Il Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare: selezionati 271 progetti

UCTAT Newsletter n.36 – luglio 2021

di Adolfo F. L. Baratta

Il Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare (PINQuA) è stato avviato ai sensi dell’articolo 1 comma 437 e seguenti della Legge 160/2019 e regolato dal Decreto Interministeriale del 16 settembre 2020 n. 395, promosso congiuntamente dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS), competente per le politiche abitative, dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo (MiBACT) e dal Decreto Direttoriale del 17 novembre 2020 n. 15870, con l’obiettivo generale di “ridurre il disagio abitativo e insediativo, con particolare riferimento alle periferie”.

L’ambizioso Programma si è posto l’obiettivo di riqualificare e incrementare il patrimonio residenziale pubblico e sociale, rigenerare il tessuto socioeconomico, incrementare accessibilità e sicurezza dei luoghi, rifunzionalizzare spazi e immobili abbandonati e degradati: in sintesi, migliorare le aree marginali dei capoluoghi e delle città italiane con oltre 60.000 abitanti e, conseguentemente, la vita dei cittadini. La necessità di intervenire sull’emergenza abitativa è dovuta alle 1,7 milioni di famiglie senza casa, di cui 650.000 in graduatoria utile per un alloggio ERP, e al disagio abitativo in cui vivono circa 1,5 milioni di famiglie, di cui 800.000 in disagio acuto e 700.000 con disagio grave [secondo Federcasa e Nomisma, 2020].

Alle Proposte di cui all’articolo 4, per un finanziamento massimo di 15 milioni di euro, sono stati aggiunti i Progetti Pilota di cui all’articolo 14, con potenziale impatto strategico sul territorio e un finanziamento massimo di 100 milioni di euro.

Ai fondi inizialmente stanziati sono state aggiunte ingenti risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per un totale di 3,2 miliardi di euro, di cui il 40% destinato a interventi collocati nelle regioni del Mezzogiorno.

Per mesi, oltre 140 amministrazioni pubbliche, tra Comuni, Città Metropolitane e Regioni, hanno impegnato risorse umane, temporali ed economiche a predisporre progetti e documentazione tecnico-amministrativa: entro i termini del 16 marzo e 15 aprile 2021 sono giunte richieste di finanziamento per 281 Proposte e 9 Progetti Pilota per un tortale di 4,6 miliardi di euro.

Alle Proposte sono stati allegati i progetti di fattibilità tecnico-economica, debitamente approvati con delibere delle giunte comunali, dei quali i soggetti proponenti hanno dovuto attestare la congruenza normativa e la sostenibilità finanziaria. La trasmissione di soli 9 Progetti Pilota è dovuta alla dimensione dell’intervento e alla richiesta di un progetto di livello definitivo ovvero esecutivo in soli 5 mesi.

L’Alta Commissione ha iniziato la valutazione delle richieste di finanziamento il 20 aprile e il 20 luglio, nei 90 giorni preventivati, ha inviato al Ministro Enrico Giovannini l’elenco delle richieste ammesse ed escluse e la graduatoria finale. Per la valutazione delle richieste è stata applica una matrice che si basa su una serie di differenti criteri che si traducono in 6 serie di impatti (ambientali, sociali, culturali, urbano-territoriali, economico-finanziari e tecnologici), a loro volta misurabili attraverso oltre 30 indicatori: l’apporto economico di risorse private, la rispondenza alle politiche territoriali regionali, la sostenibilità ed efficienza energetica e la premialità al consumo di suolo zero hanno costituito alcune delle voci valutate.

Al termine dell’istruttoria sono state 263 le Proposte e 8 i Progetti Pilota ammessi al finanziamento. Delle richieste ammesse al finanziamento, al momento della scrittura del presente contributo, sono stati finanziati 178 Proposte e 8 Progetti Piloti.

