Il dibattito pubblico per grandi e piccole opere

UCTAT Newsletter n.30 – gennaio 2021

di Andrea Pillon

Il 30 dicembre 2020 è stata nominata, con decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la Commissione nazionale per il dibattito pubblico[1]. La nomina della Commissione rappresenta l’ultimo tassello che rende pienamente operativa la norma nazionale sul dibattito pubblico (DPCM 76/2018). 

La Commissione, composta dai rappresentanti della Presidenza del Consiglio dei ministri, dei principali ministeri e degli enti territoriali e locali, svolge compiti molto importanti, soprattutto in questa fase di avvio del nuovo strumento. Essa ha il compito di monitorare il corretto svolgimento dei dibattiti pubblici e, sulla base di quanto appreso, elaborare raccomandazioni e linee guida per migliorare lo strumento stesso. Inoltre, la Commissione, ha il compito di elaborare e presentare alla camere, ogni due anni, una relazione sull’andamento dei dibattiti e proporre eventuali correttivi alla norma. Le esperienze che saranno realizzate, a partire dai prossimi mesi, rappresentano pertanto delle ulteriori sperimentazioni, oltre a quelle già realizzate in questi anni, che dovrebbero portare ad un continuo miglioramento delle procedure e delle metodologie adottate.

Il primo dibattito pubblico nazionale che sarà realizzato con la nuova legge è quello sulla diga foranea del porto di Genova[2]. Un’opera molto importante ed attesa da anni, che dovrebbe garantire non solo lo sviluppo portuale, grazie alla possibilità di ospitare navi dalle dimensioni sempre più grandi (lunghezza di circa 400/450 metri), ma assicurare anche importanti ricadute sull’intero sistema economico e della logistica del Nord Italia.

Si arriva a questo dibattito con una buona esperienza pregressa. E’ da oltre dieci anni che nel nostro Paese si sperimenta con successo lo strumento del dibattito pubblico: dalla prima esperienza,  coordinata da Luigi Bobbio, su una grande opera infrastrutturale (la Gronda di Genova); ai dibattiti per il potenziamento del nodo tangenziale e autostradale di Bologna; la realizzazione del Terzo Valico dei Giovi e il potenziamento del Porto di Livorno.

Le esperienze realizzate non riguardato però solo grandi opere di interesse nazionale. Lo strumento è stato infatti impiegato anche per discutere ad affrontare importanti progetti di scala locale ed urbana, come il caso dell’intervento turistico – ricettivo di Castelfalfi (FI), la gestione degli scarti di lavorazione industriale a Govarrano (GR)[3] e la riapertura dei Navigli di Milano. Le esperienze realizzate mostrano come il dibattito pubblico possa essere impiegato per discutere progetti di natura e scala molto diversa. Anche se generalmente si pensa che il dibattito pubblico serva per anticipare e gestire i conflitti che normalmente accompagnano la realizzazione di grandi opere pubbliche, il suo compitò è in realtà quello di  ragionare sull’opportunità degli interventi e raccogliere osservazioni e proposte che possano migliorare la progettazione delle opere. Il dibattito pubblico è in fondo un grande strumento di ascolto, delle sensibilità, degli interessi e delle posizioni che una comunità esprime nei confronti degli interventi proposti. Questo fa si, che interventi locali e di piccola scala possano essere sottoposti a dibattito, con l’ausilio di strumenti metodologici e comunicativi proporzionati all’intervento stesso, e quindi dai costi contenuti. L’essenza del dibattito pubblico sta infatti nel presentare al pubblico, in una fase iniziale della progettazione, le ragioni e le caratteristica di un intervento, e raccogliere osservazioni, critiche e proposte che possano aiutare i proponenti dell’opera ad assumere una decisione più consapevole, e ai progettisti di migliorare le caratteristiche dell’intervento.  Pertanto, il dibattito pubblico, oltre che uno strumento di ascolto, e anche uno straordinario strumento di aiuto alla decisione, che indipendente della scale e dalle dimensioni del progetto, non sottare ai decisori le proprie prerogative, ma semplicemente gli fornisce utili strumenti conoscitivi per decidere meglio.


[1] Decreto Ministeriale n. 627 del 30.12.2020

[2]https://smart.comune.genova.it/articoli/diga-foranea-al-il-dibattito-pubblico-tre-proposte-un-investimento-di-oltre-1-miliardo

[3] I casi toscani sono stati realizzati grazie alla L.R. 46/2013. La Regione Toscana è stata la prima regione italiana ad adottare un legge sulla partecipazione e ad introdurre il dibattito pubblico regionale.

Incontro pubblico “Progetto e partecipazione. Trasformazioni nel contesto del sud Milano”, promosso dall’Associazione UCTAT tenutosi il 15 dicembre 2017 presso la Libreria Open. Interventi di: Elena Mussinelli, Fabrizio Schiaffonati, Lorenzo Lipparini, Andrea Pillon, Pietro Giorgio Celestino, Flavio Verri.
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