UCTAT Newsletter n.6 – novembre 2018
di Elena Mussinelli
Il ruolo svolto dal verde urbano come elemento di qualificazione ambientale e fruitiva dello spazio pubblico è ormai ampiamente riconosciuto. Tema attuale nel contesto milanese, che vede in campo lo studio e la realizzazione di diverse azioni finalizzate ad aumentare il verde urbano e a riqualificare spazi pubblici sia in ambiti periferici sia in aree centrali prive di un adeguato decoro urbano.
Il tema è complesso, in quanto l’idea di una città più green non sottende solamente un incremento quantitativo delle dotazioni di “verde”, ma implica articolate azioni per migliorare anche la qualità ambientale del costruito attraverso l’uso “circolare” delle risorse (energia, acqua, suolo, rifiuti, ecc.), la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico. In una prospettiva di benessere, inclusione sociale e sviluppo durevole. Le azioni spaziano quindi dal potenziamento delle dotazioni di infrastrutture verdi, al miglioramento della qualità dell’aria, alla gestione del ciclo urbano dell’acqua; dalla promozione di una mobilità urbana più sostenibile, alla rigenerazione urbana, con la riqualificazione, il recupero e la manutenzione del patrimonio edilizio esistente e il drastico contenimento dei consumi di suolo; dalla prevenzione e riciclo dei rifiuti sino alla riduzione dei consumi energetici, sviluppando la produzione e l’uso delle rinnovabili.
In questo quadro, un aspetto particolarmente importate è quello della qualità urbanistica e architettonica, a fronte degli interventi di risistemazione di piazze e spazi pubblici milanesi. Le proposte e le realizzazioni di alcune piazze centrali (Piazza Sant’Ambrogio, Duca d’Aosta, Fontana, Castello, Piazzetta Liberty, Duomo, Piazza della Scala, che hanno ipotizzato anche consistenti interventi di piantumazione) hanno fatto emergere posizioni molto critiche: con le riflessioni di Vittorio Gregotti attorno alla inadeguatezza del concetto di “arredo urbano”, o quelle di Pierluigi Nicolin circa “l’aver cura” dello spazio pubblico “come conseguenza di un principio di necessità”.
Lo spazio pubblico è uno spazio “attrezzato”, che presenta diversi manufatti ed essenze da caso a caso, il cui progetto dovrebbe tenere in dovuto conto problemi legati alla manutenzione, alla durabilità, affidabilità e sicurezza, nonché corrispondere ad un adeguato comfort e decoro ambientale. La programmazione degli interventi, il progetto dello spazio pubblico e delle aree verdi dovrebbero essere quindi fortemente improntate a questo principio di necessità.
Anche il progetto del “verde urbano” dovrebbe trovare una sua corretta integrazione entro un complessivo Piano di riqualificazione dello spazio pubblico, valorizzando l’impiego di alberature, siepi, pareti vegetali e parterre verdi come elementi in grado di contribuire a una fruizione confortevole e di connotare architettonicamente lo spazio urbano.
Il piano dovrebbe prevedere in primo luogo interventi di “liberazione” dello spazio pubblico: non solo dalle auto, ma anche da tutti quegli elementi impropri (cartellonistica, segnaletica stradale, “palificazioni”, cassonetti, cabine, ecc.) che addensano la scena urbana. Il piano dovrebbe contemplare anche il tema della sicurezza, con adeguati sistemi di illuminazione, di controllo e sorveglianza. Per quanto riguarda Milano, non si può non segnalare l’annosa questione del degrado dei graffiti, risolto in altre città europee.
Puntare su un’elevata qualità architettonica e urbanistica significa operare con un approccio orientato a tutelare e valorizzare l’immagine urbana, a partire dai valori storici e identitari dei luoghi, delle opere e dei manufatti che già caratterizzano gli spazi aperti della città. Con azioni di coinvolgimento sociale che non si riducano alla dimensione dell’evento e alla sistemazione “tattica”, ma che innalzino il livello di conoscenza e consapevolezza.
Milano è connotata di una immagine urbana dello spazio pubblico, le cui tracce permangono in molti luoghi sia del centro che della periferia. Spetta all’Amministrazione e ai cittadini riconoscere il valore culturale di questa eredità, e continuare a farla vivere, anche in forme e con modalità aggiornate, nello spazio pubblico del futuro.
Queste riflessioni derivano dall’esperienza maturata dai soci UCTat Elena Mussinelli, Andrea Tartaglia e Raffaella Riva nella partecipazione al Gruppo di lavoro degli Esperti del Green City Network che ha redatto le Linee Guida per le Green City, presentate lo scorso 28 settembre a Bologna, in occasione della 1° Conferenza Nazionale delle Green City organizzata dal Green City Network della Fondazione per lo sviluppo sostenibile.
In coerenza con le indicazioni del green city approach – adottato sin dal 2010, dalla Commissione Europea per l’European Green Capital Award – le Linee Guida delineano in 15 punti il percorso per lo sviluppo della green economy nelle città, approfondendo in particolare gli aspetti della qualità urbanistica e architettonica, dell’incremento delle dotazioni di infrastrutture verdi urbane e periurbane, dell’utilizzo efficiente e circolare delle risorse, e del contrasto al cambiamento climatico.
