Sanità e territorio. L’ospedale unico Busto-Gallarate

UCTAT Newsletter n.52 – gennaio 2023

di Alfredo Castiglioni

L’Accordo di Programma (AdP), a seguito di delib. reg. del 01.03.2022, è stato sottoscritto da Attilio Fontana e Letizia Moratti (Presidente e vice presidente Regione Lombardia), dai Sindaci di Busto Arsizio e Gallarate, Provincia di Varese, ASST Valle Olona, ATS Insubria. Con esso si è dato il via definitivo all’iter per la realizzazione del nuovo ospedale “unico” di Busto A. e Gallarate (Varese).

Decade così l’originario AdP del 2019, quando erano stati previsti 7 anni e mezzo di tempo per giungere alla messa in funzione della nuova struttura.

Riparte anche l’iter progettuale: la redazione degli elaborati tecnici finalizzati al nuovo AdP è stata affidata (con Delibera n° 254 del 18.03.2022 del Direttore generale di ASST Valle Olona) ad ARIA spa per la somma di Euro 898.332,57 compresa IVA. Tra gli elaborati previsti vi è la “soluzione metaprogettuale planivolumetrica con dimensionamento e layout funzionale e spaziale del nuovo ospedale”. ARIA spa ha poi provveduto ad assegnare a studi professionali esterni le prestazioni professionali previste.

Qui nasce un primo motivo di perplessità: in AdP 2019 erano considerati gli interventi sia sulla nuova sede ospedaliera che sulle attuali sedi di Busto e Gallarate, mentre in AdP 2022 si prevede solo l’intervento sulla nuova localizzazione e nulla viene quindi previsto per le attuali sedi. La questione non è di poco conto, quanto meno a livello urbanistico: a Gallarate l’ospedale occupa un’area centralissima e quindi assai pregiata dal punto di vista immobiliare. Ma anche a Busto l’attuale ospedale, pur localizzato in zona meno centrale, tuttavia occupa un ambito urbano comunque strategico.

Invece nel “Documento preliminare alla progettazione” datato 8 luglio 2021 veniva presentata l’ipotesi di riutilizzo (benché parziale) per attività sanitarie delle due attuali sedi di Busto Arsizio (Direzione aziendale, ecc., insediate nei padiglioni “storici” attestati su piazzale Solari) e di Gallarate (attività di distretto, CUP, ecc. ospitati nel padiglione “Camillo Boito”). Nei documenti successivi questi aspetti non sono stati più ripresi, sollevando le giustificate riserve di gruppi politici e di organizzazioni di cittadini.

Il “Comitato di pilotaggio per la scelta del sito” – di cui facevano parte i rappresentanti dei Comuni di Busto A. e di Gallarate, di ASST Valle Olona, di ATS Insubria, nonché tre professionisti universitari esperti rispettivamente in economia, urbanistica/infrastrutture, epidemiologia- ha indicato per il nuovo insediamento l’area di circa mq 167.000 di proprietà del Comune di Busto A. sita a nord del “Villaggio Beata Giuliana”. Poiché non è stato possibile rintracciare in alcun sito il Documento consegnato dal citato Comitato di pilotaggio non sappiamo se e quali siti alternativi siano stati presi in considerazione. Risulterebbe, però, che fosse stata proposta anche l’area – già completamente urbanizzata – posta in territorio di Gallarate lungo la S.S. Sempione e resa disponibile dalla chiusura del Deposito dell’Aeronautica militare. Durante la pandemia COVID 19 una parte del complesso è stato adibito ad hub vaccinale al servizio di un vasto intorno territorio. Tuttavia questa area non compare negli studi prodotti, nonostante la sua ampiezza (mq 105.000,00) e soprattutto la regolarità della forma che la rende molto ben utilizzabile; al contrario l’area di Beata Giuliana, benchè più vasta (come detto mq 167.000,00), presenta tuttavia una conformazione particolarmente articolata, che la rende molto difficilmente sfruttabile ai fini previsti.

Qui sorge una seconda questione: come mai le alternative localizzative sono state oggetto di studio (nel “Documento di fattibilità delle alternative progettuali” del novembre 2022) solo dopo la conclusione della fase di Osservazione al Documento di Scoping della VAS (Valutazione ambientale strategica, estate 2022)?

