UCTAT Newsletter n.26 – settembre 2020
di Flavio Boscacci
Trent’anni fa due consorelle dell’Ordo Virginum, alloggiate temporaneamente nella Foresteria dell’Abbazia di Chiaravalle, individuarono nella vicina chiesetta di via San Dionigi, 77 un luogo adatto agli scopi del Gruppo di preghiera che gravitava attorno al loro ministero caritativo. La chiesetta, di età paleocristiana, inclusa nel perimetro della Cascina Corte San Giacomo, antica grangia dell’Abbazia di Chiaravalle, era in condizioni di forte degrado edilizio e ambientale, ma ciò non fu sufficiente a far desistere Ancilla e Gloria dal loro intento. Ottennero infatti l’affidamento in uso di tutti gli edifici della cascina e dopo averli pian piano riparati e ristrutturati li hanno resi idonei alle loro molteplici e assai utili attività sociali.
Il Centro ospita oggi l’originario Gruppo di preghiera, ma l’ispirazione per la carità che lo ha sempre caratterizzato ha avuto come esito una significativa attività per l’accoglienza di persone, soprattutto mamme e bambini, in temporaneo stato di difficoltà. La creatività delle fondatrici del Centro ha portato in tempi successivi a preoccuparsi di fornire sempre maggiori servizi ai propri ospiti e, in particolare, a formarli e a creare opportunità per il loro inserimento nel mercato locale del lavoro.
Cominciano con un modesto pollaio e un piccolo orto che poi diventerà, grazie anche al contributo spassionato di molti volontari, uno spazio sempre più grande dove si allevano animali e si coltivano verdure e frutta, che poi vengono trasformati e venduti al dettaglio attraverso il laboratorio, il piccolo negozio e la cucina attrezzata per le esigenze dei partecipanti ai numerosi eventi religiosi e culturali che si gestiscono negli spazi del Centro.
Al Centro Nocetum una terza funzione si afferma, ampliandosi progressivamente, nel corso degli ultimi due decenni. Si sviluppa infatti un’attività di cooperazione con le realtà religiose e con le numerose associazioni di volontariato culturale e sociale presenti nell’area, con vari istituti milanesi di studi e ricerche e con le Amministrazioni pubbliche di interesse dell’area compresa, al minimo, tra il quartiere Corvetto e il Borgo di Chiaravalle.
L’atteggiamento cooperativo e le numerose iniziative culturali, di ricerca e di progettazione consentono al Centro Nocetum di costruire la “Rete Valle dei Monaci” tra una trentina di realtà associative che si occupano del territorio del sud Milano solcato dalle acque del Cavo Vettabbia e carico di interesse per la millenaria presenza di Monaci degli Ordini benedettini e umiliati, facenti capo alle grandi Abbazie di Chiaravalle, Monluè, Mirasole e Viboldone.
La Rete Valle dei Monaci consente contatti e attività comuni in un crescendo di attenzione anche da parte delle Pubbliche Amministrazioni, che vedono nel Centro Nocetum un vero e proprio faro nel panorama depresso e problematico della periferia sud della grande città metropolitana. Curiosa la stretta collaborazione tra il Nocetum e il Depuratore delle acque di Nosedo, i cui gestori hanno infatti sempre dato significativi apporti alle iniziative della Rete e soprattutto a quelle intonate alla salvaguardia dell’ambiente. Così, l’area che sta tra la periferia della città e il Borgo di Chiaravalle, divenuta “Parco della Vettabbia”, è oggi un luogo di godimento ambientale per i suoi numerosissimi frequentatori.
Anche la pulizia e il recupero alle esigenze dei cittadini dei 70 ettari di territorio molto degradato nell’area di Porto di Mare, affidati in prima istanza dal Comune di Milano al Centro di Forestazione Urbana di Italia Nostra, si sta svolgendo con successo, anche con il supporto volontaristico del Centro Nocetum, che ha impiegato suoi volontari nelle operazioni iniziali e che svolge servizio di promozione e accompagnamento di numerosi gruppi di persone.
