Progettazione tecnologica dell’architettura

UCTAT Newsletter n.46 – giugno 2022

di Eugenio Arbizzani

L’attività professionale sviluppata nei 30 anni successivi alle prime esperienze di didattica e ricerca sul campo mi ha consentito il privilegio di progettare edifici, poi costruiti, e al tempo stesso di insegnare nelle Facoltà di Architettura.

Dalle prime “Dispense di Tecnologia”, riprodotte in copisteria durante le docenze a contratto al Politecnico di Bari e alla Sapienza, e dalla sistematizzazione dei procedimenti costruttivi e dei dettagli di progetto degli interventi nei quali mi sono cimentato, nel 2008 è uscita la prima edizione del volume “Tecnologia dei sistemi edilizi”.

Già dal titolo il volume enunciava da una parte l’intento sistemico di approccio al processo, dall’altra manteneva ancora un rispettoso distacco dalla Architettura, ripiegando verso una più modesta visione dell’edilizia costruita come fine professionale a cui la gran parte dei laureati che sarebbero usciti dalle Facoltà di Architettura era destinato.

Il suo impianto si è consolidato in due edizioni successive, nel 2012 e nel 2015, che contenevano rifacimenti e ampliamenti, e che hanno tentato di percorrere le evoluzioni della disciplina in ordine alla sostenibilità, all’efficienza energetica e alla normativa edilizia, e di perseguire anche la evoluzione dei supporti informativi per la rappresentazione dei dettagli costruttivi, dapprima riprodotti in volume, poi su CD, infine in cloud.

Questo volume “Progettazione tecnologica dell’architettura” ha spinto i suoi contenuti maggiormente sul versante della strumentazione di supporto all’atto professionale della progettazione, ma il suo impianto in fondo deriva da un progressivo affinamento ed aggiornamento dei volumi precedenti.

Esso raccoglie così i risultati della sperimentazione progettuale, sviluppata in un lasso di tempo ampio, attraverso la direzione di progetti di opere complesse di architettura e la sperimentazione di sistemi costruttivi industrializzati. Il testo è impostato secondo un modello didattico convenzionale, fornendo una illustrazione sistematizzata delle conoscenze sui problemi posti dalla progettazione tecnologica e dalla costruzione in cantiere.

Nel tentativo di costituire un compendio didattico utile agli ulteriori approfondimenti specialistici da parte degli studenti, ma anche dei professionisti, il volume è diviso in tre parti: la prima dedicata al progetto, la seconda al processo e la terza al prodotto.

Nella prima parte: Progetto, viene attualizzato il tema dell’approccio al performance design, e si prosegue con la trattazione della tecnica dei sistemi costruttivi riferita alle principali componenti dell’organismo edilizio. La elaborazione di modelli funzionali che ho proposto per ciascuna classe di elementi tecnici della costruzione evolve da precedenti esperienze sviluppate nei manuali di estrazione principalmente produtiva. Nel testo ho via via inserito le innovazioni tecnologiche che si sono venute ad affermare nel tempo: dalle tecnologie del legno stratificato alle tecniche della costruzione a secco, di cui già scriveva Ettore Zambelli ormai un lustro fa, ma che si sono affermate più recentemente per aderire alle richieste di un’edilizia progressivamente più efficiente e sostenibile, più certificabile nelle risposte prestazionali, meno invasiva nei tempi e nell’organizzazione del cantiere.

I modelli funzionali sintetizzano specifiche di prestazione e soluzioni tecniche conformi, nel tentativo di indirizzare verso scelte costruttive coerenti, sia per la nuova costruzione che per il recupero edilizio. Nella trattazione del testo, a corredo di ciascun paragrafo di elementi tecnici e sistemi costruttivi, ho ritenuto di inserire una quantità di foto di cantiere, riprese non solo per meglio illustrare le soluzioni tecniche proposte, ma anche per “fermare” l’immagine nel vivo del cantiere, dando conto della realtà produttiva e rappresentare la scena della costruzione nel suo divenire.