Si segnala poi che l’area scelta al citato “Villaggio Beata Giuliana” è in gran parte inedificata e presenta ampie zone a bosco oppure in condizioni naturali, oltre che presentare un edificio con relativa vasta area di pertinenza soggetta a vincolo storico/artistico (Cascina dei Poveri risalente al sec. XIV, probabile luogo di nascita della Beata Giuliana (co – fondatrice con la beata Caterina da Pallanza nel 1474 del Monastero di S. Maria del Monte a Velate, oggi Sacro Monte di Varese), nonché dell’oratorio di S. Bernardino da Siena costruito nel 1668 e completamente restaurato dal Comune di Busto nel 2000. Non casualmente la Soprintendenza per i beni architettonici e ambientali della Lombardia ha presentato, sia pure fuori termini, una Osservazione al Documento di Scoping della VAS, che è stata comunque accettata.

Ecco sorgere allora altre due questioni urbanistiche:

  • Il sito prescelto (non edificato) contraddice clamorosamente la legge lombarda sul contenimento del consumo di suolo agricolo e/o naturale (L.R. n° 31 del 28.11.2014), disattendendo gli obiettivi del Piano territoriale regionale (PTR) per conseguire l’aumento della “rigenerazione urbana”;
  • L’unico edificio esistente sull’area è vincolato dalla Soprintendenza, facendo così concretizzare un ennesimo conflitto che ha già segnato l’ipotesi di adeguamento del Velodromo Maspes Vigorelli a Milano (oggetto di concorso internazionale, il cui progetto dichiarato vincitore è stato bloccato dal Ministero per i beni culturali perché radeva al suolo il manufatto realizzato negli anni ’30 del 1900) e che ora sta facendo infiammare le polemiche (in particolare sollevate da Vittorio Sgarbi) sulla proposta di demolire lo stadio di calcio Meazza a S. Siro, sempre a Milano, a favore di una nuova struttura polifunzionale (dove il calcio è un’attività secondaria).

Il costo previsto originariamente per il nuovo ospedale era di 350 milioni di Euro (interamente a carico degli enti pubblici), oltre agli ingenti oneri per l’adeguamento delle infrastrutture, molto complesso stante che l’area prescelta si colloca in prossimità dell’intersezione di Autostrada A8 con Superstrada dell’aeroporto della Malpensa e con S.S. Sempione, nonché dell’innesto con Autostrada Pedemontana. Inoltre in adiacenza corrono le linee delle ferrovie statali per Varese e per Domodossola. Ma ora si parla già di un costo di almeno 500 milioni di Euro, di cui una parte significativa non è ad oggi disponibile, oltre ai costi per le infrastrutture.

Si tratterebbe della più costosa opera pubblica degli ultimi decenni nell’area “alto milanese”, paragonale forse solo al raddoppio dell’aeroporto della Malpensa. La sua realizzazione avrebbe un evidente impatto sul territorio non solo per la dimensione economica, ma anche per l’attrazione di utenti e addetti che il nuovo ospedale eserciterebbe su un vasto ambito territoriale e per lo sviluppo delle infrastrutture di trasporto (pubblico e privato) che comporterebbe. Si ritiene quindi che il nuovo ospedale abbia una valenza ben superiore a quello locale, se non regionale. In primo luogo dal 2016 l’ASST Valle Olona comprende gli ospedali di Busto Arsizio, Gallarate, Saronno e Somma Lombardo, e serve una popolazione di ben 437.172 abitanti (di cui 200.000 circa residenti a Busto A. e Gallarate); ma la nuova struttura ospedaliera attrarrebbe sicuramente molti utenti da territori molto più vasti (anche extra regionali, come già avviene da anni per ciascuno delle sedi sopra citate).

I sindaci di Busto e Gallarate hanno chiesto ed ottenuto (non si sa con quali motivazioni) la deroga al “Dibattito pubblico” e quindi è stato subito avviato il procedimento di progettazione, prima con la redazione del “Masterplan” (datato 11 maggio 2022), poi con il “Documento programmatico preliminare” (DPP, datato 8 luglio 2022).

Quindi in data 27.07.2022 è stato pubblicato – nell’ambito del procedimento di VAS – il “Documento di scoping” dell’AdP (con Allegato, datato 3 giugno 2022), mentre dopo 30 giorni (25.08.2022) sono scaduti i termini per la presentazione delle Osservazioni al citato documento.

Nonostante il periodo (ferie estive) sono giunte varie e corpose osservazioni, tra cui quella presentata dal “Comitato Diritto Salute del varesotto”, che hanno indotto ASST Valle Olona a fare apportare alcune modifiche alle previsioni progettuali. Infatti a novembre 2022 è stato reso disponibile un primo avanzamento del “Documento di fattibilità delle alternative progettuali” (DOCFAP), comprensivo dello studio urbanistico (prezzo a base di gara Euro 666.338,16 oltre IVA e contributi di legge) che ha introdotto anche l’ipotesi di realizzare il nuovo ospedale sul sedime dell’attuale nosocomio di Busto Arsizio, riqualificando il padiglione polichirurgico e costruendogli a fianco una serie di nuovi blocchi. Tuttavia l’ipotesi è stata giudicata non conveniente e quindi scartata a favore della nuova collocazione al “Villaggio Beata Giuliana”, all’estremo nord del territorio comunale di Busto, al confine di Gallarate.

