I nuovi uffici comunali

UCTAT Newsletter n.4 – aprile 2019

di Arturo Majocchi

Città della Salute, Città della Scienza, Città della Giustizia, Cittadella dello Sport, Cittadella degli Uffici, ecc., altre se ne possono inventare, legate a ambiti di attività specifici quali la Città della Musica, dei Bambini, del Cinema, dell’Innovazione, ecc.. A Bologna, ad esempio, fu creata la “Città della Ferrovia”, che identificava la sequenza degli spazi urbani con quel tipo di attività attorno alle quali si strutturano le relazioni nazionali e internazionali e “dove la massima accessibilità e la concentrazione di funzioni eccellenti fanno incontrare le tante e diverse comunità che contraddistinguono la miscela demografica contemporanea”. Questo modo di affrontare il tema del recupero degli scali dismessi adottato dall’Amministrazione di Bologna, ha comportato un forte impegno dell’ente pubblico nel disegnare, soprattutto in termini qualitativi, il quadro delle strategie al cui interno sviluppare fenomeni di rigenerazione urbana.

Individuare e investire, sia da parte pubblica che privata, nella realizzazione di poli di eccellenza non solo economici, ma anche sanitari, culturali, ecc. rappresenta una linea strategica in grado di garantire uno sviluppo coordinato della struttura urbana centrale con quella delle aree più periferiche a tessuto compatto, ma soprattutto con quelle aree che necessitano di ampie azioni di trasformazione urbana e di riqualificazione.

Pertanto, un sistema di poli di eccellenza, ubicati strategicamente, può consentire l’avvio di un processo di rigenerazione urbana controllato e estremamente qualificato ed efficace, anche nei confronti del più ampio contesto urbano di riferimento. 

Un progetto di questo tipo deve però essere supportato da un impianto del sistema di trasporto pubblico urbano e metropolitano, che garantisca livelli di accessibilità e facilità di spostamenti fra i principali “attrattori urbani“. L’insieme delle “Grandi Funzioni Urbane” e dei “Nodi di Interscambio” previsti nel PGT di Milano, recentemente adottato, può rappresentare il punto di partenza per definire un disegno, un modello territoriale coerente e avviare un processo di strutturazione della città, in grado di competere con le altre grandi città europee.

Nel nuovo PGT aver previsto 5 aree per le Grandi Funzioni Urbane e 10 aree per i Nodi di Interscambio sembra essere una prima indicazione qualificata e coerente per sostenere la realizzazione di poli di eccellenza sul territorio; mancano però le caratteristiche e i contenuti, ovvero quali dovranno essere le attività da insediare. Questo è un tema che non può essere lasciato esclusivamente all’iniziativa privata e non può neppure non essere affrontato dall’Amministrazione Comunale con modalità del tutto discrezionali. All’Amministrazione Comunale deve competere l’individuazione non solo di eventuali fabbisogni arretrati delle attività in grado di strutturare il territorio, ma anche definire la visione del ruolo e dello sviluppo di Milano, non solo a livello nazionale ma anche nel contesto internazionale. Ciò significa individuare, localizzare e promuovere la concentrazione delle eccellenze necessarie.

Non sembra però appartenere a questa strategia l’individuazione da parte dell’Amministrazione di un’area in via Cenisio, di proprietà comunale, per insediare la “Cittadella degli Uffici”, in adiacenza all’area dello Scalo Farini, già oggetto di concorso e nel quale si evidenzia già la necessità di un dialogo/collegamento con il futuro insediamento esterno all’area di uffici pubblici. Il nuovo “Federal Building” di via Cenisio dovrebbe interessare in una prima fase l’insediamento di circa 7.000 dipendenti, attualmente distribuiti in circa 25 sedi diverse sparse in tutta la città.

L’iniziativa presenta caratteri di razionalità nella riorganizzazione degli uffici comunali, forti di più di 15.000 unità, e nella riduzione consistente dei costi relativi ad affitti, manutenzioni e spostamenti, consentendo così una migliore organizzazione del lavoro sia all’ interno degli uffici, che nei confronti del pubblico (front office).

Questo tema, di estrema attualità e importanza, ad esempio nei confronti del futuro degli edifici dismessi, verrà senz’altro ripreso da UCTAT e approfondito nei prossimi numeri della Newsletter; però ciò che ci interessa fin d’ora segnalare è la contraddizione che presenta questa iniziativa con le strategie evidenziate in precedenza. Si rischia di trovarsi di fronte ad un’occasione persa nel senso che tale funzione, la concentrazione di uffici comunali, per i tipi di attività e le quantità in gioco può rappresentare uno di quei poli di eccellenza a scala urbana, da localizzarsi con estrema attenzione nel quadro di sviluppo della città. Si tenga conto inoltre che la ubicazione prevista si colloca in una zona di Milano già fortemente densa di insediamenti residenziali e terziario-direzionali, e ancor più in previsione di futuri insediamenti; una zona già ora in condizioni di traffico estremamente critiche.

