L’intraprendenza dei giovani: agire oggi per costruire il domani

UCTAT Newsletter n.49 – ottobre 2022

di Martina Bertoli*

Quante volte abbiamo sentito dire che le nuove generazioni hanno poca voglia di fare, di impegnarsi e di mettersi in gioco? Che i giovani di oggi sono pigri e con una scarsa visione del futuro? Quando sento queste affermazioni non riesco a non pensare ai tanti esempi di giovani che hanno fatto la differenza nel loro territorio o addirittura a livello internazionale e di cui, purtroppo, non sempre si parla.

Sono Martina Bertoli e ho 28 anni: da quando ne avevo 18 mi impegno nel mondo del volontariato, dal 2015 mi occupo di promozione e sviluppo della gioventù per Croce Rossa Italiana. Il mio primo incarico in CRI è stato come delegata allo sviluppo delle attività verso la gioventù, sono poi diventata membro del consiglio direttivo del Comitato di Paderno Dugnano, nella provincia di Milano e sono oggi Vicepresidente e Rappresentante della Gioventù di Croce Rossa in Lombardia.

In questi anni di giovani svogliati ne ho conosciuti ben pochi, anzi: ho avuto modo di collaborare con tantissimi ragazzi provenienti da tutta Italia, che mettendo in ciò che facevano impegno e professionalità mi hanno sempre trasmesso molta energia e tanto entusiasmo. Entusiasmo nell’imparare, nel condividere esperienze, nel mettersi alla prova, nel guardare avanti oltre le difficoltà. Ho lavorato con la gioventù a tutti i livelli, dalle scuole per l’infanzia alle università e ho avuto modo di conoscere ragazzi davvero dinamici, che stanno prendendo in mano concretamente il loro e il nostro futuro.

Vi state chiedendo dove siano questi giovani intraprendenti, che hanno voglia di fare e di cambiare il mondo? Sono in quegli ambienti in cui gli è concesso essere “giovani” e quindi permesso sbagliare, riprovare e riuscirci; sono in quelle realtà in cui gli è data possibilità di mettersi alla prova nonostante non abbiano una qualifica, lì dove gli è permesso capire le loro predisposizioni.

Viviamo in una società in cui un individuo deve aspettare i 18 anni (per chi non frequenta l’università) o i 25 per potersi rimboccare le maniche e mettersi alla prova. Una società che ha strutturato la vita dei ragazzi a partire dalle elementari fino ad arrivare all’università con dei precorsi pre-impostati e da cui non è sempre semplice staccarsi. Passare i pomeriggi a coltivare passioni o nuovi interessi non è agevole con una scuola che limita molto il tempo libero dei più piccoli. Viviamo in un ambiente in cui è necessario aver fatto un esame per fare qualsiasi cosa, in cui è molto rischioso commettere errori e in cui viene difficilmente data la possibilità a chi ha meno esperienza di mettersi in gioco: per questo motivo gli inesperti per eccellenza, i giovani, vengono spesso esclusi o relegati al ruolo di spettatori.

Per poter permettere ai ragazzi di emergere e far sentire la propria voce credo sia necessario strutturare un ambiente sano, in cui sia possibile confrontarsi e sbagliare in sicurezza. È necessario lasciare spazio ai giovani affinché scelgano cosa fare e su cosa impegnarsi, dando loro anche la possibilità di cambiare idea. In Italia moltissimi servizi si reggono sulla disponibilità degli Enti del Terzo Settore, con un numero considerevole di volontari. La nostra regione spicca tra le altre, sia per numero di persone impegnate nelle diverse attività che per numero di associazioni no profit e Croce Rossa è tra le associazioni più presenti sul territorio. Con 87 sedi, Croce Rossa Italiana in Lombardia conta più di 23.000 volontari di cui più di 7.000 sono “Giovani”, ovvero di età compresa tra i 14 e i 32 anni. Questi, quasi un terzo del totale, non solo si occupano di attività come il soccorso sanitario, la protezione civile, il sociale e la prevenzione ma spesso si mettono a disposizione anche per occuparsi di progettazione, organizzazione, logistica e comunicazione; spesso vengono nominati referenti di specifici progetti o delegati di aree di intervento, segno delle competenze acquisite e dell’impegno manifestato nelle attività svolte, che vengono poi spese nel “mondo degli adulti” come esperienze lavorative.

I Giovani sono stati fondamentali nel periodo della pandemia, durante la quale hanno completamente sostituito le generazioni più anziane nella gestione dei comitati e dei rispettivi servizi sul territorio, inventando e sperimentando soluzioni innovative per rispondere velocemente ai nuovi bisogni che si sono manifestati in quei mesi difficili. Mi viene in mente Fabio, 23 anni, che a marzo 2020 ha strutturato un modello sicuro di consegna della spesa a domicilio, modello che poi è stato adottato in tutta Italia.

Penso a Nahomi che a 25 anni è diventata delegato internazionale per Croce Rossa Italia nell’Europa dell’Est, dove supporta i volontari locali a strutturare nuovi progetti. Penso a Federica che a 24 anni ha trascorso alcune settimane sulle navi quarantena a largo della Sicilia a servire pasti ai migranti.

In Croce Rossa crediamo che il volontariato sia un’ottima palestra di vita per i più giovani, un ambiente in cui i ragazzi possano sentirsi a casa ma allo stesso tempo in cui possano imparare a confrontarsi con gli adulti, dove possano acquisire nuove competenze ed apprendere nuove conoscenze. Un ambiente in cui possano divertirsi e allo stesso tempo svolgere professionalmente diverse attività, imparando l’importanza della costanza, dell’impegno e vivano l’opportunità di assumersi responsabilità. Di giovani che stanno sperimentando appieno questa esperienza ne abbiamo molti e tanti altri si stanno impegnando in ambiti diversi e in altre associazioni. Siamo una generazione unica, figlia di un’epoca di crisi ed evoluzioni ma ci stiamo costruendo il nostro ‘domani’ nonostante le difficoltà: la differenza la stiamo facendo, già oggi.

*Vice Presidente Regionale – Rappresentante della Gioventù – Croce Rossa Italiana Comitato Regionale Lombardia
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