Un improprio uso dello spazio pubblico: via Marconi

UCTAT Newsletter n.16 – ottobre 2019

di Giovanni Castaldo

Nel dibattito e nelle lamentele dei cittadini ricorre frequentemente il problema della incuria e della inadeguata manutenzione dello spazio pubblico. Strade, piazze, aree verdi che presentano un aspetto e un assetto ben lontano da un decoro civile che dovrebbero essere al centro dell’impegno comune per la bellezza della città. Problema non sempre di facile soluzione soprattutto nelle grandi metropoli, che rimanda anche alla educazione civica di tutti, ma certamente ad un maggiore impegno nella gestione dei servizi civici non sempre all’altezza del compito.

Entro questo scenario spesso sconfortante (movida e bivacchi compresi) si colloca pure il problema di un improprio utilizzo dello spazio pubblico, temporaneo ma non solo. Si allude alle autorizzazioni all’uso del plateatico, con chioschi e veri e propri ambienti dalle dimensioni invasive e dall’estetica e forma in palese contrasto con l’architettura e l’urbanistica dei luoghi.

Una tendenza sempre più frequente che spesso non trova ragionevoli motivi se non di consentire ad esercizi commerciali di espandere la propria attività privata su una area pubblica, con qualche introito da parte della amministrazione.  Irragionevoli motivi rispetto alla salvaguardia del decoro della città soprattutto in presenza di valori architettonici e ambientali eccezionali.  Perplessità tanto più grandi, anche quando con il beneplacito della Sovrintendenza.

Esempi che sono stati richiamati anche da altri, come l’intervento di Armani in largo Pertini un piccolo gioiello di Aldo Rossi, o gli ombrelloni metallici e tutto il resto di Starbucks in Cordusio. Ma sarebbero citabili altri casi, in ogni luogo dove si addensa il commercio e la presenza del pubblico.

Ultimo caso è l’installazione di 3 parallelepipedi metallici e vitrei e di 2 edicole nel tratto di via Marconi che collega piazza Diaz con piazza Duomo, a ridosso del porticato di un imponente palazzo modernista e a fronte di una manica di Palazzo Reale, che interferiscono pesantemente con un ambiente urbano dei più prestigiosi e rappresentativi. Una indebita intrusione nella lineare prospettiva che raggiunge poi la Galleria Vittorio Emanuele fino a piazza Scala.

Volumi nell’interesse di chi? Come se non vi fossero già più che abbondanti spazi per bar, paninerie e ristorazioni varie. 

Piazza Duomo e dintorni meritano ben altro, dopo le palme e le reiterate proposte di piantare alberi in un salotto che è il vanto della città e una icona mondiale di Milano.

Via Guglielmo Marconi verso piazza Diaz