Un progetto di Giga Factory di Memo Colucci

UCTAT Newsletter n.71 – ottobre 2024

di Carlo Lolla

“La fabbrica non può guardare solo ai profitti. Deve distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia” Adriano Olivetti.

Alcuni giorni fa è stato presentato, all’inaugurazione della nuova sede Isocell, il progetto della De Nora – Giga Factory, descritto efficacemente in termini culturali e sociali dall’architetto Memo Colucci. Questo progetto rappresenta un’importante svolta non solo per la produzione industriale, ma anche per l’intero settore dell’architettura e dell’energia. È un complesso produttivo, che ha come obiettivo principale la produzione di idrogeno come fonte di energia pulita, ciò rispecchia l’innovazione tecnologica e l’impegno verso un futuro sostenibile.

La Giga Factory si colloca come un progetto simbolico dell’industria contemporanea. Non è solo uno spazio di produzione, ma un manifesto di progresso e sostenibilità, capace di comunicare con la città e i cittadini, aprendo le porte a un nuovo modello industriale e architettonico. L’edificio, secondo Colucci, svolge il ruolo di “trasformatore” che sfrutta elementi naturali come l’acqua e il sole per generare energia, attraverso l’idrogeno, creando un processo industriale completamente pulito e autosufficiente.

Uno dei punti focali del progetto è il mulino ad acqua, che assume il ruolo di precursore dell’architettura industriale. Non solo simbolo della prima era industriale, ma anche emblema di come l’energia rinnovabile, se combinata con l’innovazione tecnologica, possa portare a una nuova rivoluzione energetica. La fabbrica, in questo contesto, non è più solo un luogo chiuso e isolato, ma un’entità permeabile, che si fonde con l’ambiente e la comunità.

Colucci sottolinea come la localizzazione dell’intervento sia determinante. L’acqua sotterranea e il sole, fonti energetiche che alimentano il sistema geotermico della Giga Factory, dimostrano l’importanza di un progetto che dialoga direttamente con le risorse naturali del territorio. Questo rende la fabbrica non solo un edificio produttivo, ma un ecosistema integrato che risponde alle esigenze energetiche senza impattare negativamente l’ambiente.

La Giga Factory incarna l’idea della fabbrica come spazio iconico, un monumento del progresso. I volumi e gli spazi interni sono calibrati con cura, e gli edifici industriali diventano quasi delle cattedrali contemporanee, dedicate al lavoro e alla sostenibilità. Qui si uniscono arte, architettura e tecnologia, dando vita a uno spazio che non solo produce beni, ma anche idee e innovazione.

Il progetto della De Nora – Giga Factory richiama alla mente alcune iniziative simili, come:

  1. Tesla Gigafactory – La fabbrica di Tesla a Reno, in Nevada, è un esempio pionieristico di produzione industriale su larga scala alimentata da fonti rinnovabili. Tesla ha puntato sull’energia solare e su un ciclo di produzione efficiente per ridurre drasticamente le emissioni di carbonio, concentrandosi sulla produzione di batterie e veicoli elettrici.
  2. Ørsted’s Hydrogen Facility (Danimarca) – Ørsted, leader nelle energie rinnovabili, sta sviluppando una struttura per la produzione di idrogeno verde in Danimarca, alimentata esclusivamente da energia eolica. Questa fabbrica rappresenta un altro esempio di come l’idrogeno possa essere integrato in un modello di produzione energetico sostenibile.
  3. Energiepark Mainz (Germania) – Un altro progetto di grande impatto è l’Energiepark di Mainz, dove si produce idrogeno attraverso l’energia eolica, immagazzinando l’energia rinnovabile in eccesso per poi essere utilizzata nei momenti di picco energetico.

Però mi domando se l’amico Colucci ed il suo entourage, assieme al gruppo De Nora, hanno pensato se sia possibile integrare il progetto con tecnologie avanzate di riciclaggio. Ovvero, oltre alla produzione di idrogeno, la Giga Factory potrebbe includere tecnologie per il recupero e il riuso delle risorse. Ad esempio, il riciclo delle acque reflue o il recupero dei materiali di scarto industriale, per rendere la fabbrica non solo autonoma dal punto di vista energetico, ma anche circolare in termini di risorse.

Trovo interessante uno degli aspetti più innovativi del progetto cioè l’apertura della fabbrica alla città. Questa opportunità potrebbe essere interessante nel sviluppare aree destinate alla formazione, a mostre interattive o spazi di co-working per la ricerca scientifica, creando un vero e proprio hub culturale e tecnologico.

Memo Colucci ha descritto, con la sua maestria e capacità culturale ed intellettuale, questo progetto industriale. Ha anche spiegato l’aspetto estetico del manufatto così realizzato al fine di ridurre l’impatto ecologico. Sarebbe interessante sapere se egli ha pensato anche ad altri materiali in grado di ridurre l’impronta ecologica dell’edificio con materiali innovativi e sostenibili, come il legno lamellare, il calcestruzzo a basse emissioni di carbonio o tecniche di costruzioni modulari.

Certamente il progetto della De Nora – Giga Factory rappresenta un nuovo paradigma nell’architettura industriale e nell’approccio alla produzione energetica sostenibile. L’uso dell’idrogeno come fonte energetica, combinato con un’architettura iconica e un dialogo con il territorio, crea una fabbrica del futuro. Questo tipo di iniziative non solo migliorano la sostenibilità ambientale, ma promuovono anche un cambiamento culturale profondo, in cui l’industria non è più vista come una minaccia per l’ambiente, ma come parte integrante della sua conservazione.

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