UCTAT Newsletter n.33 – aprile 2021
di Giovanni Castaldo
Il tema del verde urbano si impone sempre più all’attenzione del dibattito pubblico. Un’esigenza di qualità ambientale e fruitiva che viene spesso considerata principalmente in termini quantitativi, facendo ombra a un approccio più articolato in cui appropriatezza, cura e manutenzione dovrebbero far parte di una visione complessiva. Un bisogno di rinaturalizzazione che imporrebbe una diffusa cultura dello spazio pubblico, anche volontaria, per il decoro. Solo da un coinvolgimento ampio della cittadinanza può emergere una condivisa attenzione alla bellezza di ogni luogo della città. C’è infatti anche un verde minuto, di prossimità, di piccoli spazi, come anche gli spartitraffico, che possono svolgere un’importante funzione decorativa, di abbellimento e di miglioramento percettivo dei luoghi. Come un vaso di fiori in una casa, così una aiuola nella città. Una cura che in alcuni casi, ad esempio in località turistiche, si impone positivamente alla percezione sensoriale. Anche a Milano negli ultimi tempi sembrerebbe farsi strada un diverso atteggiamento, con alcune esperienze di cittadinanza attiva per la cura e la manutenzione del verde (es. patti di collaborazione) e di sponsorizzazione da parte di soggetti privati.
In questo contesto di diffusa attenzione sociale ai temi ambientali connessi alla presenza del verde in ambito urbano, si inseriscono anche diverse iniziative promosse dall’amministrazione comunale, parte di programmi e politiche internazionali. Ad esempio il progetto Forestami che prevede la piantumazione di 3 milioni di alberi entro il 2030, il progetto europeo Clever Cities Milano che promuove progetti urbani e architettonici basati sull’impiego di soluzioni verdi, i concorsi internazionali di progettazione Reiventing Cities che premiano progetti innovativi per la sostenibilità e resilienza urbana. Iniziative diverse che definiscono un impegno strategico di Milano di incremento e potenziamento della dotazione di verde, in coerenza con quanto intrapreso dalle altre maggiori realtà urbane internazionali.
Tuttavia a fronte di tale meritorio obiettivo della città di Milano, permangono diverse situazioni problematiche con riferimento alla componente verde. Ad esempio la disattenzione per le opere d’urbanizzazione in sconto oneri dove il verde previsto viene realizzato a costruzioni completate e quindi la sistemazione dell’intorno differita a volte anche di anni (realizzazioni, collaudi, contenziosi). Mentre invece dovrebbe essere contestuale, quando non anticipata con il preverdissement. Comunque subordinata al rilascio della abitabilità. Un cantiere produce sempre disagio e quindi, a maggior ragione, ciò dovrebbe essere compensato dalla tempestività di queste mitigazioni e dalla qualità delle essenze e dalla loro messa a dimora già a una certa fase di sviluppo. E non come avviene nella maggior parte dei casi con alberature piantumate a stadi iniziali di sviluppo. In questo senso, gli esempi potrebbero essere tanti. A partire dal completamento a distanza di anni dallo sviluppo edilizio della Biblioteca degli Alberi, la mancata realizzazione del grande parco di Santa Giulia in attesa dello sviluppo del comparto nord; la tralasciata attuazione delle aree verdi e sportive nell’ambito di Porta Vittoria. Oppure si pensi anche alla dotazione di verde nel nuovo spazio pubblico (boulevard) connesso alla nuova Fondazione Feltrinelli sul lato di viale Crispi. A valle di notevoli ritardi nella realizzazione di questa porzione, l’esito finale palesa una scarsa attenzione per la qualità ambientale e fruitiva del luogo, con poche piantumazioni arboree ancora di limitato accrescimento, con un effetto ben lontano dai render pubblicizzati in fase di progetto.
Una scarsa qualità progettuale e realizzativa della componente verde che trova manifestazione anche in tante piazze milanesi. Si prendano ad esempio la nuova piazza di Santa Giulia dinanzi al complesso uffici Sky, oppure la nuova piazza di Sant’Agostino. Due casi distinti per localizzazione e per procedura di realizzazione, accumunate da un impiego del verde estremamente limitato, del tutto accessorio e slegato da qualsiasi logica di corretta progettazione ambientale con un adeguato posizionamento delle alberature e un studio delle superfici lastricate e a verde.
C’è poi il verde decorativo delle aiuole, dei fiori stagionali che come detto possono ricoprire un importante ruolo estetico e percettivo. Sono disponibili sul mercato molte fioriere, kit e altre soluzioni tecniche per la piantumazione di essenze arbustive e arboree, esteticamente molto piacevoli e ottimizzate per la cura del verde stesso (irrigazione, ecc.), che tuttavia vengono scarsamente impiegate nelle nuove realizzazioni e nell’attività di cura e manutenzione del verde esistente. In questo senso basti pensare alle soluzioni impiegate nelle iniziative di urbanistica tattica: bidoni di plastica grigia senza alcun pregio estetico, il cui impiego non determina alcun significativo risparmio economico, e che inoltre non permettono una corretta cura delle piantumazioni. Tali soluzioni temporanee dovrebbero puntare anche ad un innalzamento estetico e qualitativo dei luoghi e non palesare un uso improprio del verde con la perdita delle sue valenze estetiche e ambientali.
In conclusione, se è vero che il tema del verde sta assumendo sempre più centralità nel dibattito cittadino e nel governo del territorio, a Milano permangono alcune criticità riferibili sia ai meccanismi di trasformazione urbana che alle pratiche progettuali, realizzative e gestionali del verde. Nella fase attuale caratterizzata da nuovi equilibri tra soggetti pubblici e privati nei processi di sviluppo urbano, appare necessaria una riflessione sugli strumenti di regolazione e controllo da parte degli enti locali, così come un potenziamento e un’incentivazione delle iniziative di cura del verde promosse dalla cittadinanza. Una riflessione che dovrebbe contemperare non solo questioni quantitative ma anche qualitative, entro una visione attenta alle esigenze locali finalizzata a un miglioramento della qualità urbana complessiva.