Regione Lombardia ha quindi pubblicato il corposo “Rapporto ambientale di VAS” (datato 16 dicembre 2022): dal 22 dicembre 2022 e fino al 04.02.2023 (quindi per 45 giorni) sarà possibile presentare eventuali osservazioni. Per chi volesse apprendere i contenuti essenziali del citato documento può consultare la “Sintesi non tecnica” (datata 15 dicembre 2022). Anche l’Ordine Architetti della provincia di Varese, sia pure tardivamente (non ha infatti presentato Osservazioni al Documento di Scoping della VAS), ha istituito un “Gruppo di studio” sull’argomento, che ha iniziato a funzionare il 20.01 e che dovrebbe produrre un parere sul Rapporto ambientale.

La firma definitiva del “Documento strategico”, che darà le indicazioni per la realizzazione del nuovo ospedale, è attesa tra febbraio e marzo 2023. La Regione potrà quindi procedere ad approvare il “Progetto di fattibilità tecnico-economica”: dal Comunicato stampa riportato dai media locali (ad esempio Malpensa 24 del 27.12.2022) si apprende che – come già il “metaprogetto” diffuso a maggio 2022 – anche questo documento non sarà una vera proposta progettuale, ma solo uno “schema planivolumetrico” atto a verificare la fattibilità dell’intervento sulla base delle indicazioni fornite da ASST Valle Olona. Nel documento “Sintesi non tecnica” si afferma che quello illustrato nel Documento di Scoping della VAS (giugno 2022) è il “Masterplan Metaprogettuale sviluppato per verificare la compatibilità tra le esigenze organizzative, spaziali e funzionali, delineate dal DPP, e la superficie dell’area individuata per lo sviluppo dell’AdP”.

Sul punto è stata giustamente sollevata una questione prettamente disciplinare, in quanto nei documenti diffusi da ASST i termini “masterplan” e “metaprogetto” vengono usati come sinonimi, mentre si tratta di documenti che dovrebbero avere contenuti molto ben differenziati. Al riguardo si precisa che il “metaprogetto” datato 11 maggio 2022 contiene molti grafici planivolumetrici abbastanza dettagliati e tali da indicare – ad esempio – l’altezza degli edifici previsti (ml 18 per quelli di tre piani fuori terra + volumi tecnici, ml 27 per quelli con cinque piani f.t. oltre ai volumi tecnici, mentre nell’interrato è previsto un solo piano). Invece nessuno dei documenti emessi porta il titolo di “Masterplan”; quindi non è dato di capire cosa intenda ASST Valle Olona quando usa questo termine.

Un’ulteriore questione è l’evidente inadeguatezza dell’area prescelta ad ospitare le funzioni previste. In particolare:

  • manca lo spazio per i parcheggi, per eventuali ampliamenti (salvo la previsione di spostare in altra sede l’Istituto tecnico commerciale Tosi che oggi conta 2.200 studenti provenienti da un vasto bacino di utenza);
  • manca l’integrazione funzionale, architettonica e paesaggistica con la “Cascina dei Poveri”: nonostante la mole (e il costo) degli studi prodotti non si rintraccia una sola proposta relativa all’utilizzo della antica struttura. Anzi l’arretramento del nuovo blocco ospedaliero proposto dall’ultima versione del Masterplan relega ancora di più la Cascina in un desolante “isolamento”. Quanto invece era stato proposto nelle Osservazioni presentate a fine agosto era esattamente l’opposto: si chiedeva “maggior coinvolgimento” della Cascina dei Poveri e del suo oratorio già restaurato nel 2000 nel nuovo complesso ospedaliero;
  • l’aumento in altezza del blocco ospedaliero (da 5 a 6 piani fuori terra, oltre ai volumi tecnici, quindi da almeno ml 18 / 27 ad almeno ml 22 / 31) previsto dalla modifica del Masterplan peggiora ulteriormente l’effetto “cavedio” dei tre “cortili” del blocco cura/degenza. Detto deleterio effetto era comunque già presente nella soluzione originaria che prevedeva ben 4 cortili interni. Su questi “cortili” si affacciano tutti gli ambienti ospedalieri, anche quelli di degenza. La previsione è in netta contro-tendenza rispetto alle altre recenti realizzazioni ospedaliere (ad esempio Bergamo).

