UCTAT Newsletter n.70 – SETTEMBRE 2024
di Angelo Rabuffetti
E’ tutta colpa del COVID 19, della guerra in Ucraina e dell’inflazione galoppante che ha fatto sì che i tassi e i prezzi al dettaglio subissero forti aumenti inaspettati per dover revisionare il PGT attuale e adattarlo al nuovo scenario che si è venuto a creare.
Questo, in sostanza, è il pensiero dell’Assessore alla Rigenerazione Urbana del Comune di Milano espresso due anni fa (21/11/2022 alla Fondazione Stelline) e dallo scorso febbraio 2023 gli uffici preposti stanno lavorando in tal senso. Complimenti per la sintesi, caro Assessore! In poche e efficaci parole ha riassunto tutto il dibattito acceso riguardante la situazione dell’Urbanistica a Milano.
Senza necessariamente arrampicarsi sugli specchi e giustificare a tutti i costi il proprio comportamento bastava semplicemente dire che Milano cambia in continuazione, è soggetta, più di altre città italiane e forse europee, alle perturbazioni, mutamenti e aggiornamenti degli stakeholders, sponsor, investitori e addetti ai lavori. E (perché no!) alle mutazioni dei residenti, dei loro comportamenti, delle nuove opportunità che si vengono a creare, dei nuovi stimoli, innovazioni, delle nuove correnti di pensiero. Inoltre, ma non di minore importanza, delle disparità sociali, delle mancate perequazioni, dell’avanzare di interessi di pochi a scapito del benessere di tanti, delle promesse mancate e degli scenari inattesi apparsi improvvisamente. Discorsi da treno nello scompartimento Architettura e Urbanistica in un ipotetico viaggio verso il futuro ignoto.
A seguito di questa fotografia della realtà si rende necessaria la revisione del PGT.
Bisogna evitare proclami che lasciano il tempo che trovano illudendo, ancora una volta, di avere la soluzione giusta al momento giusto. Una Milano bella, equa e sostenibile posta come premessa alla revisione del PGT la ritengo una premessa sterile e priva delle dovute declinazioni pratiche che i residenti di Milano invece cercano da anni. Non credo che qualcuno voglia una Milano brutta, razzista e inquinata e allora…? Perché è necessario affermarlo se poi non lo si mette in pratica con atti concreti? C’è del fosforo qua dentro!
Ma facciamo un passo indietro: il Consiglio comunale di Milano, in data 14/10/2019, ha approvato il Piano di Governo del Territorio (PGT) che è divenuto efficace dalla pubblicazione dell’avviso di approvazione definitiva sul BURL Serie Avvisi e concorsi n. 6 del 05/02/2020.
Sono passati cinque anni. Possiamo dire di essere a metà strada dato che il target temporale è il 2030. Ho analizzato solo il Documento di sintesi che è il condensato dei concetti ripresi e approfonditi nel Piano dei Servizi, nel Piano delle Regole e negli elaborati grafici per non essere troppo specifico ma soprattutto per approfondire solo i concetti più rilevanti.
Dal testo originale: La Milano di oggi ha una visione chiara (?) del suo futuro (…..) I tre punti su cui il piano innova fortemente la visione della città, anche in un’ottica metropolitana, sono: Ambiente e cambiamenti climatici, Periferie e quartieri e Diritto alla casa e affitti calmierati.
Nel capitolo Ambiente e cambiamenti climatici siprevede la riduzione dell’indice di consumo del suolo, la salvaguardia di future aree verdi a Bovisa, piazza d’Armi, Vaiano Valle e Bellarmino. Attenzione: la salvaguardia non la creazione!!! E c’è una bella differenza: vuol dire che non si faranno nuove aree verdi in quelle zone, ma si manterranno nello stato in cui sono e, di conseguenza, aumenterà il degrado e lo stato di abbandono in attesa di decisioni future.
Inoltre: previsione di 20 nuovi parchi dentro la città legati a piani urbanistici, con manutenzione a carico del privato e previsione di un grande Parco Metropolitano intorno a Milano, che congiunge i nuovi parchi a quelli esistenti.
Infine: riduzione dell’impronta del suolo consumato di almeno il 10% nei casi di demolizione e ricostruzione; introduzione dell’Indice di Riduzione Impatto Climatico (RIC) per calcolare la dotazione minima d’integrazione del verde, elaborazione di una mappa delle aree della città che si intende depavimentare, piantumare o forestare; realizzazione del Parco Metropolitano e del progetto ForestaMi.
Come ho avuto modo di descrivere in altri articoli precedenti e pubblicati dalla newsletter, in questi cinque anni non si è mai parlato ne tantomeno approfondito il progetto ForestaMi, inoltre non c’è traccia della previsione di 20 (dico venti!) nuovi parchi e del Parco Metropolitano. Anzi, il progetto del Grande Parco Forlanini che unirebbe il Parco Forlanini, il Monluè e l’Idroscalo è stato accantonato.