Le Proposte selezionate sono collocate in tutte le Regioni italiane, con interventi alla diversa scala, da quella territoriale a quella urbana, da quella edilizia a quella più propria del disegno industriale, e in contesti differenti, dal centro storico alla periferia, dal waterfront alle aree industriali dismesse fino agli edifici confiscati alla criminalità organizzata.

Molti dei progetti ammessi al finanziamento sono stati firmati da grandi Studi di architettura italiani: da Ipostudio Architetti Associati che rigenera due aree marginali di Grosseto a ABDR Architetti Associati che valorizza un comparto urbano degradato di Teramo, da Carlo Ratti Associati che realizza residenze per persone e famiglie fragili a Cuneo a Kcity e Atelier(s) Alfonso Femia che riqualifica le connessioni spaziali di Corigliano Rossano fino a Fuksas Architecture S.r.l. che rigenera le aree non più funzionali all’esercizio ferroviario di Bari.

Molti altri i progetti di qualità. Solo per citarne alcuni, il Comune di Sassari intende ripopolare il centro storico attraverso il recupero di immobili abbandonati o degradati da destinare a residenze pubbliche; il Comune di Messina intende risanare le aree baraccate, ancora esistenti a seguito del terremoto del 1908, attraverso la demolizione e ricostruzione di abitazioni e servizi; il Comune di Roma recupera l’immobile occupato del Porto Fluviale confermando l’allocazione di 53 nuclei familiari provenienti da 21 diversi Paesi; il Comune di Milano prevede per il Quartiere San Siro il potenziamento e l’ottimizzazione della rete dei servizi di prossimità anche attraverso la sperimentazione di nuovi modelli di gestione sociale dei servizi abitativi.

Purtroppo, al momento, molti progetti non hanno garantita la copertura finanziaria: premesso che le economie dovute, ad esempio, ai ribassi di gara faranno certamente avanzare la graduatoria e aumentare le Proposte ammesse al finanziamento, l’auspicio è che vengano trovate altre fonti di finanziamento per assicurare la copertura finanziaria di tutti i progetti selezionati.

Il Programma è stato improntato su un impianto scientifico, forse troppo rigido, ma certamente in grado di stimolare la capacità propositiva della Pubblica Amministrazione. Certo si poteva fare meglio ma potrebbe essere anche l’inizio di una nuova stagione in cui la rigenerazione urbana e il tema della residenza pubblica possano divenire paradigma dell’approccio agli investimenti nelle città.

Tra gli aspetti innovativi più interessanti si segnala l’individuazione della “città pubblica” quale campo di lavoro prioritario per la rigenerazione urbana, la sfida per centinaia di Pubbliche Amministrazioni e professionisti a mettere in gioco le proprie competenze su più settori e livelli, la richiesta di accompagnare la trasformazione materiale con azioni immateriali e politiche di coesione che rendessero partecipi le comunità locali, la richiesta coraggiosa ed esplicita di consumo di suolo nullo.

Ovviamente il percorso non è completato e le possibili criticità sono tante: nei prossimi otto mesi dovranno essere trasmessi i progetti di livello definitivo ovvero esecutivo e successivamente dovranno essere bandite le gare e realizzati gli interventi. Il D.L. 31 maggio 2021, n. 77 per l’accelerazione e lo snellimento delle procedure dovrebbe rendere il processo più agevole ma resta alta la preoccupazione che questo enorme sforzo possa produrre risultati inferiori alle attese. Anche perché i tempi, rispetto alle medie di attuazione e di spesa delle opere pubbliche del nostro Paese, risultano essere piuttosto contenuti, essendo il termine ultimo imposto dall’Unione Europea per spendere le risorse il 2026.

Programma PinQua riqualificazione urbana – progetto per Teramo – ABDR.
Programma PinQua riqualificazione urbana – progetto per Grosseto – Ipostudio.
Programma PinQua riqualificazione urbana – progetto per Pesaro – STARTT.
Torna all’Indice della Newsletter