Alcune modifiche al masterplan, appartate per rispondere ad alcune delle osservazioni pervenute, presentano palesi contraddizioni, tra cui:

  • il corpo di fabbrica adibito ad autorimesse su via Sella / Calatafimi viene sostituito con un vasto parcheggio a raso che evita di sovrapporsi al metanodotto SNAM interrato. Tuttavia anche il parcheggio a raso determina un impatto ambientale notevolmente negativo per l’Istituto tecnico commerciale Tosi, benché minore dell’autorimessa fuori terra prima prevista. In ogni caso anche il parcheggio a raso (presumibilmente dotato di pensilinee con pannelli fotovoltaici) impedisce ogni ampliamento futuro del complesso scolastico;
  • il corpo di fabbrica adibito ad autorimesse su via Cascina dei Poveri viene invece confermato, nonostante la presenza della prosecuzione del metanodotto SNAM che ha determinato l’eliminazione dell’autorimessa prima citata in via Sella / Calatafimi. Inoltre il previsto notevole volume fuori terra è incombente in modo inaccettabile sulla Cascina ed in particolare proprio sull’Oratorio. Ciò contraddice la scelta di arretramento del volume ospedaliero sul lato nord della cascina;
  • viene previsto il raddoppio delle corsie della via Cascina dei Poveri, andando ancora una volta a incidere sul bene architettonico vincolato;
  • per garantire l’ampliabilità della nuova struttura ospedaliera (altrimenti impossibile a causa della limitatezza dell’area prescelta) viene previsto addirittura lo spostamento in altro sito (non specificato) dell’Istituto tecnico commerciale Tosi.

Complessivamente le modifiche urbanistiche ed architettoniche apportate appaiono non risolutive, ed in alcuni casi anche peggiorative, rispetto alla soluzione originaria e soprattutto determinano una qualità di vita per pazienti e personale nettamente inferiore rispetto a quello conseguito da recenti insediamenti ospedalieri pubblici.

Proprio con riferimento al vicino ospedale di Legnano, risulta molto significativo il confronto dei dati dimensionali sintetici tra previsto nuovo Ospedale Busto/Gallarate e Ospedale di Legnano già in funzione (realizzazione 2005/2010), offerto dalla seguente tabella:

Parametro consideratoOspedale Busto / GallarateOspedale Legnano
Posti letton° 905n° 550
Superficie ospedaliera effettivamq 126.249mq 130.000
Superficie ospedaliera effettivamq 139,5 / posto lettomq 236,36 / posto letto
Area destinata a Ospedalemq 167.240mq 180.000,00
Rapporto sup. area / posti lettomq 185 / posto lettomq 327 / posto letto
Parcheggi – posti auton° 1.102n° 1.920
Costo in Europrevis. Min. 350.000.000,00consunt. 140.000.000,00

Davvero preoccupante è poi la questione delle criticità che si manifestato per l’accessibilità (veicolare e ciclo/pedonale, con mezzi privati e pubblici) al previsto nuovo insediamento ospedaliero. L’area oggetto di AdP è interessata, sia pure indirettamente, dalla realizzazione della Variante alla S.S. 341 “Gallaratese” e “bretella” di Gallarate, previste dal “Programma regionale Mobilità e Trasporto” (PRMT) approvato da Regione Lombardia nel settembre 2016. Ciò consentirà un accesso alternativo all’attuale (da autostrada Pedemontana) all’aeroporto della Malpensa.

A seguito delle valutazioni emerse dal Documento di Scoping della VAS e delle numerose osservazioni pervenute il “Rapporto ambientale” appena pubblicato ammette che “l’assetto viabilistico proposto (…) non è in grado di supportare pienamente la domanda del nuovo polo ospedaliero: per migliorare il deflusso sulla viabilità di accesso (…) è necessario prevedere alcuni interventi strutturali” che, in base alle indicazioni dello “Studio di impatto viabilistico”, sono:

  • raddoppio delle corsie della via Sempione tra le rotatorie di via Adige e di via Cascina dei Poveri (quindi per oltre due km);
  • incremento della dimensione della rotatoria di via Cascina dei Poveri con immissione in ingresso ed in uscita su Corso Sempione su doppia attestazione;
  • ulteriori ottimizzazioni tra cui: nuova rotatoria all’intersezione tra via Cascina dei Poveri e via Q. Sella e/o diverso sistema di accesso al plesso scolastico (Istituto tecnico commerciale Tosi) al fine di limitare le interferenze con il sistema di mobilità al servizio del nuovo polo ospedaliero.

