Una nuova Grande Funzione Urbana per l’Est Milano

UCTAT Newsletter n.15 – settembre 2019

di Giovanni Castaldo

L’industria culturale creativa è uno dei principali driver dell’economia di Milano. Il capoluogo lombardo è la “capitale dei creativi” in particolare per la produzione di software, la produzione audiovisiva, la pubblicità, la musica, oltre che per l’editoria (Camera di Commercio, 2017). Una “multimedialità” che contraddistingue la città rispetto ad altre realtà nazionali per numero di aziende, addetti e fatturati.

A fronte di una diffusione di attività legate al comparto multimediale e della comunicazione in tutto il territorio milanese e periurbano, l’Est della città si contraddistingue per la presenza di molte realtà legate alla produzione televisiva. Tra queste, il centro di produzione Mediaset di Cologno Monzese, il centro Rai di Via Mecenate e l’headquarter di Sky a Rogoredo, oltre a molti studios. Tra gli spazi di produzione indipendente distribuiti lungo tutta la fascia est della città vi sono ad esempio gli Idea Studios, il centro Deruta, lo studio Robinie, gli East Ends Studios, il Teatro Linear utilizzati dalle principali case di produzione, come ad esempio Endemol, Magnolia, ITV Movie, ecc. Si configura quindi un vero e proprio distretto multimediale del sud-est Milano per la presenza di una articolata filiera che include società televisive, case di produzione, servizi di supporto, spazi prova, studi di registrazione, che trovano collocazione in manufatti edilizi eterogenei per tipologia e consistenza, ma comunque di dimensioni medio-grandi per ospitare gli spazi scenici e le relative attrezzature.

La radicale trasformazione della produzione televisiva, dai grandi centri di produzione interni alle società televisive – che raggruppavano teatri di posa, studi di incisione e aree dedicate all’animazione nonché una serie di servizi correlati come ad esempio la post-produzione e la scenografia -, il mercato attuale è orientato ad una sempre maggiore esternalizzazione delle produzioni e delle correlate lavorazioni a strutture indipendenti. Certamente sono più limitati i modelli come Cinecittà, il grande polo di Roma, o come lo stesso centro Cinelandia promosso a Cologno Monzese dalla Icet-De Paolis negli anni Sessanta, poi acquisito da Fininvest negli anni Ottanta per la realizzazione del grande centro RTI-Mediaset, a favore di una diffusa presenza di agenzie che producono e vendono programmi per le televisioni.

Nel contesto della produzione televisiva si inserisce anche l’annosa vicenda della realizzazione del Nuovo centro Rai a Milano. L’obiettivo di realizzare un unico polo a Milano è stato oggetto di un lungo dibattito aziendale e politico, con diverse ipotesi localizzative e diverse strategie di sviluppo. La scelta di realizzare il Nuovo centro posiziona la Rai in parziale controtendenza rispetto allo scenario prima tracciato, a conferma di una produzione in-house ancora consistente. La Rai ha a Milano due centri di produzione: quello storico di Corso Sempione e quello di Via Mecenate. Alla sede storica, inaugurata nel 1954, con ancora 5 studi in funzione, a fronte di sempre maggiori necessità, è stato prima affiancato il centro di produzione della Fiera e poi, dopo il progetto City Life, il centro di produzione di Via Mecenate in attività dal 2007. Gli studi di Via Mecenate non sono di proprietà Rai, ma della società East Ends Studios che dispone di diversi capannoni che un tempo erano della Caproni, azienda costruttrice di aeroplani. La stessa società dispone di altri quattro capannoni dove sono state sviluppate diverse produzioni Rai. Una soluzione non definitiva, quella di Via Mecenate, che mantiene aperto il problema di realizzare un unico centro di produzione Rai. 

Nel 2017 la Rai ha avviato una indagine di mercato per soddisfare la necessità di nuovi spazi per circa 20mila metri quadri. Tra le risposte ricevute vi sono gli spazi alla Fiera del Portello, la disponibilità di strutture da parte di Coima, la grande società immobiliare che ha sviluppato Porta Garibaldi e che sarà centrale anche nello sviluppo dello scalo Farini, e infine la locazione degli studi di Telelombardia in zona Bovisa. A distanza di circa due anni non vi sono ancora notizie definitive. Riamane aperta l’ipotesi di localizzazione del nuovo centro presso la ex Fiera al Portello (che si trascina dagli anni Ottanta senza alcun esito!!!). Tra l’altro la situazione al Portello sarebbe ancora bloccata per un contenzioso tra l’ente Fiera e gli attuali proprietari. Vicenda annosa e paradossale.

Dato l’impatto economico, culturale e urbanistico del comparto audiovisivo e multimediale, esso dovrebbe essere ascritto tra le cosiddette Grandi Funzioni Urbane. Così come fanno parte delle GFU le grandi attrezzatture sportive, i poli ospedalieri, i poli universitari, anche i distretti multimediali e culturali dovrebbero trovare collocazione nell’organizzazione delle polarità urbane e metropolitane del Piano di Governo del Territorio.

Urban Curator TAT, studiando l’ambito sud-est di Milano, ha riconosciuto e analizzato il distretto multimediale dell’Est milanese e ha sviluppato una proposta di tipo metaprogettuale per valorizzarlo e potenziarlo. In particolare, l’area attualmente inedificata e sottoutilizzata compresa tra Via Salomone, Via Zama e Via Bonfadini, viene riconosciuta come un ambito ottimale per la localizzazione di una polarità in coerenza con il distretto multimediale dell’Est milanese. L’ipotesi che viene avanzata da UCTAT riguarda la realizzazione di un centro multimediale che ospiti spazi per la produzione televisiva e audiovisiva, sale prova, studi di incisione, servizi accessori al mondo dello spettacolo, ecc. Una piattaforma che favorisca una razionalizzazione di attività oggi dislocate in più punti del territorio a vantaggio di possibili sinergie ed economie di localizzazione, anche in relazione ai grandi poli già esistenti.

Esperienze internazionali confermano l’importanza di realizzare infrastrutture di supporto all’industria multimediale, per favorirne lo sviluppo e individuare modalità virtuose di integrazione con i tessuti urbani. Allo stesso tempo, il benchmarking evidenzia la redditività di complessi dimensionati e strutturati per integrare attività produttive e funzioni culturali, espositive e ricettive. L’ottica di realizzare un center multimediale e multifunzionale, nell’Est milanese, appare particolarmente innovativa per la città di Milano e coerente con il completamento del progetto Santa Giulia con una funzione di alta qualità che si colloca nell’ottica del terziario avanzato in un contesto di rinnovata qualità ambientale.

Il sud-est di Milano nel 1963
“Ieri, oggi e domani” (Vittorio De Sica, 1963), Episodio 2, soggetto di Billa Zanuso e Cesare Zavattini.