I paradossi del Concorso per il collegamento del Secondo Arengario al Museo del Novecento

UCTAT Newsletter n.32 – marzo 2021

di Fabrizio Schiaffonati

Il Comune di Milano in data 21/12/2020 ha pubblicato il Bando del Concorso internazionale di progettazione “Novecentopiùcento”.

Il Concorso, con procedura aperta su piattaforma Concorrimi, aveva per oggetto la progettazione di riconversione e annessione dell’edificio prospiciente Piazza Del Duomo, denominato “Secondo Arengario”, al percorso di visita del Museo del Novecento, con lo scopo di creare un unico grande complesso espositivo dedicato alle arti moderne e contemporanee, il cui standard per collezioni, spazi espositivi e servizi lo collochi tra le realtà museali più innovative a livello internazionale.

Il Concorso è stato organizzato in due fasi. La prima per la presentazione dell’idea generale, con una richiesta contenuta di elaborati, e la seconda fase, alla quale vengono ammessi 10 concorrenti, per lo sviluppo delle proposte a diverse scale di dettaglio, incluso uno specifico approfondimento fino alla scala 1:50 di una passerella aerea di collegamento tra i due Arengari.

La consegna degli elaborati era prevista entro il 22/02/2021, la comunicazione delle posposte progettuali ammesse al secondo grado entro l’08/03/2021 e la consegna delle proposte progettuali del secondo grado entro il 10/05/2021. Nel mese di febbraio il calendario del Concorso era stato ridefinito con le seguenti nuove date: 08/03/2021 temine consegna delle proposte di primo grado, 18/03/2021 comunicazione delle proposte ammesse al secondo grado; 17/05/2021 termine consegna proposte di secondo grado.

In data 04/03/2021 vengono pubblicati sul sito del Concorso alcuni chiarimenti tecnici da parte della Soprintendenza, nei quali vengono espressi dubbi sull’opportunità di prevedere soluzioni di collegamento aereo tra i due Arengari: «Tale collegamento presenta la criticità di un elemento architettonico che intercetta l’asse da piazza Scala, Galleria Vittorio Emanuele II, Arengario, largo Diaz, grattacielo Martini». La passerella aerea ostacolerebbe la visione e la prospettiva di quello che viene definito «un cannocchiale visivo e prospettico di straordinaria valenza urbana (…) A fronte delle criticità evidenziate, molto palesi, non significa che il collegamento non sia possibile (…) Si vuole evidenziare infatti che altre soluzioni di collegamento e ampliamento (ipogeo) parrebbero in modo significativo meglio contemperare le caratteristiche storiche architettoniche e urbane proprie del complesso, già proposte da questa Soprintendenza e che a parere della scrivente sono da privilegiarsi; diversamente non vengono indicate nel bando, e sembrerebbero quasi disincentivate». La Soprintendenza quindi esprime esplicito favore per un collegamento ipogeo, difatti ritenendo inopportuno un collegamento aereo esterno.

Nella stessa data vi è una nuova ridefinizione del calendario del Concorso, spostando al 18/03/2021 il termine per la consegna delle proposte di primo grado; a cascata vengono posticipate le altre date di consegna e pubblicazione degli esiti.

Il 05/03/2021 viene inviata e resa pubblica una Lettera del Presidente dell’Ordine degli Architetti di Milano indirizzata al Soprintendente e al Sindaco di Milano nella quale viene espressa la gravità della situazione, auspicando che si trovi il modo di salvaguardare il grande lavoro già svolto dai progettisti. La questione è delicata poiché i chiarimenti della Soprintendenza potrebbero risultare in contrasto con le indicazioni del Bando e del Documento Preliminare alla Progettazione, «mettendo seriamente in discussione la possibilità di rispondere alla chiamata con un progetto coerente e fattibile. Considerato che la scadenza del concorso sarebbe stata tra pochi giorni, si evidenzia la probabilità che alcuni partecipanti abbiano già consegnato e che sicuramente molti altri abbiano già completato il progetto».

Da parte sua il Comune, per ovviare alle difficoltà dei progettisti, ha prorogato i termini per le proposte dall’8 al 18 marzo mentre per chi ha già consegnato e trasmesso il plico con i progetti è stato consentito, a partire dal 5 marzo, di modificare o riconfermare i materiali e di trasmetterli nuovamente al Comune.

In data 11/03/2021 vengono pubblicate sul sito Concorrimi delle precisazioni sui chiarimenti della Soprintendenza, nelle quali viene affermato che non ci sono contrasti tra i documenti concorsuali e i chiarimenti tecnici, poiché lo stesso Bando prevedeva che «per risolvere il passaggio tra i due edifici, ai concorrenti è richiesto di progettare una struttura di collegamento aereo tipo passerella. La soluzione dovrà essere studiata in modo da preservare la continuità fisica e assicurare la migliore condizione possibile di continuità visiva tra la Galleria Vittorio Emanuele II e Piazza Diaz. […] Data la rilevanza e l’unicità del contesto in cui si inseriscono i due Arengari, ai concorrenti è altresì richiesto di studiare una variante progettuale, la quale non dovrà prevedere alcun collegamento fisico fra i due edifici, così da consentire una maggiore flessibilità nelle successive fasi di progettazione […]».

