Municipi: luoghi di vera partecipazione?

UCTAT Newsletter n.4 – settembre 2018

di Giovanni Castaldo

Se leggiamo il “Regolamento sui Municipi” del Comune di Milano si può pensare che i Municipi sono un reale luogo di partecipazione. Un livello amministrativo e decisionale, decentrato sul territorio, che coglie e dà risposta alle istanze dei cittadini, nel rispetto del principio di sussidiarietà verticale. L’art. 2 del Regolamento recita: “I Municipi, nell’ambito dell’unitarietà del Comune di Milano, rappresentano le rispettive comunità, ne curano gli interessi e ne promuovono lo sviluppo, in quanto organismi di partecipazione, consultazione e gestione dei servizi di prossimità presenti sul territorio”. Ancora nello stesso Regolamento viene dedicato un Titolo al tema della Partecipazione, con la previsione di strumenti potenzialmente rilevanti come: Proposte di deliberazione di iniziativa popolare, Consulte municipali, Referendum municipali, oltre alle Istanze e petizioni. Possibilità per il cittadino per partecipare, proporre, discutere.

Strumenti di partecipazione e iniziativa popolare previsti anche dal “Regolamento per l’attuazione dei diritti di partecipazione popolare” del Comune di Milano. Anche l’Assessorato alla Partecipazione, istituito nell’attuale Giunta, sostiene il ruolo dei Municipi.

Questo nelle intenzioni e nelle righe dei regolamenti. La realtà è un po’ diversa. I Municipi non appaiono come veri luoghi di partecipazione. I centri di zona non sono riconosciuti come sedi presso le quali recarsi per presentare le proprie istanze, per decidere realmente sul futuro della città. 

Basti pensare alla scarsa presenza ad alcuni incontri organizzati dai Municipi per l’ultimo Bilancio Partecipativo. La presentazione in Municipio 5 delle proposte dei cittadini, ad esempio, è avvenuta dinanzi a meno di 15 persone. Analogamente a quanto avviene in iniziative civiche e culturali o nelle diverse commissioni municipali. Diversamente gli incontri organizzati nei Municipi per presentare l’accordo di programma sugli scali hanno visto una buona partecipazione, anche per la grande pubblicità del percorso di ascolto, con il diretto impegno degli Assessorati.

Altra considerazione non marginale è che gli stessi edifici dei centri zonali sono poco attrattivi, bisognosi di manutenzione e ristrutturazione, utilizzati prevalentemente per i servizi civici e sociali, e non come “luoghi centrali” di territori con popolazioni paragonabili a comuni di media dimensione.

È necessaria quindi una inversione di tendenza, una riorganizzazione di competenze e risorse tra Comune e Municipi. Un rilancio di una istituzione fondamentale nel governo delle grandi città. Anche in relazione al ruolo sovracomunale che dovrebbe assumere la città metropolitana. Si tratterebbe appunto di completare la riforma già avviata che riconosce proprio nei Municipi un elemento chiave nel riequilibrio complessivo tra centro e periferia.