Progettare il verde

UCTAT Newsletter n.6 – novembre 2018

di Andrea Tartaglia

Nel corso dei secoli l’uomo ha progressivamente dato nuovi valori alla componente verde nel territorio, sia esso di carattere agricolo che urbano. Si è passati dal considerare gli elementi naturali come fonte di grande utilità rispetto al sistema produttivo primario, anche a strumento principe per creare valori estetici e paesaggistici. Parchi e giardini diventano così simboli di bellezza ed anche di ricchezza e potere. Verde, acqua, elementi scultorei vengono plasmati perseguendo diverse configurazioni ambientali, urbanistiche e architettoniche, dove l’artificio prevale sulla spontaneità della natura.

Usato negli spazi aperti, ma anche negli edifici, il verde è non solo un elemento naturale, ma anche un componente tecnico ad uso di paesaggisti, architetti del verde, progettisti architettonici.

Oltre ai valori estetici negli ultimi tempi, si sono sempre più dimostrate e condivise anche le valenze ambientali e le ricadute in termini di benessere da parte dei fruitori. In questo senso anche a Milano si è posta sempre maggiore attenzione sia ai parchi cittadini (Giardini di Palestro, Parco Sempione, Parco delle Basiliche, Monte Stella, etc.), sia alle aree periurbane (Parco Forlanini, Parco Lambro, Parco Agricolo sud Milano, etc.), sia alle aree in trasformazione come occasione di nuove strutture verdi (Porta Nuova, City Life, Portello, etc.).

Si tratta di spazi di fruizione indicati come nuove “polmoni verdi” della città. In realtà, negli ultimi anni, si è presa coscienza di come il valore ambientale del verde sia ben superiore al semplice approvvigionamento di nuovo ossigeno. Infatti è di conio abbastanza recente il termine di servizi ecosistemici, che sta ad indicare la capacità dei sistemi verdi di fornire molteplici benefici a vantaggio della qualità della vita degli esseri umani (servizi di fornitura, di regolazione, di supporto e culturali).

Il progetto degli spazi aperti con l’uso del verde, nelle mani di tecnici capaci, non si limita più a essere una “forma d’arte”, ma l’elemento naturale diventa una alternativa tecnica a sistemi tradizionali consentendo di integrare entro una visione organica il progetto di trasformazione e gestione delle componenti ambientali, paesaggistiche e socioeconomiche in una prospettiva di incremento della resilienza urbana. 

Tetti e facciate verdi, sistemi di raccolta delle acque piovane e di ritenzione (bioretention systems), bacini di infiltrazione, tree pits; biobacini, bioswales, pavimentazioni permeabili, sino alle singole essenze arboree sono le “nuove” soluzioni tecniche ed elementi costruttivi ad uso del progetto per un verde funzionale a rispondere alle esigenze della società contemporanea.

I cambiamenti climatici con le relative conseguenze in termini di criticità idrogeologiche, di isole di calore, di inquinamento dell’aria e delle acque, possono essere così gestite con soluzioni multifunzionali basate su elementi naturali e/o parzialmente naturali in grado anche di favorire la biodiversità, il benessere psicofisico e più in generale la qualità della vita.

Le sperimentazioni oggetto anche di monitoraggio (soprattutto all’estero) evidenziano come la componente verde, se correttamente e appositamente progettata, permetta negli spazi aperti e negli edifici di raggiungere nuovi livelli di performance difficilmente ottenibili con soluzioni e tecniche tradizionali o con progettazioni esclusivamente focalizzate sugli aspetti estetici.

Tetto verde