UCTAT Newsletter n.3 – luglio 2018
di Matteo Gambaro
Dal 5 al 7 luglio, presso l’Auditorium del Parco della Musica di Roma, ha avuto luogo l’ottavo Congresso Nazionale degli Architetti alla presenza di tremila delegati provenienti dalle sedi territoriali degli Ordini degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori. L’amplia mobilitazione di architetti è dovuta dal programma promosso dal Consiglio Nazionale e dal Presidente Capocchin culminato con la proposta, presentata al Ministro per i Beni Culturali Alberto Bonisoli, di promulgare anche in Italia, come in altri paesi europei, una legge sull’Architettura. Proposta accettata con timido impegno da parte del Ministro. Ma il passaggio fondamentale della relazione del Presidente Capocchin è stato quello riguardante la qualità dell’architettura e le procedure concorsuali per ottenerla. Il rappresentante degli architetti italiani ha evidenziato la necessità di eliminare i limiti di fatturato minimo degli studi per poter accedere alle gare e ai concorsi e soprattutto l’indifferibilità di una riforma sostanziale delle procedure con la previsione di soli concorsi a due livelli: prima fase semplice e snella riservata alle idee ed aperta a tutti; seconda fase per i cinque selezionati, con rimborso per tutti e assegnazione dell’incarico progettuale e di direzione almeno artistica al vincitore. Inoltre l’obbligo per le stazioni appaltanti di indire concorsi solo se in possesso delle risorse economiche necessarie per la realizzazione dell’opera. Un cambiamento radicale rispetto alle consuete prassi italiane che determinano enormi sprechi di risorse intellettuali ed economiche per progettazioni che non poi non verranno realizzate.
Si riuscirà a fare valere le proprie istanze e a dare avvio a quel processo di rinnovamento culturale sistematicamente rinviato?