UCTAT Newsletter n.5 – ottobre 2018
di Carlo Lolla
Introducendo i lavori del Convegno sull’Hub di Rogoredo del 24 ottobre 2018 il Presidente Paolo Guido Bassi ha messo in evidenza che pur non avendo il Municipio un particolare ruolo decisionale in materia urbanistica, anche in base al recente regolamento, tuttavia può svolgere un ruolo importante nel promuovere il dibattito nel corso dell’iter delle proposte di maggior rilievo. Diversamente l’utilità del discutere a valle di scelte già assunte è molto limitata e non va oltre ad una informazione seppur puntuale, senza possibilità di incidere sul processo complessivo.
La proposta dell’hub di Rogoredo è interessante, non solo per il progetto in sé, ma per come è stato pensato e realizzato pienamente. Per giungere al risultato è stato fatto uno studio minuzioso e accurato, un pensare alle varie problematiche che un’area così particolare implicava e con una varietà di aspetti generali non semplici da risolvere.
La superficie dell’area, le infrastrutture, la mobilità, il contesto territoriale, l’ambiente, il raccordo con la città, il pensare all’intorno e, conseguentemente, alla sua rigenerazione urbana. Questi alcuni punti di partenza da sviluppare nello studio progettuale per prendere coerentemente, dopo tutte le analisi, il via e da dove partire. Non facile, ma intrigante, avvincente, curioso e affascinante.
Questa è una successione di temi, molto interessanti, non solo per il progetto in sé stesso, ma perché evidenzia la volontà e la capacità di un gruppo di architetti, di tecnici, di amministrazione pubblica e di cittadini volenterosi che hanno contribuito alla progettualità, riflettendo, ragionando, considerando, ponderando, immaginando e, non ultimo, ideando.
Questo modo di muoversi e di approccio indica una traccia, una esposizione nel creare un archetipo utile ad affrontare una tematica così complessa. Questo criterio di ordine temporale deve essere un precetto, oserei dire la cartina di tornasole, per essere una filosofia e regola da suggerire, unificare, da conformarsi, qualora colto nel suo principio, anche per altre situazioni esistenti nella città. E ritengo che Urban Curator TAT e il Municipio 4 siano disposti a fornire questa esperienza.
Ecco che anche gli altri Municipi potrebbero usufruirne e valersene come percorso e metodo per ambiti complessi, insiti nei loro territori, più o meno degradati, ma oggetto di riqualificazione concreta. Luoghi abbandonati, trascurati nel tempo e lasciati all’indifferenza, alla noncuranza, ma soprattutto con danni ambientali e economici evidenti. Se recuperati, ne beneficia la società, nonché una maggiore integrazione sociale.
I Municipi dovrebbero, a mio parere, cogliere questa idea e afferrarne il significato, cioè cogliere l’occasione per uniformare urbanisticamente e pianificare le loro situazioni territoriali più difficili. Progettare il relativo masterplan, così da presentarlo come proposta affinché l’Amministrazione centrale, sollecitata, possa recepirne l’idea.