La seconda parte: Processo, riguarda la progressiva messa a punto del lavoro di ricerca iniziato fin dal secondo ciclo del dottorato di ricerca che, con il lavoro di tutto il gruppo dei dottorandi di allora (tra gli altri Roberto Di Giulio e Cecilia Cecchini) ha prodotto per la prima volta un modello di processo edilizio corredato di riferimenti normativi e strumentazioni operative per ciascuna fase ed attività considerata. Il capitolo relativo affronta ora la modellizzazione del processo edilizio in uno scenario evolutivo e circolare, per costruire e rigenerale l’architettura, comprendente la dismissione, il riciclo e il riuso dei materiali e dei componenti tecnici dell’opera.

Ludvig Mies van der Rohe scriveva già nel 1928, sulla mancanza di chiarezza delle relazioni che si instaurano durante il processo esecutivo, come chiave di lettura per i risultati “confusi e inadeguati” dell’architettura del tempo. E’ ancora esiziale oggi, rappresentare ai futuri professionisti la consapevolezza del progetto di architettura come prodotto del processo progettuale, caratterizzato da risorse e vincoli, da sequenze operative e ruoli degli operatori, metodologie e nuove strumentazioni operative di ICT.

La terza parte infine: Prodotto, ripercorre la manualistica tecnica nella sua componente di supporto alla professione, definendo i contenuti del progetto integrato, visto appunto come il “prodotto” del lavoro professionale; in grado di oggettivarne i livelli di qualità attraverso la sequenza di prodotti intermedi (fattibilità tecnico economica, definitivo, esecutivo, costruttivo di cantiere, as-built) via via più compiuti e dettagliati e di consentirne il controllo in fase costruttiva.

A compendio di quest’ultima parte ho ritenuto di raccogliere online, un numero significativo di dettagli esecutivi di opere realizzate, con l’intento non già di ricercare l’estetica del dettaglio costruttivo, come alcune riviste di architettura propongono attraverso il ridisegno sistematico dei dettagli del progetto, ma piuttosto di testimoniare l’imperfezione del processo progettuale in divenire, che mette insieme brani esecutivi di progetto d’autore con dettagli tecnici propri della produzione industriale, e che usa tecniche di rappresentazione le più diverse, a seconda della prassi professionale di ciascun progettista: dall’architetto, allo strutturista, al sistemista di impianti, al progettista del paesaggio.

Le spinte che i cambiamenti climatici impongono, si stanno traducendo in un nuovo fermento produttivo di innovazione tecnologica, enfatizzato dalle potenzialità della digitalizzazione e dalle nuove istanze di industria 4.0, e già 5.0.

A fronte della fase di recessione strutturale che coinvolge il settore edilizio da oltre un decennio, l’industria delle costruzioni procede a sviluppare nuovi prodotti e nuove soluzioni tecniche per sostenere le uniche filiere che offrono concrete prospettive di sviluppo: la rigenerazione, l’efficientamento del patrimonio esistente, e l’integrazione delle tecnologie di informatica, automazione e telecomunicazioni, negli edifici e negli spazi urbani.

Si è finalmente superata la scissione fra la costruzione del nuovo e l’intervento sull’esistente, attraverso la acquisizione di strumentazioni di analisi e metodologie di intervento originate da una unica matrice culturale, e si è raggiunta la consapevolezza della necessità di operare, sul nuovo come sul costruito, avendo cura di limitare l’impronta ecologica, di adottare materiali a basso impatto di carbonio e di reimpiegare risorse da riciclo. Non è più tempo di trattati né di manuali: la diffusione dei nuovi strumenti di gestione digitale del progetto rappresenta ora la nuova sfida affinché l’informazione tecnica non sia più solo strumento di analisi e selezione, ma divenga la struttura portante di gestione delle decisioni e di integrazione delle differenti componenti del progetto complesso.

Nella sperimentazione progettuale sul campo, ora come allora, resta invariata ed impellente l’esigenza del saper costruire per potere insegnare con profitto la tecnologia dell’Architettura.

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