti/Fondo Immobiliare di Lombardia, smart district di 615 appartamenti, locali commerciali, spazi verdi e altri servizi; St da AdP 21.132 mq, verde e spazi pubblici 11.623 mq, sl max 16.000 mq;

oltre ad altri rilevanti interventi al di là della ferrovia, con il comparto Santa Giulia Sud e Nord, Spark 1 e 2, il Bosco della Musica, ecc.

Un quadro non esaustivo di un vastissimo e articolato insieme di interventi dal quale emerge la rilevanza delle volumetrie, la numerosità dei nuovi abitanti e addetti insediati e l’entità degli investimenti economico-finanziari coinvolti.

Con trasformazioni quasi sempre accompagnate da enfatiche dichiarazioni di elevata sostenibilità ambientale, che si configurano in realtà come azioni di riempimento e completamento di aree tendenzialmente libere, in assenza di una valutazione integrata circa i complessi impatti ambientali generati (carico antropico, isola di calore, flussi di mobilità, consumi energetici, risorse impiegate, ecc.).

Queste ingenti nuove quantità aggiungono infatti nuove criticità a quelle preesistenti, e non danno alcuna risposta alle principali questioni irrisolte del quadrante urbano. Una occasione persa, anche per l’esaurirsi delle disponibilità future di nuovi ambiti di trasformazione, che avrebbe richiesto una visione d’insieme e una regia pubblica capaci di orientare il divenire di questo paesaggio verso un nuovo rapporto tra le permanenze storiche monumentali, il territorio agricolo delle cascine, le grandi infrastrutture e le frange urbane periferiche che si affacciano sul Parco Agricolo Sud. Come peraltro prospettato in tante iniziative e proposte progettuali sviluppate dal Gruppo di ricerca ENVI-Reg, Osservatorio sulla rigenerazione urbana del Dipartimento ABC del Politecnico di Milano e dall’l’Associazione culturale Urban Curator TAT.

Viene infatti spontaneo chiedersi: se non ora, quando operare una vera ricomposizione del tessuto urbano tagliato dal fascio di binari dello scalo di Porta Romana delineando la sua piena fruibilità? Riconnettendo quindi l’area rigenerata da Prada, che ha poi innescato la più ampia trasformazione di Symbiosis a sud dello scalo, con le aree a nord? Nel 2015 abbiamo fatto un convegno per offrire una prospettiva ampia del potenziale di rigenerazione del recupero degli scali milanesi (1), proponendo poi, nel 2016, soluzioni insediative per una più consistente estensione del verde profondo, anche con l’ipotesi di una passerella ciclopedonale temporanea (2).

Se non ora quando ripensare il nodo irrisolto di piazzale Lodi con l’intersezione tra M3, cerchia ferroviaria, viali delle Regioni, che il masterplan Coima e il progetto RFI per l’adeguamento della stazione non sembrano adeguatamente considerare?

Se non ora quando completare il progetto dell’asta di corso di Porta Romana, corso Lodi, Rogoredo, con il completamento della pista ciclabile e una definitiva e decorosa sistemazione dello spazio pubblico, oggi delegata alle lodevoli iniziative volontaristiche dei cittadini (come nel caso de “Il miglio delle farfalle”)? Se non ora quando ripensare o, meglio, abbattere il cavalcavia Corvetto, della cui demolizione si parla da decenni, senza che segua alcun tipo di intervento? Anche su questi temi abbiamo avanzato diverse proposte, inserite in un più ampio quadro di azioni strategiche per il sud-est Milano, tra le quali proprio la demolizione del cavalcavia, con interventi di riqualificazione dello spazio pubblico semplici e a basso costo (3). Oggi il tema è oggetto del concorso C40, col bando Student Reinventing Cities, Flyover Corvetto, con il quale l’amministrazione propone un “ripensamento del cavalcavia con eventuale rimodulazione o eliminazione del flusso delle auto e la creazione di una nuova infrastruttura che risponda alle istanze ecologiche, sociali e ricreative”: quasi 400 i progettisti coinvolti tra studenti, ricercatori, docenti e professionisti, con la sola prospettiva di un generico riconoscimento pubblico del lavoro svolto, una mostra e una pubblicazione, e un po’ di visibilità sui social media, ma chiaramente nessuna ipotesi attuativa…, visto che persino la pubblicazione è “eventuale”!

