UCTAT Newsletter n.6 – novembre 2018
di Arturo Majocchi
Solo recentemente il problema del verde urbano anche a livello nazionale è stato affrontato sistematicamente e con contenuti innovativi. Esempio di tale approccio sono la Legge del 14 gennaio 2013, n.10 Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani. Nel 2017 e 2018 il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha pubblicato prima le “Linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazione per una pianificazione sostenibile”, successivamente Strategia nazionale del verde urbano. Questi documenti rappresentano di fatto il contesto culturale con cui anche la città di Milano ha affrontato il tema del verde urbano in modo innovativo rispetto ai provvedimenti assunti in precedenza, disponendo finalmente di uno strumento in grado di affrontare sistematicamente le modalità d’uso e di fruizione del verde pubblico, il contributo del verde privato all’accrescimento del patrimonio verde della città e infine la regolamentazione delle attività e la progettazione.
Nel dicembre 2017 il Comune di Milano si è dotato del Regolamento d’uso e tutela del verde pubblico e privato, un articolato che si divide in otto titoli e due allegati. Oltre al Titolo I che riporta le “Norme generali”, gli altri riguardano: Titolo II “Coinvolgimento del cittadino nella gestione del verde pubblico e delle aree private”, Titolo III “Tutela delle aree verdi pubbliche”, Titolo IV “Attività nelle aree verdi pubbliche”, Titolo V “Tutela delle aree verdi degli alberi di pregio storico architettonico e ambientale nelle aree pubbliche e private”, Titolo VI “Norme di carattere generale: interventi sul verde nelle aree pubbliche e private”, Titolo VII “Progettazione di aree verdi pubbliche e private”, Titolo VIII “Sanzioni”.
I due allegati riguardano le sanzioni pecuniarie, le fonti e i documenti normativi. Trattasi di 60 articoli che interessano ben 22 tipologie di aree verdi, dai grandi parchi ai tetti e pareti verdi fino agli incolti e agli spazi residuali non edificati (mancano forse i balconi e le terrazze a verde, molto diffusi in Milano rispetto ad altre città). In particolare, i primi 50 articoli sono sostanzialmente di tutela, ovvero divieti e limitazioni, a riprova che i regolamenti hanno origine per contrastare diffusi comportamenti negativi nei confronti del patrimonio pubblico da parte dei cittadini. Solo nel titolo Quinto dagli articoli 51 a 57 si affronta il tema della progettazione delle aree verdi sia pubbliche che private.
In particolare l’articolo 53 riguarda le modalità di progettazione con riferimento alla necessità di privilegiare specie vegetali autoctone (dimenticando che gli esempi di parchi e giardini più noti e ammirati sono stati realizzati con l’attento inserimento di specie non autoctone). Si ribadisce molto opportunamente la necessità nella progettazione di valorizzare e di connettere gli interventi con aree verdi limitrofe, con la viabilità e gli spazi annessi, quali svincoli rotatorie e banchine laterali, imponendo una visione di sistema del verde rispetto a una distribuzione disarticolata di episodi.
Nel caso di abbattimenti, trapianti o inserimenti di nuove alberature, all’articolo 37.4, si fa riferimento alla compensazione ambientale come superamento delle criticità a seguito dell’eliminazione di specie arboree, introducendo così il valore ambientale dell’albero. Il Comune di Milano ha così adottato recentemente il “Metodo svizzero” come strumento per il calcolo del valore ornamentale degli alberi ad alto fusto. (Altri metodi sono possibili come i CTLA (USA), Burnley (Australia), CAVAT (Regno Unito), Helliwell (Regno Unito), STEM (Nuova Zelanda), Norma Granada (Spagna), VAT03 (Danimarca)). Con il Metodo svizzero si determina la corretta compensazione da adottare nel caso di sostituzione di alberi esistenti. Il valore dell’albero si ottiene moltiplicando il prezzo in vivaio incrementato da 4 indici relativi a dimensioni, aspetti estetici, condizioni sanitari, ubicazione, eventuali lesioni del tronco. A seguito della determinazione del valore ornamentale dell’albero da sostituire attraverso un moltiplicatore si ricava il valore degli alberi necessari alla compensazione.
L’entrata in vigore del Regolamento ha provocato critiche e osservazioni. In particolare, quella già anticipata della eccessiva burocratizzazione, con il prevalere dei divieti e delle limitazioni sulle prescrizioni qualitative. Mancano, come spesso accade, le azioni di manutenzione e soprattutto di controllo, per le quali purtroppo non sono previsti provvedimenti. Chi e quando verranno esercitati i controlli?
Altrettanto vale per le opere di manutenzione degli spazi verdi pubblici, che avvengono prevalentemente con cadenze emergenziali. Positivo invece è stato affrontare il tema del verde privato senza ingerenze, ma con l’obiettivo di preservare e sviluppare il patrimonio delle alberature sia con l’introduzione del criterio del valore ornamentale, sia con la procedura della compensazione. Nei confronti del privato si è inoltre istituito un servizio di assistenza e consulenza da parte degli uffici comunali dedicati, “Area Verde, Agricoltura e Arredo urbano – Unità programmazione progettazione e realizzazione”.
A proposito di verde recentemente è stata inaugurata la “Biblioteca degli Alberi” all’interno del grande intervento immobiliare di Porta Nuova. I progettisti, Petra Blaisse in particolare, reduce dal concorso vinto nel 2004, recentemente in un’intervista, faceva riferimento implicitamente ai modelli del giardino all’italiana. Forme rigorose e geometriche da lei reinterpretate e aggiornate. Due elementi caratteristici del formalismo del giardino all’italiana però mancano: gli elementi architettonici e il giardino segreto. Non saranno l’edificio della Fondazione Riccardo Catella (pur esempio di corretto recupero di architettura industriale), e la sede del Gruppo COIMA, sempre di Catella, il giardino segreto? Il Gruppo COIMA ha realizzato la Biblioteca a scomputo oneri verso il Comune di Milano.