Inoltre nel citato studio “si raccomanda di prevedere interventi finalizzati a migliorare i livelli di servizio sull’asse del Sempione, in particolare per quanto riguarda i mezzi di soccorso:

  • nel tratto compreso tra il nuovo ospedale (a nord) e lo svincolo “Cinque ponti” (a sud), in Comune di Busto A.;
  • nel tratto di viale Milano tra la rotatoria di collegamento con la S.S. 336 e quella di via Ambrosoli, in Comune di Gallarate.”

Infine lo studio definisce l’area del previsto nuovo ospedale “poco servita dal sistema del trasporto pubblico locale” (Busto e Gallarate)” e pertanto sarà “necessario potenziare il servizio con linee dedicate”, mentre viene richiamata l’attenzione in particolare per il traffico diretto all’Istituto tecnico commerciale Tosi, soprattutto nel periodo di durata del cantiere. Si raccomanda pertanto la previsione di una “metropolitana leggera” lungo la via Sempione con stazione all’altezza del nuovo ospedale.

Già a partire dalla fine di dicembre sono apparsi sui media locali le notizie e le immagini (rendering e viste virtuali) dei complessi e molto costosi interventi di adeguamento della mobilità, in particolare quelli lungo la via Sempione, che – si ribadisce – non sono compresi nel finanziamento fino ad ora dichiarato come disponibile.

Infine vi è la questione della non integrazione con il “Villaggio Beata Giuliana” e con l’area urbanizzata limitrofa; le carenze sono così evidenti che a partire da agosto 2022 si è costituito a Busto il “Comitato pro Cascina dei Poveri” per iniziativa non di partiti politici e/ o di gruppi organizzati, bensì di semplici cittadini sensibili alle tematiche sociali ed urbanistiche e soprattutto di ex abitanti della cascina. Il Comitato sta promuovendo e realizzando in prima persona (con l’impegno di molti) una serie di iniziative di sensibilizzazione sul tema della valorizzazione dell’antico insediamento e della riqualificazione del “Villaggio Beata Giuliana” (alcune delle quali hanno ottenuto il patrocinio del Comune di Busto A.), tra cui:

  • visite guidate di numerose scolaresche (elementari e medie) alla cascina, all’oratorio ed all’adiacente ex scuola elementare;
  • partecipazione all’annuale iniziativa del FAI sui “Luoghi del cuore”, raccogliendo ben oltre 4.000 firme e collocando la cascina tra i primi 25 posti punti nella graduatoria nazionale (dove compaiono oltre 37.000 siti);
  • tempestiva pubblicazione (uscita nelle librerie ben prima di Natale) del corposo volume “Cascina dei Poveri luogo del cuore. Tra passato, presente e futuro”, che affronta anche il tema del previsto nuovo insediamento ospedaliero in zona e che ha esaurito in pochi giorni la prima edizione;
  • presentazione del libro presso una galleria del centro di Busto, con interventi di ex abitanti della Cascina, cui hanno partecipato non meno di 60 cittadini, con rinfresco offerto da commercianti locali;
  • manifestazione nell’Oratorio di San Bernardino in data 22.12 con canti natalizi (esibizione del neo istituito “coro dei Gallazzi” che raccoglie circa 25 discendenti di ex abitanti della cascina) con partecipazione di oltre 100 persone, con inaugurazione del presepe luminoso tra le rovine della cascina e scambio degli auguri con panettone e vin brulè offerto da attività commerciali locali;
  • campagna volontaria (che ha occupato più giorni) di asportazione dei rifiuti abbandonati da anni nella zona, cogliendo anche l’occasione del taglio della vegetazione infestante attuata nel frattempo dal Comune di Busto e della sistemazione di alcuni sottoservizi attuata finalmente da AGESP dopo opportuni solleciti pervenuti dal Comitato;
  • organizzazione di presentazione della pubblicazione presso la Biblioteca civica di Busto, prevista per il 22.02 alle ore 18,00, che probabilmente riproporrà le fotografie in bianco e nero della Cascine esposte in una mostra tenutasi nel marzo 1980 (pochi anni dopo l’abbandono dell’insediamento) e recuperate dal Comitato;
  • altre iniziativa attualmente allo studio.

La vasta mobilitazione popolare dovrebbe contribuire quanto meno a garantire sufficienti livelli di informazione di “trasparenza” nelle scelte nell’interesse della collettività.

La versione del Masterplan del nuovo ospedale “unico” Busto A. / Gallarate (dicembre 2022) modificato a seguito delle
Osservazioni presentate (agosto 2022) al Documento di Scoping della VAS (luglio 2022)
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