UCTAT Newsletter n.47 – luglio 2022
di Mario Losasso
La transizione dai processi lineari ai processi circolari determina un salto di qualità nel concetto di rigenerazione urbana con l’introduzione della nozione di processo rigenerativo che arricchisce di valenze ecosistemiche il concetto stesso di rigenerazione. La città rigenerativa è infatti una città ecologicamente orientata, in cui i fattori di sostenibilità ambientale noti e virtuosi – dall’incremento della qualità ambientale alla resilienza, dall’impatto ambientale al greening urbano, dal controllo del metabolismo urbano e delle questioni legate alle risorse disponibili a un loro uso finalizzato – sono inseriti entro processi circolari che ne risignificano i valori per l’utilizzo efficace ed efficiente delle risorse.
Nei decenni trascorsi il tema della rigenerazione ha spesso sostituito semanticamente e concettualmente quello della riqualificazione, introducendo differenti modalità di sviluppo urbano non riferito soltanto alla qualità abitativa e residenziale ma anche al valore delle infrastrutture e al ruolo del tessuto economico-produttivo delle città. A questa fase vanno ricondotte esperienze significative, dai programmi di recupero urbano – inizialmente finalizzati alla riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico – fino ai PRUSST in cui, a partire dal tema del recupero e della riqualificazione, si è avuto un indirizzo verso la rigenerazione urbana collocata in una sfera di maggiore complessità. Un altro esempio è stato quello dei Contratti di Quartiere che hanno fatto comprendere il passaggio dal solo output progettuale alle ricadute e agli effetti sui territori. Parallelamente, a partire dalla fine degli anni ’90, si è incominciata a focalizzare l’attenzione sul disagio sociale, sul degrado ambientale, sulle disparità economiche, sulle disuguaglianze nell’accesso alle risorse. Un segnale più recente riguarda infine la traslazione dell’asse del progetto inteso come prodotto-oggetto – oltre che come atto tecnico finalizzato – maggiormente orientato verso i risultati attesi, le ricadute, gli obiettivi-traguardo. Questo aspetto sposta il tema della rigenerazione da una concezione deterministica e legata alla riqualificazione, verso un processo complesso riferito invece a una estensione e coinvolgimento di soggetti, risorse e azioni.
Tuttavia, lo scenario cambia ulteriormente nel momento in cui, rispetto ai processi lineari, entrano in gioco i processi circolari che si qualificano in termini rigenerativi che sono in grado di riattivare una serie di condizioni capaci di interconnettere risorse e sistemi in maniera circolare, minimizzando progressivamente gli impatti sull’ambiente in termini di scarti e di risorse non più utilizzabili. Il fattore rilevante è rappresentato dal cambio di visuale posto alla base della rigenerazione urbana attraverso condizioni rigenerative che hanno la capacità di mettere in circolo e far interagire vari sistemi e stili di vita, quindi non soltanto a partire dall’uso efficiente delle risorse ma anche dalle componenti culturali che determinano un senso di appartenenza.
L’impostazione del progetto urbano in tal modo tiene conto della riattivazione di processi all’interno delle linee rigenerative, segnalando – secondo la riattualizzazione di un concetto noto – che tempi tecnologici e tempi biologici devono tendenzialmente coincidere, avendo la capacità di modificare il concetto di azione produttiva con quello di azione generativa. Nel campo del progetto urbano possono essere presi in considerazione numerosi interventi. Un esempio è quello della città di Amburgo in cui per il 2034 è previsto un piano teso a restituire, attraverso superfici destinate ai percorsi di mobilità ecologica, alla città il 40% di suoli de-impermeabilizzati. Questo principio nasce dalla impostazione della grande green belt di Amburgo che utilizza il piano di Schumacher del 1919 che prevedeva sistemi di parchi lineari che penetravano nella città. A tanti anni di distanza, il piano è stato riformulato in relazione alla connessione tra green belt, grandi parchi lineari fino ai pocket park interni ai quartieri e fino a una serie di aree verdi alla scala locale. Questo sistema si connette ad attività del tipo circolare e rigenerativo, contribuendo a cambiare volto agli stili di vita secondo i principi propri della progettazione ambientale, guidata da obiettivi di carattere ambientale che in questi anni recenti si sono particolarmente evoluti a partire dalle intuizioni e dai principi fissati a partire dal 1970. L’approccio ambientale al progetto tiene conto delle interconnessioni fra società e ambiente e, entro tale perimetrazione, si è consapevoli quanto la progettazione ambientale per la sua portata ecosistemica e sociotecnica debba caratterizzarsi come l’unica modalità ordinatrice di una complessità crescente. Negli anni ‘70 Maldonado introduce la nozione di “intorno”, ovvero di ciò che ci circonda, compresa la componente della cultura materiale che è alla base del vivere quotidiano degli individui.
Fra gli approcci alla rigenerazione urbana è di grande attualità il tema degli ecodistretti, nella sfida della rigenerazione ambientale della città attraverso la realizzazione di nuovi distretti o attraverso la riconversione di aree dismesse in aree in cui gli stili di vita si modificano e in cui la rigenerazione avviene a partire dagli stimoli e dalle sfide ambientali. Se i principali obiettivi messi in campo vengono collocati all’interno di un processo circolare, si rientra in una consapevole riqualificazione e rigenerazione ambientale attuata secondo processi circolari rigenerativi che dovrebbe essere uno dei più importanti obiettivi all’interno del processo più ampio di transizione verde. Riattivare aree naturali, introdurre comfort urbano, decarbonizzare il sistema edilizio e urbano, consentono di ragionare su un’unica condizione di salute per gli esseri viventi ma anche per le componenti a-biotiche del sistema ambientale, che rappresentano la compresenza integrata di un sistema antropico e di un sistema naturale che interagiscono costantemente. Gli esseri umani costituiscono una componente essenziale del sistema naturale e, con tutte le criticità di impatto che ad essi vengono attribuite, i processi circolari assumono differenti connotazioni nella transizione verso le città rigenerative in cui lo sviluppo metabolico e i processi circolari progressivamente entrano in sostituzione di quelli convenzionali. Le azioni di politica tecnica non possono che spingere verso i temi della transizione dei distretti urbani verso ecodistretti intesi anch’essi come luoghi di circolarità e come luoghi di una rigenerazione urbana alimentata anche dalla componente ambientale. Questa componente si configura come uno degli importanti specialismi per un approccio coerente a una cognizione evoluta della rigenerazione urbana, in quanto perimetrazione del sapere utile per lo sviluppo della città e della società secondo interazioni con altri specialismi. Una nozione evolutiva della rigenerazione urbana, inclusiva dei contributi della progettazione ambientale, rappresenta così una chiara rappresentazione di quelli che potrebbero essere nuovi scenari di saperi convergenti ma identificabili nei loro apporti secondo una condizione multidisciplinare e multilaterale che si sta lentamente sostituendo a una interdisciplinarità meccanicistica.