Il tema depavimentare è anch’esso controverso. Il fine è quello di ridurre le isole di calore che si vengono a formare quando la superficie calpestabile trattiene tutta l’acqua che cade, si mira a ridurre l’impronta del costruito rispetto alla superficie fondiaria, ma all’opposto, non si vede di buon occhio edifici molto alti che segnano una discontinuità con il passato e la tradizione milanese.
Nel capitolo Periferie e quartieri si sottolinea con forza la riqualificazione dello spazio pubblico e la lotta agli edifici abbandonati:
- Sconti e agevolazioni per chi interviene nei cosiddetti ambiti di Rigenerazione;
- Eliminazione dei costi e semplificazione delle procedure per i cambi d’uso tra funzioni economiche, direzionale, produttivo, ricettivo e servizi privati;
- Norma contro gli edifici abbandonati: entro 18 mesi i proprietari devono procedere al recupero o l’abbattimento, pena una riduzione delle possibilità edificatorie (norma poi superata dalla Legge Regionale che, al contrario, prevede un aumento fino al 10% della volumetria per i proprietari che prevedono un progetto di riqualificazione dell’area);
- Riqualificazione di 7 Piazze strategiche e 13 Nodi di interscambio per ricucire i quartieri e il comune con la città metropolitana.
Inoltre viene introdotta la definizione Grandi funzioni nei vuoti urbani per definire quelle aree che rappresentano una ferita nel tessuto urbano e necessitano di una integrazione chiara. I “privati” quali grandi immobiliari, fondi sovrani, società fondiarie e proprietari di terreni, si sono mossi poco. Evidentemente quel 10 percento in più di volumetria sfruttabile non è appetibile e la lista di fabbricati in stato di abbandono si allunga.
Infine delle sette piazze strategiche solo piazzale Loreto (forse) verrà cantierizzata a breve. Su piazzale Corvetto si dibatte se demolire o mantenere con diversa destinazione il vecchio cavalcavia che porta all’autostrada A1. Forse piazza Trento, in vista della costruzione della nuova torre A2A vedrà la fase cantieristica e l’onere della realizzazione a carico A2A. Ci sono idee ancora in fase di bozza per piazzale Lotto. Nessuna altra idea per le restanti piazze.
Nel capitolo Diritto alla casa e affitti calmierati si descrive la volontà della Amministrazione Comunale di risolvere l’impellente necessità di rimettere sul mercato alloggi popolari attualmente sfitti perché non a norma con le prescrizioni igienico sanitarie e di sicurezza o perché occupati abusivamente e costruire nuovi alloggi popolari e di housing sociale:
- La quota obbligatoria di housing sociale nei nuovi interventi sale dal 35 al 40%; (per interventi superiori ai 10.000mq)
- E’ possibile superare l’indice massimo di edificabilità pari a 1 (mq/mq), a meno di 500 metri dalle metropolitane e stazioni ferroviarie e 250 metri dalle fermate tranviarie e filoviarie;
- Individuate 9 aree per Housing Sociale ed edilizia popolare per circa 1.300 alloggi che si sommano ai 6.200 previsti nell’ambito della rigenerazione degli scali ferroviari;
- Obiettivo Zero Case Sfitte negli immobili di edilizia residenziale pubblica MM entro il 2021 (N.d.R.: siamo nel 2024!)
Ci troviamo di fronte ad una Milano in continua crescita sia dal punto di vista dell’immagine che economico e di riflesso questa crescita ha comportato inevitabili aumenti dei prezzi. Ho letto addirittura di aumenti del 40 percento da quattro anni a oggi. Quindi la domanda è: come riequilibrare la forbice tra una Milano esclusiva ed un’altra che fa fatica?.
Se la risposta è aumentare la costruzione di housing sociale e rimettere sul mercato appartamenti sfitti, o “da mettere a norma” e riqualificare siamo tutti d’accordo ma i costi chi li dovrà sostenere? Fino ad ora l’Amministrazione Comunale ha fatto conto sulla collaborazione dei “privati” ma, ultimamente, troppi bandi e gare d’appalto sono andati deserti per la non convenienza economica dell’operazione.
Un vino annacquato, un cibo insipido e privo di sostanza che non fa bene né alla salute né al morale, che illude ma poi inevitabilmente deprime e scoraggia, un anabolizzante e sostanza stupefacente che sembra aiutare nell’immediato ma, nel lungo periodo, peggiora aggravando la situazione. Questa è una tragica definizione del PGT 2020/2030. Se molti obiettivi non sono stati raggiunti e neanche si raggiungeranno, perché dare la colpa al COVID 19 o all’inflazione e invece perché non affermare che il target posto dal PGT era troppo ambizioso e forse irraggiungibile e perché, visto che siamo in animo di revisione, non inserire pochi temi raggiungibili, condivisi e innovativi. In altre parole: evitiamo proclami gonfi di echi scontati e poi disattesi.

