Scenari ambientali per l’ambito sud-est Rogoredo-Santa Giulia

UCTAT Newsletter n.15 – settembre 2019

di Elena Mussinelli

Nel quadrante urbano del sud-est milanese è possibile individuare un sub ambito chiaramente riconoscibile, intercluso tra l’asta ferroviaria a ovest, la Tangenziale est, viale Corsica a nord e il raccordo dell’Autostrada del Sole a sud. Il comparto racchiude una superficie di poco inferiore ai 5 kmq e presenta caratteri ambientali articolati ed eterogenei, con la presenza sia di componenti di grande rilevanza paesistica ed ecosistemica, sia di aree intensamente urbanizzate. Sono inoltre riscontrabili estesi fenomeni di degrado ambientale, che già Beppe Sala aveva evidenziato nel 2016, sottolineando l’esigenza prioritaria di delineare un ampio e organico progetto di riqualificazione e sviluppo.

Sotto il profilo dei grandi sistemi ambientali si evidenziano il corridoio ecologico del fiume Lambro, i parchi Forlanini e Monluè, il grande impianto dell’Idroscalo a est e gli ambiti del paesaggio agrario del sud Milano compresi tra il Ticinello e la Vettabbia, realtà tutte attestate ai margini esterni del comparto. Nelle aree interne sono invece pressoché assenti componenti ambientali di dimensione consistente (parchi e/o giardini), fatta salva l’ampia area abbandonata e incolta dove dovrà essere realizzato il previsto parco in attuazione con l’intervento di Santa Giulia Nord e in connessione con il Parco Trapezio già realizzato nella parte sud (ex Redaelli). Di un certo interesse il verde diffuso e pertinenziale che connota la parte nord (quartiere Forlanini) e il sistema residenziale attestato lungo viale Ungheria, con un assetto insediativo qualificato dalla presenza di viali, aree piantumate e/o attrezzate per lo sport e alberature sparse, organicamente distribuiti in coerenza con l’articolazione del costruito.

Molto più critica è invece la situazione ambientale di altri intorni.

L’ambito di Taliedo-Mecenate, tra via Salomone e la Tangenziale est, attraversato dalle vie Quintiliano e Mecenate, che pure negli ultimi anni va registrando dinamiche interessanti di rifunzionalizzazione, è privo di elementi anche minimi ed essenziali di qualificazione ambientale, con una occupazione estensiva di suolo e la totale assenza di verde urbano.
Nonostante la presenza del Parco Galli a nord e di un’area a verde recentemente riqualificata a sud, il contesto del quartiere ERP Case Bianche continua a presentare notevoli problemi, sia per l’importante decadimento funzionale e tecnologico dei manufatti, sia per i fenomeni di degrado connessi allo stato di dismissione e abbandono delle aree circostanti, verso la ferrovia e verso via Salomone.

Anche le aree intercluse tra le vie Salomone e Zama, e – scendendo a sud – tra le vie Medici del Vascello e Pestagalli, presentano un assetto del tutto irrisolto e privo di valori ambientali, con funzioni eterogenee, insediamenti precari e abusivi, edifici in stato di abbandono, anche di dimensioni rilevanti; in alcuni tratti mancano del tutto urbanizzazioni primarie quali l’illuminazione pubblica o l’asfalto stradale.
La mappa degli intorni degradati predisposta nel settembre 2018, in fase di redazione del PGT (doc. Milano 2030. Idee per la città che cambia), individua una settantina di luoghi critici – aree e manufatti abbandonati e fatiscenti, sia privati che pubblici -, per i quali la cittadinanza da tempo richiede interventi di riqualificazione. Come nel caso del “boschetto” tra via Maderna e via Malipiero, in zona Mecenate, o delle aree lungo l’asta ferroviaria, costellate da usi impropri e abusivi (insediamenti rom, discariche a cielo aperto, orti urbani, ecc.).
Tra le criticità ambientali da considerare vi sono infine quelle legati al fenomeno dell’isola di calore: considerando alcuni fattori chiave (densità della popolazione e fasce di età “sensibili” – < 10 e > 65 anni -, l’estensione delle aree vegetate, il grado di permeabilità del suolo e l’esposizione all’incidenza solare), l’intero comparto risulta notevolmente vulnerabile, con la presenza di molte aree esposte a temperature > 35° C.