Davvero poco qualificato è anche il sistema di spazi pubblici compreso tra le vie Sile, Polesine, Mincio, Bessarione e viale Brenta, un’area di circa 70.000 mq che pure concentra un elevatissimo numero di servizi civici (Municipio 4, Teatro civico, tre scuole pubbliche, piscina di via Mincio, Circolo Arci, Polo Ferrara, studentato del Politecnico, nuova sede del Comune di Milano). Nel 2021 abbiamo presentato al Municipio un masterplan per la sua riqualificazione ambientale e fruitiva: un nuovo Smart Sustainable Hub Civico come esempio di un rinnovato ruolo dei Municipi nella città.

Per non parlare della stazione di Rogoredo, importante snodo infrastrutturale oggi del tutto inadeguato a gestire gli importantissimi flussi che lo attraverso e che nel 2026 diventerà anche l’accesso privilegiato per l’Arena olimpica. Nel 2018 l’Associazione UCTAT ha sviluppato una proposta per realizzare struttura a ponte di connessione con l’area di Santa Giulia, anche per risolvere i problemi di accessibilità non risolti, anzi accentuati, dalle realizzazioni di Santa Giulia Sud; proposta seguita nel 2020 da un progetto di riqualificazione ambientale e fruitiva della piazza antistante la stazione, oggi fortemente degradata e priva di identità. Soluzioni discusse con le Ferrovie dello Stato, Anas e il Municipio 4, presentate in diverse occasioni convegnistiche e documentate in pubblicazioni (4).

Infine Porto di Mare, un’area pubblica di oltre 60 ettari ad altissima accessibilità (tangenziali, ferrovia, metropolitana), distante solo pochi minuti da piazza Duomo.

Una parte rilevante di questo ambito, verso sud-est (parco Cassinis, circa 11 ettari; la “prateria”, circa 3 ettari e il “pratone”, circa 19 ettari), è già stata fatta oggetto di interventi di riqualificazione e riordino, prevalentemente esito dell’impegno civico volontaristico di cittadini e associazioni. La zona nord, verso via Fabio Massimo, permane in condizioni di degrado, con edifici e attività improprie anche in parte abusive. Già oggetto di proposte relative all’insediamento di nuove funzioni ad alto impatto ambientale (Cittadelle di vario tipo – dell’Artigianato, dello Sport, della Giustizia, della Salute… -, stadio del calcio, grande centro commerciale), fortunatamente rimaste allo stato di rendering, questo ambito ha visto l’avvio di alcuni interventi di recupero puntuale, con bandi di concessione d’uso di immobili pubblici che non sembrano delineare una chiara e unitaria idea di sviluppo da parte della Pubblica amministrazione, che sia anche esito di confronto con i cittadini.

Recentemente sono stati pubblicati due bandi per la raccolta di manifestazioni d’interesse. Uno riguarda l’ARU rigenerazione ambientale sulle aree e fabbricati di proprietà comunale lungo via San Dionigi, nei quali sono insediate prevalentemente attività artigianali, per le quali si conferma l’identità agricola e manifatturiera, con la possibilità di integrazione di servizi ecosistemici, funzioni pubbliche, attività artigianali e attività a contatto con la natura, lo sviluppo di un tessuto a bassa densità urbana, bonifiche. L’altro è destinato all’insediamento di una GFU Grande Funzione Urbana, ovvero per la concentrazione di rilevanti funzioni per servizi pubblici e/o di interesse pubblico o generale, attrezzature pubbliche, e per funzioni, anche private, aventi carattere strategico. Ci si aspetta quindi che siano i privati a individuare la GFU, rinunciando a un ruolo di regia pubblica dello sviluppo urbano di questo comparto, anche in rapporto a dinamiche di scala più ampia e alle chiare istanze di rigenerazione ambientale espresse dalla cittadinanza?

