UCTAT Newsletter n.63 – GENNAIO 2024
di Carlo Lolla
L’urbanistica a Milano è un tema costantemente al centro delle discussioni, soprattutto quando si tratta di modificare il Piano di Governo del Territorio (PGT). Ogni intervento da parte della Pubblica Amministrazione sembra scatenare una rivolta tra gli addetti ai lavori, compresi architetti, urbanisti, ingegneri, imprenditori e intellettuali. La ragione dietro questa reazione è spesso attribuita a una leadership cittadina debole e agli interessi politici che ne derivano.
La complessità dell’urbanistica a Milano è aggravata dalla presenza della finanza internazionale, la quale non solo influisce ma sembra voler dettare legge, portando spesso a un caos che complica ulteriormente la pianificazione urbana. La mancanza di una genuina considerazione per le esigenze dei cittadini da parte delle autorità è evidente, con il risultato che le decisioni vengono imposte dall’alto senza un adeguato coinvolgimento della comunità.
Le promesse di miglioramenti accompagnano ogni modifica al PGT, ma spesso queste si rivelano essere solo parole impegnative. Si parla di rigenerazione dei nodi di interscambio, di una Milano prossima, equa, bella e sostenibile, di case accessibili, città sana, alloggi per studenti, housing sociale, spazi pubblici e verde. Tuttavia, la sicurezza urbana e il senso di comunità sembrano essere trascurati.
La complessità normativa, la rigidità degli orientamenti urbanistici e la loro interpretazione spesso errata e illegittima, che talvolta attinge agli abusi di potere, trovano eco nei pronunciamenti della Magistratura. Questo aggiunge un ulteriore strato di complessità e ostacola gli sforzi di coloro che cercano di operare nel rispetto delle leggi e delle normative.
La questione dell’accessibilità delle norme e della loro esecuzione appare come un nodo cruciale: come gli urbanisti, architetti e imprenditori possono navigare con successo attraverso un PGT sempre più complesso e normativo?
La necessità di semplificare le complessità e affrontare le contraddizioni emerge come un imperativo. Il regolamento urbanistico dovrebbe essere uno strumento che consente agli operatori di agire al meglio, ma attualmente sembra un ostacolo, un labirinto di arabeschi normativi che richiedono un’interpretazione specializzata. La chiave potrebbe essere una visione più semplice e fattibile delle regole, unite a un’attenzione all’interconnessione tra le discipline coinvolte.
L’integrazione di una cultura del mantenimento e della manutenzione urbana è altrettanto cruciale. La visione di una città con una sensazione di alta civiltà richiede strade ben tenute, marciapiedi sicuri e un ambiente pulito. Milano, come città internazionale, deve andare oltre le promesse di sviluppo e prestare attenzione alle basi, alle fondamenta quotidiane che creano il tessuto della vita urbana.
In sostanza, l’urbanistica a Milano si trova di fronte alla sfida di bilanciare la complessità normativa con la necessità di un ambiente urbano funzionale, sostenibile e accogliente. Il riformismo è necessario, ma deve essere guidato da una visione chiara e da un coinvolgimento attivo della comunità, affinché la città possa davvero evolversi in armonia con le esigenze dei suoi cittadini.