In data 18/03/2021 viene inviata e resa pubblica una Lettera del Sindaco indirizzata al Presidente dell’Ordine degli Architetti, nella quale viene ribadito che i chiarimenti tecnici della Soprintendenza, relativamente alla fase concorsuale, sono da considerarsi indicazioni che non possono «travalicare l’indispensabile prerogativa spettante all’Amministrazione comunale di esprimere i propri orientamenti per la progettazione relativa agli immobili di proprietà», rimandando a un vero e proprio parere di competenza relativo alla successiva fase di progettazione e realizzazione dell’intervento. Inoltre il Sindaco riprende quanto già espresso in data 11/03/2021 da parte del RUP del Concorso, ribandendo che lo stesso Bando già richiedeva ai concorrenti di studiare anche una variante progettuale senza collegamento fisico esterno tra i due Arengari.

A chiusura della prima fase del Concorso, il 18/03/2021, sono state presentate 130 proposte progettuali.

Ritornando alla documentazione concorsuale, si evidenzia che il Concorso è stato bandito dal Sindaco con l’Assessore alla Cultura e l’Assessore all’Urbanistica, Verde e Agricoltura, con il coinvolgimento delle rispettive due Direzioni. In particolare la stesura del bando è stata curata dalla Direzione Urbanistica con la Direzione Centrale Unica Appalti e la collaborazione dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Milano. La stesura Documento Preliminare alla Progettazione è stata realizzata attraverso il lavoro congiunto delle Direzioni Urbanistica e Cultura e con il contributo tecnico artistico dell’arch. Italo Rota, progettista del Museo del Novecento. Vi è poi un nutrito gruppo di lavoro che coinvolge 5 Direzioni comunali, AMAT, nonché la presenza ad alcuni incontri preparatori del Bando e del Documento Preliminare alla Progettazione di rappresentanti della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano. Complessivamente vengono citate circa 40 persone coinvolte a diverso titolo nella predisposizione del bando di Concorso.

Dopo il tormentone di questa sintetica ricostruzione non si può sfuggire da alcuni interrogativi. 

Innanzitutto, com’è possibile che un così folto gruppo di amministratori, dirigenti, tecnici, architetti, professionisti, esperti, e quanti hanno promosso questo Concorso, a conoscenza di un contesto monumentale così rilevante e identitario per la Piazza del Duomo di Milano, non si siano preventivamente interrogati sulla criticità di proporre l’ipotesi di un ponte di collegamento tra i due Arengari, sull’asse prospettico della Galleria Vittorio Emanuele? Domanda inquietante per quanti hanno a cuore i valori storici e identitari del paesaggio urbano, una priorità culturale per una città del terzo millennio che non voglia omologarsi a una gratuita e inutile spettacolarità. Peraltro tutte figure a cui dovrebbe essere ben noto il ruolo anche interiettivo della Soprintendenza, peraltro attenta a problemi anche di non così evidente importanza.

A questo proposito l’escusatio del Sindaco oltre che tardiva appare formalisticamente giustificatoria di una insensibilità della istituzione comunale che, ragionevolmente, avrebbe dovuto preventivamente acquisire l’opinione della Soprintendenza.

Non è poi compito dell’Ordine degli Architetti di valutare attentamente contenuti e forma dei concorsi di architettura a tutela dei propri iscritti? Ricordo in passato le numerose diffide quando non ricorrevano sufficienti garanzie: entità dei premi, elaborati richiesti, composizione delle commissioni, garanzia dei diritti d’autore e dei futuri incarichi.

In questo caso il vulnus che si è venuto a creare, tardivi chiarimenti e cambiamento dei tempi delle scadenze, non è cosa da poco e che non esclude rischi di contenzioso da parte di chi potrebbe sentirsi leso. Soprattutto in un contesto di un concorso internazionale e di tale impegno soprattutto per la seconda fase.

Un ultimo non meno importante interrogativo. Non sarebbe stato opportuno che il Comune di Milano in una occasione così importante avesse costituito una Commissione scientifica di indiscutibile prestigio internazionale per inquadrare la problematica di un ampio contesto monumentale, continuamente al centro di discussioni, anche per usi impropri, per orientare un progetto di indirizzo strategico? Ecco alcuni dei temi da valutare: quali gli usi propri e impropri della Piazza del Duomo; verde o non verde, palme sì o palme no; uso e recupero della Galleria del sagrato; piano generale dei collegamenti pedonali di superficie e in sottosuolo; arredo urbano del complessivo intorno della Piazza del Duomo; valorizzazione di piazza Diaz anche nell’ottica di Museo del Novecento all’aperto; liberazione dello spazio pubblico da ogni occupazione impropria come sulla via Mazzini.

Ormai da cinquant’anni periodicamente sono stati avanzati progetti (Enzo Mari, Ignazio Gardella, Leonardo Benevolo, ed altri) con diverse amministrazioni; tante idee e proposte che non sono mai confluite in un coerente programma attuativo. Milano merita e attende da tempo una risposta discussa e condivisa da tutti quelli a cui sta a cuore l’immagine dell’identità civica della città. Questa vicenda non è certamente un segno positivo in tale direzione.

Vista da Piazza del Duomo verso Piazza Diaz.
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