Un altro capitolo dell’iniziativa del Centro e della Rete Valle dei Monaci riguarda la sollecitazione e la promozione di opere per l’accessibilità ai luoghi e al grande patrimonio storico locale. Fino a poco tempo fa nessuno si occupava della mobilità dei pedoni e dei ciclisti in questo quadrante di Milano, e infatti i suddetti luoghi erano in gran parte inaccessibili. Su spinta del Centro Nocetum e con la collaborazione di ricercatori e progettisti del Politecnico, sono perciò stati realizzati studi e formulato progetti per piste ciclabili e percorsi lenti.
Con uno di questi progetti si è in particolare inteso riscoprire e rendere funzionale e sicuro l’antico percorso lungo la Vettabbia e il Lambro che nei secoli ha collegato Milano con Lodivecchio, Piacenza e Roma. Il nuovo Cammino ha origine dalla zona delle Basiliche, percorre il primo tratto della via Emilia su corso di Porta Romana e viale Lodi e poi piega a ovest verso la Vettabbia e, quindi, verso il borgo di Nosedo e quello di Chiaravalle. Il Comune di Milano ha supportato questa idea progettale e ha realizzato molte delle opere necessarie. Quelle che oggi consentono escursioni culturali, sportive e ambientali di grande soddisfazione per moltissimi cittadini milanesi.
Il Progetto Cammino dei Monaci attende ora gli interventi dei 35 Comuni del sud Milano e del Lodigiano per la messa in sicurezza del percorso che porta alla via Francigena di Sigerico, in riva al Po di Corte Sant’Andrea, comune di Senna lodigiana. Lungo i 65 km di questo Cammino sono notevoli le sorprese per grandi e misconosciuti luoghi storici nonché per gli incomparabili paesaggi di una natura trasformata nei millenni da palude inabitabile a territorio rurale e agricolo di grande produttività.
Per la progettazione del Parco della Valle dei Monaci e del Cammino dei Monaci, molti studi sono stati effettuati, per le caratteristiche ambientali e paesaggistiche, per quelle storico-archeologiche e per quelle economiche. Senza contare le attività di progettazione del recupero e ri-funzionalizzazione di numerose cascine abbandonate o bisognose di interventi; nonché di quelle per le varianti al tracciato odierno finalizzate alla sua messa in sicurezza.
Studi, ricerche, progetti sono fisicamente collazionati e disponibili per la consultazione presso la piccola biblioteca del Centro Nocetum, dove sono anche presenti i testi delle centinaia di pubblicazioni scientifiche e tecniche che sono scaturite dal lavoro dei molti gruppi di lavoro, in genere di origine universitaria, che si sono appassionati alla Valle dei Monaci e ai grandi valori misconosciuti in essa contenuti.
In quanto organismo di origine religiosa, il Centro Nocetum è anche molto impegnato nell’ambito ecclesiastico; in particolare, ma non solo, nella Diocesi di Milano e nella Conferenza Episcopale Italiana, dove Gloria Mari, in particolare, è spesso chiamata a spiegare il “Modello Nocetum” e a partecipare a Commissioni di Studi ed Elaborazione dei temi connessi all’ambiente e alla “cura del Creato”.
E’ recente, da questo punto di vista, la chiamata della CEI per la divulgazione e la promozione del dibattito pubblico relativo agli alti contenuti della Enciclica di Papa Francesco “Laudato sì”, per i quali il Centro Nocetum gestisce uno dei Gruppi di lavoro in merito. D’altra parte, nulla è più fedele alla missione del Centro e dei sui partecipanti e attori che una visione dell’uomo nella più completa “integralità ecologica” sostenuta dall’Enciclica. Al Nocetum, infatti, è da sempre normale che l’individuo sia considerato nella sua autonomia personale, ma anche quale soggetto attivo della società cui appartiene e, non da ultimo, responsabile in solido della “casa comune” che abita assieme a tutti gli umani presenti sul pianeta.
