UCTAT Newsletter n.29 – dicembre 2020
di Angela Colucci e Luca Bisogni
Diversità creativa: le ragioni
Durante la pandemia le riflessioni derivanti dalle esperienze della quotidianità hanno acceso domande e attivato connessioni tra linee di ricerca consolidati e da tempo percorsi (resilienza). Abbiamo acquisito consapevolezza della fragilità individuale, collettiva e dei sistemi complessi dove abitiamo e dell’urgenza di immaginare (e agire) soluzioni complesse verso scenari di sostenibilità. La pandemia ci ha messo di fronte all’evidenza che la salute pubblica è l’esito di una complessa e molteplice sinergia di fattori che coinvolge la qualità e salubrità dell’ambiente, l’organizzazione sociale ed economica, il modo di vivere.
Il nostro domani dipende quindi dalla bontà delle soluzioni che saremo in grado di mettere in atto nel rispondere alle domande poste ed appare evidente come le risposte debbano essere di sistema: se per alcune questioni legate al contagio dobbiamo metter ancora bene a fuoco quali provvedimenti progettuali e di pianificazione adottare, non dobbiamo dimenticare che altre emergenze restano attive, in primis il Cambiamento Climatico.
Abbiamo riflettuto, nell’ambito del REsilienceLAB (www.resiliencelab.eu), proprio su come cogliere questo shock come occasione di cambiamento e su quali connessioni sono elementi chiave per costruire un rinnovato progetto (e strategie) di città pubblica e degli spazi pubblici.
Punto di partenza è la “resilienza” perché è un concetto di notevole ricchezza (motivoper il quale è sempre più frequentemente utilizzata nel dibattito sull’innovazione dei modelli di rigenerazione urbana) e che richiede un mutamento di approccio (culturale) verso la complessità. Un approccio alla resilienza può costituire la chiave per un effettivo processo di innovazione culturale e di approccio alla costruzione dei processi di progettazione e gestione delle soluzioni territoriali e urbane.
Il termine resilienza è utilizzato in differenti campi disciplinari con significati differenti tra loro. Le singole discipline hanno usato il termine sviluppando definizioni utili e connesse ai fuochi di ricerca propri del campo disciplinare[i]. Due, in queste riflessioni, costituiscono forse l’ispirazione principale: l’ecologia e la psicologia sollecitano ad imparare a vivere con l’incertezza: i cambiamenti e le crisi sono parte dei processi evolutivi dei sistemi complessi. Una delle strategie chiave per mantenere e incrementare i meccanismi di resilienza è proprio quella di recepire le condizioni dinamiche e cogliere i cambiamenti con risposte di adattamento orientate verso opportunità di crescita ed evoluzione.
Alla resilienza di un ecosistema (e alla resilienza di ciascuno di noi) concorrono molteplici proprietà, tra cui: Diversità creativa e ridondanza, Organizzazione ecosistemica, proprietà emergenti, flessibilità e modularità, Meccanismi funzionali e cicli di rinnovo, Cicli di feedback e memoria, capacità di apprendimento durante il processo di ri-organizzazione.
Tra queste proprietà, una è emersa come chiave nel connettere temi e riflessioni in gioco: la diversità (creativa) e ridondanza. Un ecosistema ha bisogno di tre tipi di diversità[ii]: biologica, genetica e funzionale. La ridondanza e la diversità creativa sono una sorta di polizza assicurativa per mantenere la riconoscibilità / funzionalità degli ecosistemi. La ridondanza fornisce “assicurazione” all’interno di un sistema consentendo ad alcuni componenti di compensare la perdita o il fallimento di altri ed è ancora più preziosa se i componenti che forniscono la ridondanza reagiscono in modo diverso ai cambiamenti e ai disturbi (diversità di risposta). La rilevanza di questa proprietà per la resilienza dei socio-ecosistemi è testimoniata dal fatto che il Primo Principio per la “resilienza dei sistemi” proposti dal ResilienceAlliance (https://applyingresilience.org/en/start-en) è proprio quello del mantenimento della diversità e la ridondanza.
La diversità (creativa) e ridondanza costituiscono chiavi strategiche anche in psicologia e sociologia: i sistemi sono, in generale, più forti quando partecipano più elementi in più sistemi [Ungar, M. 2018. Systemic resilience: principles and processes for a science of change in contexts of adversity. Ecology and Society 23 (4):34. https://doi.org/10.5751/ES-10385-230434, Page, Scott E., Diversity and Complexity. Course Book ed. Princeton University Press, 2010].
