UCTAT Newsletter n.74 – gennaio 2025
di Duccio Prassoli
Nel 1975 Sagep Editori pubblicava il primo fascicolo di una fortunata serie di guide – conclusasi dopo un centinaio di pubblicazioni – dedicate alle architetture del capoluogo ligure. A partire dal 2022, le Guide di Architettura Contemporanea Genovese propongono nuovi capitoli di questo progetto editoriale, concentrandosi non più sull’ampio regesto di opere della Genova del passato, ma su una stagione di trasformazioni che, nel 1975, era ancora in divenire: il Novecento.
Curata da Vittoria Bonini, Elisabetta Canepa e Valter Scelsi, la nuova collana racconta, in maniera monografica, le architetture della Genova moderna, dedicando le 16 pagine di ogni guida alla storia di un singolo edificio.
È all’interno di questa collana che si colloca la descrizione di un progetto pressoché mai citato se non nei fitti regesti delle opere del suo autore: l’edificio in corso Aurelio Saffi 33 35 37 39 (1975), progettato da Luigi Caccia Dominioni. Progetto, quest’ultimo, che ben rappresenta una stagione durante la quale il professionismo milanese del secondo dopoguerra operò in Liguria.
Immortalato dalle fotografie di Francesca Iovene e raccontato dai testi di Duccio Prassoli e Maria Montolivo, l’edificio di corso Aurelio Saffi è una delle quattordici opere realizzate da Caccia Dominioni a Genova tra il 1958 e il 1992. Riprendendo lo sviluppo in facciata a finestre disassate dei più celebri casi milanesi di via Ippolito Nievo (1955-1956, 1964-1966) e di piazza Carbonari (1960-1961), l’edificio genovese si erge come discreto vicino della neogotica Villa Mylius (opera ottocentesca su cui lo stesso Caccia Dominioni avrà modo di operare insieme a Tomaso Buzzi) e del retrostante Centro dei Liguri di Marco Dasso.
Affacciato sull’arco portuale, l’edificio si compone di tre blocchi a torre accorpati, ospitando unità residenziali e uffici. Quest’ultimi, sviluppati su quattro livelli, vedono un articolato sistema distributivo che incorpora un particolare ‘piano ponte’ necessario per garantire sia la continuità spaziale degli ambienti di lavoro che la presenza di un ingresso di rappresentanza per le abitazioni. Recuperando poi un aspetto tipico delle ville genovesi presenti sulla costa, l’architetto realizza ai piedi dell’edificio una terrazza fronte mare le cui geometrie curvilinee si ispirano a un repertorio formale già collaudato nel contesto milanese. In sintesi, si potrebbe dire che l’opera rappresenti una matura espressione di Caccia Dominioni, il quale, mettendo a sistema le sue abilità di architetto e designer, lavora su diverse scale progettuali, inserendo porte ed elementi di illuminazione – presenti nel catalogo di Azucena – da lui stesso ideati.
La guida, attingendo informazioni dagli archivi dell’amministrazione comunale, da interviste con gli eredi e dalla bibliografia, racconta il non facile concepimento dell’edificio di Corso Aurelio Saffi analizzandone la genesi, le scelte distributive e l’approccio del progettista che – anche in questo caso – mette in risalto le sue attitudini di ‘piantista’ generando quelli che Fulvio Irace definisce “virtuosistici esercizi di allungamento muscolare” articolando una rigorosa e illusionistica divisione degli spazi privati da quelli di rappresentanza.

Indicazioni bibliografiche
Saffi 33 35 37 39. Luigi Caccia Dominioni.
di Duccio Prassoli (Autore) e Maria Montolivo (Autrice).
Volume n. 13 all’interno della collana Guide di architettura contemporanea genovese a cura di Vittoria Bonini, Elisabetta Canepa e Valter Scelsi.
Sagep Editori, 2024.
16 pagine
ISBN: 979-12-5590-142-6