Per il vasto quadrante periurbano Sud-Est, nella fase di sperimentazione delle Società di Trasformazione Urbana (STU) introdotte in Italia nel 1997 sul modello francese delle société mixte e oggetto degli studi di fattibilità promossi e finanziati dal Ministero delle Infrastrutture, già nel 2001 Fabrizio Schiaffonati e io avevamo collaborato con il PIM-Centro Studi Piano Intercomunale Milanese per un progetto di STU estesa all’ambito intercomunale di Milano est, Peschiera Borromeo e San Donato Milanese, nella prospettiva di valorizzare e riqualificare i consistenti di patrimoni pubblici e privati presenti (lungo l’asta della Via Emilia verso San Donato, la company town ENI di Metanopoli, esempio di una urbanistica organica caratterizzata da molte architetture esemplari, con i palazzi per uffici di Nizzoli, Ratti e Bacigalupo, Albini-Helg e Gabetti-Isola, le residenze dei fratelli Monti e le case popolari di Aina e Raboni, le chiese di S. Enrico di Gardella e di S. Barbara del Baciocchi).

E nel 2018 l’Associazione UCTAT aveva proposto la realizzazione di un centro natatorio olimpionico, una attrezzattura a basso impatto, coerente con la vocazione anche storica dell’area legata agli sport acquatici e al loisir, liberando l’area da funzioni e usi impropri, potenziando la dotazione di attrezzature “leggere” per lo sport, ampliando significativamente l’estensione del parco (circa un terzo in più), sino al fronte edificato del quartiere Omero, secondo una logica di ricomposizione ecosistemica e paesaggistica del sistema ambientale che da qui si estende verso sud sino a Chiaravalle e, a ovest, verso Vaiano Valle e il Parco della Vettabbia. Con l’obiettivo di ribaltare la “piramide dei valori” dello sviluppo immobiliare e ridare centralità a questa periferia con interventi di rigenerazione in grado di avere ricadute positive sul più ampio comparto urbano e non solo all’interno dei lotti di intervento.

Nell’ultimo decennio gli sviluppi immobiliari milanesi hanno generato volumetrie complessivamente molto rilevanti, con processi decisionali e attuativi che hanno prevalentemente seguendo le occasioni contingenti, con scelte largamente delegate ai singoli operatori economici, in assenza di un vero disegno urbanistico e ambientale d’insieme. Senza la capacità di valorizzare le potenzialità derivanti dall’impiego degli strumenti perequativi, che pure hanno tra le loro finalità proprio quella di favorire e supportare il disegno e l’attuazione della “città pubblica” anche e soprattutto nelle periferie.

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: processi di gentrificazione, innalzamento spropositato dei valori immobiliari che ha reso inaccessibile il bene casa anche alle fasce di reddito intermedie, rischio di bolla immobiliare con quote già oggi molto alte di invenduto, e limitatissime ricadute in termini di qualità urbana ambientale ed ecosistemica nelle periferie.

Vista d’insieme del progetto di trasformazione dello scalo di Porta Romana.

Riferimenti

(1) AA.VV. (2015), Un progetto per gli scali ferroviari milanesi

(2) Schiaffonati F., Castaldo G., Mocchi M. (2016), Il progetto di rigenerazione urbana. Proposte per lo scalo di Porta Romana a Milano

(3) Municipio 4, Urban Curator TAT (2017), Proposte e progetti per il sud Milano, http://www.sitda.net/downloads/altri_eventi/Proposte%20e%20Progetti%20per%20il%20Sud%20Milano.pdf

(4) Urban Curator TAT (2019), Una strategia per il sud-est di Milano. L’hub di Rogoredo – https://www.architetti.com/wp-content/uploads/2020/05/916.38861_e-book_SeP-Strategie-per-hub-di-Rogoredo.pdf

E. Mussinelli, A. Tartaglia (a cura di), (2020), Nodi infrastrutturali e rigenerazione urbana. Stazioni, spazio pubblico, qualità ambientale – https://bit.ly/nodi-infrstrutturali-ebook

http://www.sitda.net/downloads/biblioteca/AAVV_Sport%20e%20rigenerazione%20urbana_%20e-book.pdf

(5) . Debiaggi, A. Tartaglia (a cura di) (2020), Lo sport per la rigenerazione urbana. Progetti per un centro natatorio a Milano-Porto di Mare https://re.public.polimi.it/bitstream/11311/1124603/1/Prospettive%20per%20lo%20scalo%20di%20Porta%20Romana.pdf

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