Diversità creativa: città pubblica resiliente
Il percorso di riflessione connette differenti concetti e approcci/sguardi disciplinari ma per il progetto è indispensabile trasferire operativamente gli stimoli teorici confrontandosi con le sfide che caratterizzano i nostri territori e sistemi urbani. Si propone di agire sul progetto di città e territori nella loro componente pubblica per innervare l’infrastruttura della città pubblica (fisica, immateriale e virtuale) aumentandone la diversità creativa e funzionale come strategia per rafforzare la resilienza dei sistemi urbani e territoriali (adattivi complessi).
Un progetto traversale (olistico) di “Città pubblica” come infrastruttura capace di rafforzare la resilienza dei sistemi complessi nelle differenti componenti ecologico-ambientali, sociali, economiche, funzionali e organizzative articolato in sette punti tra loro fortemente sinergici:
1 SPAZIO PER LA DIVERSITÀ ECOLOGICA nell’ambito del quale viene sviluppato il progetto delle infrastrutture verdi collaborative;
2 SPAZI VERDI MULTI FUNZIONALI (DIVERSITÀ FUNZIONALE) PER IL BENESSERE che si connette al concetto di ONE HEALTH;
3 SPAZIO PER DIVERSITÀ SOCIALE E LA CREATIVITÀ DI TUTTI che si basa sui principi dell’Universal design e dell’inclusione perché le diversità sono risorse per il rinnovo e immaginazione per futuri possibili;
4 DIVERSITÀ FUNZIONALE DELLA CITTÀ PUBBLICA (COMMONS) che fa rifermento alla necessità di ripensare luoghi e spazi con funzioni differenziate e soggetti gestori differenziati (servizi e funzioni pubbliche scuole, istruzione).
5 DIVERSITÀ FUNZIONALE ECONOMICA, diversità anche della composizione degli attori economici e nella diversificazione di produzioni e prodotti;
6 DIVERSITÀ IN GOVERNANCE PER GESTIRE PROCESSI COMPLESSI, un modello di governance adattiva volto a accompagnare il processo di trasformazione urbana. un sistema organizzativo rafforzato nelle sue capacità di resilienza;
7 DIVERSITÀ DI CONOSCENZA E CONOSCENZE, confronto, dialogo e integrazione tra epistemologie differenti verso la costruzione di progettualità condivise.
A partire da questi punti il percorso intende sviluppare progettualità e modelli per incrementare la resilienza dei sistemi territoriali e urbani.
[i] Resilienza e cambiamento. Rispetto alle definizioni sviluppate nei differenti campi disciplinari ci sono quindi alcuni concetti condivisi da più discipline e alcuni aspetti di divergenza. Un aspetto di divergenza è legato alla differente interpretazione tra le discipline della fisica/ingegneria e quelle dell’ecologia e della psicologia in riferimento proprio alle “condizioni di partenza” e “di arrivo” dei sistemi dopo la risposta alla sollecitazione. Se per la fisica e l’ingegneria, la resilienza è la capacità di ritornare ad uno stato iniziale (stato iniziale – deformazione – ritorno allo stato iniziale) in psicologia ed in ecologia uno degli aspetti chiave della resilienza è il concetto di “evoluzione” o di “cambiamento” rispetto allo stato di partenza: il sistema o l’individuo reagisce alla crisi (attraverso una riorganizzazione) superandola attraverso un processo di crescita o adattamento che vede la condizione dopo il superamento della crisi non uguale a quello di partenza. Il sistema non solo ha superato positivamente la crisi ma ha rafforzato le sue capacità in quanto ha effettuato un processo di riorganizzazione e di apprendimento (che sia individuale o di sistema e quindi di flussi di informazione e memoria).
[ii] Diversità biologica, genetica e funzionale sono tutte incorporate in ogni singola specie [ogni specie è un singolo componente di biodiversità, che è archiviata nel lignaggio della specie (diversità genetica) ed espressa attraverso il suo comportamento (diversità funzionale). In ecologia, l’equivalenza funzionale (o ridondanza funzionale) è il fenomeno ecologico secondo cui più specie che rappresentano una varietà di gruppi tassonomici possono condividere ruoli simili, se non identici, nella funzionalità dell’ecosistema (ad esempio fissatori di azoto, raschiatori di alghe, spazzini). Il ruolo della biodiversità nel conferire capacità di adattamento attraverso il rinnovamento e la riorganizzazione è fondamentale per comprendere il rapporto tra biodiversità e resilienza degli ecosistemi.