UCTAT Newsletter n.40 – dicembre 2021
di Riccardo Soffientini
Quando nei giorni di Natale del 1881, nel Regno Unito, furono accese in un sol colpo le 1200 lampade (fornite dall’inventore Joseph Swan) con le quali era stata decorata la facciata del Teatro “Savoy” di Londra, nessuno avrebbe potuto pensare che quella trovata avrebbe avuto così grande fortuna da essere in seguito imitata da milioni di persone in tutto il mondo. L’effetto strabiliante di un impatto visivo senza precedenti unito alla maggiore sicurezza fornita dalle lampadine rispetto alle candele o alle lampade usate prima d’allora, ha fatto sì che quel tipo di installazioni venisse ripetuto da un numero sempre maggiore di epigoni.
Nel corso di un secolo e mezzo abbiamo assistito alla vittoria dell’elettricità sulle altre forme d’illuminazione e alla conseguente metamorfosi delle lampade e delle lampadine che, oltre ad aver usato differenti tecnologie (dalla incandescenza, al neon fino ai led) hanno allungato la loro durabilità per un arco temporale sempre più lungo. Così negli anni, oltre agli ambienti domestici allietati dalla presenza dell’albero di Natale e di altri addobbi di dimensioni contenute, le città hanno proseguito e sviluppato l’idea di Swan cominciando a illuminare i monumenti e gli angoli particolarmente attrattivi, come le piazze o le vie caratteristiche, spesso dedicate allo shopping. Quegli addobbi, soprattutto durante le feste natalizie, sono diventati una costante presenza nel nostro orizzonte urbano. Inoltre, con l’evoluzione tecnologica delle fonti d’illuminazione si è potuti passare a forme d’intervento sempre più sofisticate, come la proiezione di immagini fisse e di filmati corredati, magari, anche da sistemi audio.
Si è cosí creata, perciò, una vera e propria nuova forma espressiva atta a impreziosire il contesto urbano grazie all’impegno e alla maestría di artisti sempre più capaci di affascinare il pubblico con le loro opere.
Esempi significativi in Italia sono stati realizzati dalla città di Salerno (che, quest’anno, ha proposto alcuni “animali magici”) oppure, a cavallo fra tradizione e innovazione, dalla cittá di Assisi: con un percorso ispirato alle opere di Giotto, essa guida il pubblico in un itinerario che tocca i maggiori monumenti della cittá di Francesco. Qualcosa di simile accade anche a Gubbio dove sul versante del monte Ingino si può ammirare l’albero di Natale piú grande del mondo, ottenuto con l’impiego di ben 700 fonti luminose. E poi ancora a Bologna, Trieste o Torino, dove 25 installazioni fanno bella mostra di sé non solo in centro ma anche in periferia: curiosamente, a Gaeta le proiezioni artistiche sono dedicate per la maggior parte a Dante Alighieri.
Milano, anche quest’anno come negli anni passati, non mette in mostra stupefacenti installazioni che possano gareggiare con Zurigo, Londra o Parigi. Solo in pochi casi la nostra cittá dimostra come l’alta tecnologia si sposi con l’arte; in generale, tuttavia, manca una proposta degna di quella che viene considerata la capitale della moda e del design.
Peraltro, sono state allestite o decorate 180 vie milanesi da quelle più centrali e frequentate ad alcune meno note della periferia, per una lunghezza totale di 35 chilometri di luminarie, grazie alla collaborazione fra il Comune di Milano, la Confcommercio, le Associazioni di via, laboratori di quartiere e vari sponsores.
Da non perdere, tuttavia, la cupola della Galleria, illuminata in blu da 50.000 led, che sovrasta il tradizionale grande pino addobbato da Swarovsky; nel Quadrilatero della Moda un set fotografico è allestito per il pubblico che desidera foto-ricordo o farsi dei selfies.
Corso Como si ispira alle decorazioni Liberty mentre sui Navigli e alla Darsena si gioca sui riflessi suggestivi prodotti dallo specchiarsi nelle acque delle installazioni luminose ottenute con filari di luce. Particolarmente suggestivo è, comunque, il Palazzo della Rinascente reso completamente luminoso da strisce di led e continuamente percorso da saette trasversali di luce con un effetto scenico notevole. Il passaggio coperto dei suoi portici presenta una fila di portali d’ispirazione vagamente orientale, dai colori rutilanti e su cui si affacciano le vetrine tutte allestite con modellini in scala a formare il paesaggio di un piccolo borgo in festa.
Giochi di luci sono proiettati sulle facciate di importanti palazzi in prossimità della linea della Metropolitana 4 con effetti a volte sorprendenti.
Interessante, infine, il progetto d’illuminazione realizzato dagli studenti di grafica dell’Istituto Galilei che si sono ispirati alle opere di tre notissimi artisti della “Street Art”, come Basquiat, Bansky e Keith Haring.
Tutte queste applicazioni rendono il paesaggio urbano natalizio certamente suggestivo e attraente ma Milano potrebbe e dovrebbe fare comunque di più, magari promuovendo proprio un concorso nel quale gli artisti internazionali sarebbero chiamati a interpretare con le loro opere il tema del Natale. Questa ipotesi rappresenterebbe un’attrattiva in più e potrebbe perfino coinvolgere il pubblico nel votare l’installazione ritenuta piú adatta ad essere realizzata.
Accontentiamoci, per ora, di ammirare i suddetti allestimenti, un po’ caotici e magari anche un po’ scoordinati, comunque piacevoli se non addirittura, in qualche caso, affascinanti. Buona passeggiata e… Buone Feste a tutti.
Didascalie.
1.
Piazza del Duomo, Milano.
2.
La Galleria, Milano.
3.
L’albero decorato da Swarovsky, al centro dell’ottagono della Galleria, Milano.
4.
La cupola della Galleria illuminata, Milano.
5.
Il tradizionale albero di Natale in piazza del Duomo, Milano.
6.
Il palazzo della Rinascente, Milano.
7.
Il porticato del palazzo della Rinascente, Milano.
8.
Esterno e portici della Rinascente, Milano.
9.
Via Durini, Milano.
10.
I due edifici del Dazio in Porta Venezia, Milano.
11.
Via Anfossi, Milano.