Città della Salute, Città della Scienza, Città della Giustizia, Cittadella dello Sport, Cittadella degli Uffici, ecc., altre se ne possono inventare, legate a ambiti di attività specifici quali la Città della Musica, dei Bambini, del Cinema, dell’Innovazione, ecc.. A Bologna, ad esempio, fu creata la “Città della Ferrovia”, che identificava la sequenza degli spazi urbani con quel tipo di attività attorno alle quali si strutturano le relazioni nazionali e internazionali e “dove la massima accessibilità e la concentrazione di funzioni eccellenti fanno incontrare le tante e diverse comunità che contraddistinguono la miscela demografica contemporanea”. Questo modo di affrontare il tema del recupero degli scali dismessi adottato dall’Amministrazione di Bologna, ha comportato un forte impegno dell’ente pubblico nel disegnare, soprattutto in termini qualitativi, il quadro delle strategie al cui interno sviluppare fenomeni di rigenerazione urbana.

Individuare e investire, sia da parte pubblica che privata, nella realizzazione di poli di eccellenza non solo economici, ma anche sanitari, culturali, ecc. rappresenta una linea strategica in grado di garantire uno sviluppo coordinato della struttura urbana centrale con quella delle aree più periferiche a tessuto compatto, ma soprattutto con quelle aree che necessitano di ampie azioni di trasformazione urbana e di riqualificazione.

Pertanto, un sistema di poli di eccellenza, ubicati strategicamente, può consentire l’avvio di un processo di rigenerazione urbana controllato e estremamente qualificato ed efficace, anche nei confronti del più ampio contesto urbano di riferimento. 

Un progetto di questo tipo deve però essere supportato da un impianto del sistema di trasporto pubblico urbano e metropolitano, che garantisca livelli di accessibilità e facilità di spostamenti fra i principali “attrattori urbani“. L’insieme delle “Grandi Funzioni Urbane” e dei “Nodi di Interscambio” previsti nel PGT di Milano, recentemente adottato, può rappresentare il punto di partenza per definire un disegno, un modello territoriale coerente e avviare un processo di strutturazione della città, in grado di competere con le altre grandi città europee.

Nel nuovo PGT aver previsto 5 aree per le Grandi Funzioni Urbane e 10 aree per i Nodi di Interscambio sembra essere una prima indicazione qualificata e coerente per sostenere la realizzazione di poli di eccellenza sul territorio; mancano però le caratteristiche e i contenuti, ovvero quali dovranno essere le attività da insediare. Questo è un tema che non può essere lasciato esclusivamente all’iniziativa privata e non può neppure non essere affrontato dall’Amministrazione Comunale con modalità del tutto discrezionali. All’Amministrazione Comunale deve competere l’individuazione non solo di eventuali fabbisogni arretrati delle attività in grado di strutturare il territorio, ma anche definire la visione del ruolo e dello sviluppo di Milano, non solo a livello nazionale ma anche nel contesto internazionale. Ciò significa individuare, localizzare e promuovere la concentrazione delle eccellenze necessarie.

Non sembra però appartenere a questa strategia l’individuazione da parte dell’Amministrazione di un’area in via Cenisio, di proprietà comunale, per insediare la “Cittadella degli Uffici”, in adiacenza all’area dello Scalo Farini, già oggetto di concorso e nel quale si evidenzia già la necessità di un dialogo/collegamento con il futuro insediamento esterno all’area di uffici pubblici. Il nuovo “Federal Building” di via Cenisio dovrebbe interessare in una prima fase l’insediamento di circa 7.000 dipendenti, attualmente distribuiti in circa 25 sedi diverse sparse in tutta la città.

L’iniziativa presenta caratteri di razionalità nella riorganizzazione degli uffici comunali, forti di più di 15.000 unità, e nella riduzione consistente dei costi relativi ad affitti, manutenzioni e spostamenti, consentendo così una migliore organizzazione del lavoro sia all’ interno degli uffici, che nei confronti del pubblico (front office).

Questo tema, di estrema attualità e importanza, ad esempio nei confronti del futuro degli edifici dismessi, verrà senz’altro ripreso da UCTAT e approfondito nei prossimi numeri della Newsletter; però ciò che ci interessa fin d’ora segnalare è la contraddizione che presenta questa iniziativa con le strategie evidenziate in precedenza. Si rischia di trovarsi di fronte ad un’occasione persa nel senso che tale funzione, la concentrazione di uffici comunali, per i tipi di attività e le quantità in gioco può rappresentare uno di quei poli di eccellenza a scala urbana, da localizzarsi con estrema attenzione nel quadro di sviluppo della città. Si tenga conto inoltre che la ubicazione prevista si colloca in una zona di Milano già fortemente densa di insediamenti residenziali e terziario-direzionali, e ancor più in previsione di futuri insediamenti; una zona già ora in condizioni di traffico estremamente critiche.

Riteniamo, in conclusione, che sia il caso di ripensare attentamente a delle alternative strategiche di localizzazione per la “Cittadella degli Uffici”, che può innescare processi di sviluppo favorevoli a interventi di rigenerazione in zone periferiche e semiperiferiche, non ancora indicate come zone da sottoporre ad azioni di estesa riqualificazione. La strategia per lo sviluppo della Città di Milano deve essere imperniata su una configurazione del sistema di trasporto pubblico urbano e metropolitano, da realizzarsi con efficaci collegamenti tra i poli di eccellenza e la rete attuale e futura del trasporto pubblico, come i prolungamenti delle linee metropolitane, la nuova linea M6 e la Circle Line.

Localizzazione della Cittadella degli Uffici e Scalo Farini