Rigenerazione urbana. Riflessioni su Marsiglia

UCTAT Newsletter n.52 – gennaio 2023

di Elena Mussinelli

Pochi giorni trascorsi a Marsiglia non bastano certamente per capire a fondo le numerose trasformazioni che hanno interessato questa città negli ultimi trent’anni. Come spesso succede, però, l’esperienza diretta di un luogo può fornire informazioni e stimoli diversi, per certi versi più interessanti di quelli che derivano dalla lettura di pubblicazioni o dalla consultazione di risorse nel World Wide Web.

Ed era proprio da trent’anni non tornavo a Marsiglia, conservando la memoria di una città triste e degradata, in molte parti anche palesemente pericolosa, segnata dalla crisi occupazionale e socioeconomica causata dal declino delle attività industriali e portuali. Se le aree centrali a ridosso del porto versavano in stato di abbandono, non meno impressionanti erano le condizioni nella banlieue dei Quartiers Nord, con le enormi case popolari – Habitation à Loyer Modéré – realizzate negli anni Cinquanta e Sessanta in risposta ai flussi migratori dal Nord Africa. Pessime imitazioni dell’Unité d’Habitation di Le Corbusier (che pure cercammo di visitare, trovandola in pessimo stato di conservazione e sostanzialmente inaccessibile), e di questa ben più brutali per la loro indifferenza ai luoghi, questi grandes ensembles ci apparivano anch’essi già obsoleti: dormitori di massa seriali, poveri non solo della miseria dei loro abitanti. Una periferia indistinta, dove le densità e i “fuori scala” avevano cancellato ogni traccia dell’originaria identità dei luoghi; una periferia destinata ad esplodere come una polveriera, come accadrà anche in altre banlieu francesi (da Parigi a Lione).

La città di oggi presenta un volto solo in parte diverso. Certamente i molti programmi e progetti sviluppati a partire dagli anni Ottanta, caratterizzati da una regia pubblica forte e dall’investimento di consistenti capitali privati, hanno innescato significativi processi di ristrutturazione e sviluppo urbano.

Nel 1995 viene instituito l’Etablissement Public d’Aménagement d’Euroméditerranée (agenzia pubblica), mentre nei primi anni del 2010 maturano alcune importanti decisioni programmatiche – lo Schéma de Cohérence Territoriale (SCOT), il Projet d’Aménagement et de Développement Durable (PADD) e la Charte Ville-Port – che delineano le nuove scelte strategiche insediative e infrastrutturali. Un vasto programma di trasformazione urbana che ha interessato oltre 300 ettari articolati in cinque grandi comparti: il fronte mare, il polo direzionale e residenziale de la Joliette e quello culturale della Belle de Mai, la zona di Saint Charles e della stazione ferroviaria, e rue de la République, l’asse centrale di collegamento tra il vecchio porto, Place de la Joliette e le Canebière.

Imponenti gli interventi legati alla candidatura a Capitale Europea della Cultura 2013, con i progetti firmati dalle più note archistar: la Torre Cma Cgm di Zaha Hadid, il Mucem di Rudy Ricciotti e Roland Carta, il Pavillon al Vieux Port di Norman Foster e Michel Desvigne, la Ville Méditerranée di Stefano Boeri, i Docks di Atelier(s) di Alfonso Femia e i 5+1AA, il Frac di Kengo Kuma e l’Euromed Center di Massimiliano Fuksas. Tutti localizzati lungo il waterfront, con una chiara strategia di marketing territoriale volta a rilanciare l’immagine della città, rendendola attrattiva sotto il profilo turistico e degli investimenti immobiliari.

Tra questi progetti mi è apparso significativo soprattutto il Mucem, non tanto per la sua immagine architettonica, quanto piuttosto per l’intelligente operazione delle lunghe passerelle sospese che lo collegano al Fort Saint Jean e al centro storico, effettivamente attivando un nuovo sistema di relazioni fruitive e percettive con l’intorno urbano.

Nel complesso ho trovato più interessanti altri interventi, più contenuti e meno scenografici, ma che mi sono parsi il segnale di un processo di rinnovamento più graduale e pervasivo, oltre che più misurato sui bisogni degli abitanti. Tra questi, le rivitalizzazioni lungo le vie dello storico quartiere Le Panier, con i percorsi di arte urbana a cielo aperto del progetto MauMa-Musée d’art urbain à Marseille, e l’accogliente spazio di Cours Julien, con la sua fontana e le sedute ombreggiate dagli alberi. Così come diverse aree del centro storico, in parte pedonalizzate, che ancora conservano un carattere popolare e una diffusa presenza del commercio di prossimità, non ancora omologato dall’immagine anonima di marchi e catene internazionali.

Dichiarata Monumento Storico Nazionale nel 1995, con gli interventi di ripristino e restauro susseguitisi a partire dal 2000, e poi Patrimonio UNESCO nel 2016, l’Unité d’Abitation di Le Corbusier è oggi un luogo abitabile e finalmente visitabile. Un’opera capace di suscitare emozioni (mio nipote quindicenne, comparandola con altri “fuori scala” circostanti, così si è espresso: “E’ diversa, si vede che qui c’è un pensiero”…), ma anche ormai una nuova attrazione turistica, non solo per architetti e designers, che pure stanno via via sostituendosi agli abitanti originari. La gentrificazione avanza anche qui.

Del tutto irrisolta invece la questione delle abitazioni, in una città che al 2021 registrava oltre un quarto dei propri abitanti in condizioni di povertà (quasi il doppio di quelli di Parigi) e una disoccupazione quasi al 10% (la più alta a livello nazionale). Gran parte del patrimonio residenziale pubblico delle banlieue, ma non solo, versa in condizioni tragiche, per ragioni di insalubrità e insicurezza (con 8 morti nel 2018 per un crollo e poco dopo altri 3 per un incendio), ma anche per l’anomia e il degrado dello spazio urbano, la carenza di servizi e la scarsa accessibilità, tanto che l’’8% degli alloggi popolari resta inutilizzato perché nessuno è disponibile ad abitarvi… Centinaia le evacuazioni di immobili pericolanti, in alcuni casi anche demolizioni parziali o sostituzioni integrali, e ma ancora pochi i programmi di riabilitazione: anche qui la strada della rigenerazione urbana appare davvero lunga e impervia.

Fonte: Galassi M.L., 2019

Bibliografia

Mezzi P. (2021), Ritratti di città. Marsiglia, riscatto a metà, in “Il Giornale dell’Architettura”, 12 aprile 2021, https://ilgiornaledellarchitettura.com/2021/04/12/ritratti-di-citta-marsiglia-riscatto-a-meta/ Galassi M.L., (2019), Quartieri (e sentimenti) popolari. Notizie da Marsiglia, tesi di laurea, https://www.politesi.polimi.it/handle/10589/154341

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