UCTAT Newsletter n.49 – ottobre 2022
di Fabrizio Delfini*
Guardando i testi precedenti al mio mi sono posto subito una domanda: “su che cosa mi voglio concentrare? Quale può essere la mia parola chiave?”
Subito mi è venuta in mente “Passione” perché sono convinto che tutto quello che fai, se vuoi essere davvero felice e soddisfatto non è fare soldi o avere successo e popolarità, ma fare quello che ti piace e farlo bene (o almeno ci provi) semplicemente perché questo ti rende felice e soddisfatto.
È questo per me il filo conduttore, che mi ha portato a seguire Urbanistica al Politecnico, a entrare nel mondo delle Associazioni, a seguire progetti con Partita IVA e infine a entrare nel mondo della Politica Locale. La passione è la scintilla che ti fa partire, ma anche le tante scintille che ti fanno andare avanti, anche quando le avversità cercano di spegnerti.
Ho avuto la fortuna di essere stato eletto nel 2016, diventando Presidente della Commissione Urbanistica, Mobilità e Verde e ho avuto ancora più fortuna nell’esser stato confermato nel 2021, questa volta diventando Assessore con le stesse deleghe, più commercio e sicurezza.
I temi sono tanti e in una città come Milano è necessario prenderli di petto. Guardo con ammirazione i giovanissimi che per passione si battono e manifestano per un mondo migliore e da loro prendo l’ispirazione per fare la mia parte. Sono fermamente convinto che ormai non ci sia più il tempo per parlare del futuro, ma sia arrivato il momento di agire per il bene di questo mondo e quindi per il nostro bene: arriviamo da un anno tragico dal punto di vista ambientale (per non parlare di tutto il resto, ma andrei troppo fuori tema): un anno caldo e secco che rimarrà nelle nostre menti e, purtroppo, anticiperà probabilmente quello che sarà nel nostro immediato futuro: un clima sempre più estremo, imprevedibile, che ci obbligherà a prendere delle decisioni per trasformare la nostra città, e quindi il nostro stile di vita, più sostenibile e resiliente. Il problema è che spesso ci dobbiamo scontrare con le nostre abitudini, il male estremo del cambiamento: siamo abituati alla nostra vita, alle nostre (tante) comodità, molte scelte insostenibili per la collettività, ma molto piacevoli per la nostra vita quotidiana.
Avere l’onore di essere nella macchina comunale significa soprattutto farsi queste domande: quale equilibrio migliore per avviare il cambiamento senza creare troppi traumi a chi vive di abitudini? Come possono crearsi nuove abitudini più sostenibili per il pubblico, ma a volte un po’ più scomode per il singolo? Spesso ci si scontra su questo tema, soprattutto nell’ambito urbanistico e mobilità: metti in sicurezza una strada e rovini l’abitudine di andare comodi e veloci nella propria auto, chiudi le strade davanti alle scuole e i genitori abituati a portare in auto i propri bambini iniziano a protestare, aumenti la presenza arborea, lungo le vie cittadine, ma togli parcheggi a disposizione degli automobilisti. Queste e tante altre azioni creano inevitabilmente conflitto, ed è qui che la passione ti viene in soccorso: sei convinto che la priorità sia il bene e il benessere di tutti e quindi vai avanti a sostenere questi interventi; certo, ascoltando e confrontandoti con tutti, ma tenendo ben saldi i principi cardine di tutti gli interventi.
Personalmente mi ritengo fortunato per quello che, per ora, sono diventato, perché mi ritrovo circondato da persone appassionate come me, dal mio Presidente di Municipio, al Comune, fino alla Docente con cui collaboro al Politecnico di Milano.
Quello che sarà sinceramente non lo so, ma su una cosa non si discute. La passione.