Nel complesso l’intero comparto evidenzia condizioni di criticità il cui trattamento non è più rinviabile, né affrontabile con azioni circoscritte a singoli interventi immobiliari di trasformazione, pur se rilevanti.
Anche le realizzazioni più recenti, infatti, non sembrano restituire una prospettiva ambientale organica e “di sistema”.

Il Parco Trapezio si configura sostanzialmente come un grande prato con pochissime alberature (circa 280 alberi per oltre 45.000 mq di parco) e quasi privo di attrezzature e servizi a supporto della fruizione. Non adeguata è poi la sua accessibilità, per l’irrisolto nodo di Rogoredo (degrado dei sottopassi e problemi di sicurezza).
Il sistema edificato circostante è molto denso, con grandi isolati che delimitano corti interamente pavimentate e impermeabilizzate, e in diversi casi ulteriormente densificate dalla presenza di altri edifici al loro interno. Le strade solo in alcune parti sono delimitate da misere aiuole con qualche alberatura tra i parcheggi delle auto.
In sintesi l’intervento di Santa Giulia Sud non presenta alcuna dotazione di verde di vicinato (nei cortili) in prossimità delle abitazioni. Le alte e dense abitazioni di 9/10 piani sono costruite sui grandi basamenti delle autorimesse interrate che emergono di un piano rispetto alla quota stradale. Una soluzione irrazionale per la permeabilità e la piantumabilità del suolo, che si ripercuote sul microclima con un aumento delle temperature diurne e la ridotta escursione termica notturna. A cui si aggiunge l’attesa da oltre quindici anni del parco tra Santa Giulia Sud e la futura Santa Giulia Nord

L’intervento di Merezzate, pure molto denso, appare meglio configurato sotto il profilo dei caratteri ambientali, ma rappresenta in ogni caso un’enclave i cui spazi pubblici sono tutti introversi e privi di un organico rapporto con quelli al contorno.
Anche la nuova piazza (..uno spiazzo su cui si affaccia un edificio di Sky) recentemente inaugurata a Rogoredo (in adiacenza al business district di Santa Giulia Sud e ai futuri edifici terziari Spark One e Spark Two) è proprio l’opposto di una progettazione attenta ai valori e al potenziale ecologico dello spazio pubblico urbano: circa novemila metri quadri di superficie pavimentata in pietra, al cui interno sono state ricavate piccole e frammentate aiuole piantumate con una quarantina di tigli e qualche arbusto. Appare inspiegabile che mentre sono quotidiani gli annunci di incrementare le essenze arboree su tutto il territorio (3 milioni di alberi del progetto di Boeri sposato dal Comune) la superficie di quasi un ettaro di questa piazza, rivolta a sud e senza alcun affaccio di altre funzioni, sia in pratica tutta lastricata!

Spiazzo di fronte al complesso Sky

Il grande nuovo parco di Santa Giulia Nord rappresenta un’opportunità da non perdere, e dovrebbe inserirsi in un quadro di coerenza rispetto a un più vasto piano ambientale, di regia pubblica, che includa articolate analisi e proposte in ordine alla qualità ecosistemica e fruitiva dello spazio, alla mitigazione delle grandi aste infrastrutturali già presenti (ferrovia e Tangenziale) e alla qualità paesistica e urbana di quelle di nuova realizzazione (prolungamento Paullese, luoghi fermata della linea MM4, nuova metrotramvia), ai valori ambientali del verde diffuso, pertinenziale e di vicinato, e – non da ultimo – al progetto della sicurezza dello spazio pubblico urbano, che garantisca della effettiva fruibilità di strade, piazze, nodi di interscambio, parchi e giardini.

Un piano ambientale, infine, quanto più necessario a fronte dei diversi comparti che ancora devono essere oggetto di trasformazione – da Medici del Vascello all’Ortomercato, dall’ARU Amsa a via Salomone -, per indicare in modo chiaro lo scenario, gli obiettivi e gli standard di rigenerazione ambientale di riferimento e di indirizzo per l’intervento degli operatori privati interessati.

Densità residenziale a Santa Giulia Sud