Inchiesta parlamentare per le periferie

UCTAT Newsletter n.14 – luglio 2019

di Giovanni Castaldo

Nel 2016 la Camera dei Deputati ha istituito la “Commissione di inchiesta sulla sicurezza e sul degrado delle città e delle periferie”, al fine di verificare lo stato del degrado e il disagio delle città e delle loro periferie, con particolare riguardo alle implicazioni socio-economiche e di sicurezza, attraverso l’esame di una serie di fattori. Quali in particolare: composizione sociale dei quartieri periferici, caratteristiche urbanistiche, indici economici e produttivi, dotazione di servizi, distribuzione delle risorse infrastrutturali.

Nel 2017 la Commissione ha presentato una ampia Relazione di oltre 700 pagine sul lavoro svolto. Il rapporto oltre a offrire una dettagliata analisi delle problematiche socio-economiche e territoriali delle periferie delle principali città italiane, nonché una sintesi delle principali politiche pubbliche esistenti, riporta alcuni indirizzi e proposte per affrontare la questione del degrado delle periferie.

Le principali problematiche rilevate dalla Commissione di inchiesta sono: la carenza di servizi, il diffuso degrado edilizio del patrimonio pubblico, l’incuria e l’abbandono dello spazio pubblico; sul fronte sociale ricorrenti i casi di abusivismo, di occupazione di immobili, di illegalità e di conflitto tra ceti deboli.

A fronte di tale scenario, la Commissione fornisce alcune indicazioni di carattere generale e poi alcune azioni di carattere più applicativo.

Tra le indicazioni vengono riportate: la scala ampia di intervento per sfruttare possibili economie, la promozione di mix funzionali, la qualificazione dello spazio pubblico, la previsione di poli per la socializzazione, cultura e intrattenimento, il miglioramento dei sistemi infrastrutturali e di mobilità pubblica, la modernizzazione dei servizi (smart city-smart specialisation), l’inclusione sociale della popolazione, la promozione del mercato del lavoro locale.

In merito alle proposte, la Commissione avanza le seguenti:  redazione di un “Piano strategico per le città”, come superamento di politiche settoriali; la riattivazione di linee di finanziamento continuativo del tipo Gescal, l’integrazione e il coordinamento dei finanziamenti locali ed europei, l’aggiornamento e superamento del complesso e contraddittorio quadro normativo dalla legge 1150 del 1942 fino ad oggi, una fiscalità orientata all’incentivazione dei processi di rinnovo urbano, l’integrazione degli interventi abitativi con opere pubbliche e servizi, l’integrazione e coordinamento delle politiche sociali.

Nel complesso il lavoro della Commissione appare utile, soprattutto per evidenziare la centralità del tema periferie non solo a livello locale ma anche a livello nazionale, per il peso rilevante in termini economici e sociali che tali ambiti hanno.

Se il lavoro analitico appare dettagliato, le proposte permangono ancora a un livello molto generale, né si caratterizzano per una interpretazione critica dei provvedimenti in passato assunti e sulla possibile loro riproposizione anche a fronte di un quadro notevolmente mutato.

In conclusione, un lavoro ingente prevalentemente di carattere compilativo, che non trova però sbocco in indicazioni in grado di promuovere un’adeguata azione normativa e legislativa. Un richiamo generico all’annosa questione della riforma urbanistica del 1942, problema ormai archiviato dopo decenni di inutili tentativi, in un contesto istituzionale diversamente articolato.