Un improprio uso dello spazio pubblico: piazza Croce Rossa

UCTAT Newsletter n.12 – maggio 2019

di Giovanni Castaldo

Lo spazio dove è collocato il monumento al presidente Sandro Pertini, piazza Croce Rossa, è stato progettato negli anni Ottanta da Aldo Rossi in occasione del programma di risistemazione degli spazi pubblici limitrofi alle principali fermate della nuova Linea Tre della Metropolitana, promosso dall’allora presidente di MM Claudio Dini.

Si tratta di un progetto attento e misurato, che realizza un luogo di incontro all’uscita della stazione, contraddistinto da un manufatto con alcuni gradoni con funzione di seduta e di quinta prospettica di via Montenapoleone e, verso via Manzoni, dalla presenza di due filari di gelsi, citazione di Rossi di un’essenza tipicamente lombarda, fortemente legata alla produzione tessile e quindi anche alla moda.

Ai lati della piazza si collocano due importanti edifici. Da un lato il Grand Hotel et de Milan, edificio ottocentesco, frequentato da personalità illustri della storia di Milano e d’Italia, tra cui Manzoni, Cattaneo, Correnti, Manara, Rossini e dove è morto Giuseppe Verdi. Sul lato opposto si trova l’Emporio Armani, con hotel, ristorazione e bar. Un tempo sede del grande cinema Capitol, è un edificio degli anni Trenta di impianto razionalista, ma con anche alcuni tratti modernisti, progettato da Enrico Griffini. 

Lo spazio pubblico progettato da Aldo Rossi è stato per lungo tempo al centro di polemiche da parte di alcuni architetti, poiché ritenuto invasivo rispetto al limitato spazio dello slargo. Opinione non fondata, in considerazione della grande sensibilità per la storia dei luoghi espressa da Rossi nei suoi progetti e nei suoi scritti: un richiamo alla storia della città e a un inserimento nel contesto ambientale. Tra l’altro una delle poche opere di Rossi realizzate a Milano.

Guardando lo stato attuale di largo Croce Rossa, viene da domandarsi se questa vis polemica verso l’opera di Aldo Rossi non sarebbe più opportuno indirizzarla all’uso improprio di tale spazio? Si fa riferimento alla istallazione fissa di alcuni dehor di espansione dell’Emporio Armani affaccianti direttamente sulla piazza. Una vera e propria “cannibalizzazione” del ridotto spazio pubblico, alternandone l’equilibrio e la geometria studiate da Rossi in ogni relazione e dettaglio. Due estensioni commerciali che appaiono del tutto improprie e inopportune, a fronte di un intero edificio già oggetto di una enorme superfetazione alla sommità dell’immobile, che ne altera l’aspetto soprattutto ben visibile nella prospettiva di via Manzoni. Così l’edificio di Griffini oltre ad avere già una compromissione nel coronamento, oggi subisce un ulteriore “aggressione” nel basamento.

Con una totale incuranza del rapporto tra edificio e spazio pubblico, la distanza tra il dehor e il filare dei gelsi è minima, la qualità complessiva dello spazio è alterata, le sedute in parte compromesse, il rapporto anche di simmetria nei confronti della gradonata del tutto modificato.

Era davvero necessaria questa ulteriore concessione da parte del Comune? Gli organismi preposti al rilascio delle autorizzazioni hanno considerato il reale impatto di questi dehor? La qualità dello spazio pubblico e del paesaggio passa anche dal rispetto delle preesistenze e dalla memoria della storia dei luoghi.